RUMOR(S)CENA – In occasione della ricorrenza della Giornata mondiale della poesia del il 21 marzo e, nella stessa data, dei novant’anni dalla nascita di Alda Merini, il Teatro de Gli Incamminati propone su www.niceplatform.eu il suo Magnificat. Protagonista del video realizzato il 5 marzo 2018 al Teatro Sociale di Brescia un’intensa Arianna Scommegna. Lo spettacolo, della durata di 50 minuti, sarà visibile sulla piattaforma realizzata da Fondazione Cirko Vertigo a partire da sabato 20 marzo alle ore 21
NicePlatform, che ospita la stagione Solo in Teatro, ideata e diretta da Caterina Mochi Sismondi, è la piattaforma digitale di Fondazione Cirko Vertigo, nata nel 2020 e sviluppata nell’anno in corso con lo scopo sia di sostenere l’intero settore teatrale – fortemente in crisi a causa delle chiusure imposte dalla pandemia in corso – sia di digitalizzare differenti settori della Fondazione, da quello dello spettacolo dal vivo a quello della formazione fino al settore archivio, prossimamente disponibili sulla piattaforma. La stagione Solo in Teatro, inoltre, si arricchisce via via con spettacoli di compagnie e artisti ospiti, come questo realizzato dal Teatro de Gli Incamminati. In questo modo si riescono ad oltrepassare i muri del teatro fisico, permettendo al pubblico, anche al termine dell’emergenza sanitaria, di fruire dei contenuti culturali della piattaforma da ogni luogo e in qualunque momento.
Le brucianti parole di Alda Merini raccolte nel libretto Magnificat suscitano una vibrante interpretazione da parte di Arianna Scommegna, affiancata sulla scena da Giulia Bertasi alla fisarmonica, per la regia di Paolo Bignamini. L’attrice sa restituire tutta la carnalità, l’intimità e la sorprendente immedesimazione della poetessa milanese nei panni della Vergine Maria, ed è questa umanità di Maria che fa emergere una potente contraddizione: la vastità del divino sa trovare spazio in un corpo, e per giunta nel corpo di una ragazzina. Così incontriamo lo spavento e la speranza, lo sgomento e lo stupore, il dubbio e la certezza di quella che sarà la madre di Dio. Tale contrasto trova compimento solo nell’accettazione del Mistero. La poesia di Alda Merini, nelle parole di Maria, riesce infatti a far coesistere lo smarrimento presente, il ricordo dell’innocenza passata e la dolorosa consapevolezza dell’avvenire. Maria è, nel medesimo tempo, se stessa, la ragazzina che era e la madre di Dio che sarà: un cortocircuito vertiginoso e inafferrabile.
“Magnificat è un’ode alla poesia, a tutto ciò che, come la poesia, rende l’uomo migliore, eleva il suo spirito, gli cambia pelle per diventare carne immacolata. Maria è il respiro dell’anima/è l’ultimo soffio dell’uomo, una delle ultime opere di Alda Merini, il saluto all’umanità di una donna straordinaria – afferma Arianna Scommegna -. Poter pronunciare e ascoltare le sue parole fa bene al cuore, è un atto purificatorio perché è poesia che discende in noi / è come l’acqua che si diffonde / in tutte le membra e l’anima, /e da carne inerte che siamo noi /diventiamo viva potenza. Accompagnata dalla sensibile fisarmonica di Giulia Bertasi, una meravigliosa fisarmonicista con la quale collaboro da una decina di anni, ripercorro il viaggio di Maria dall’annunciazione fino alla resurrezione del figlio, così come il viaggio della poesia di Alda, dal concepimento dell’opera d’arte che si fa corpo, si stacca dalla fonte generatrice e si trasforma in un dono per tutti gli esseri umani”.
“L’universo di Alda Merini è peculiare ma solo apparentemente riconducibile agli elementi più evidenti che lo compongono e che tutti conosciamo e amiamo – spiega il regista Paolo Bignamini -.
La poesia del Magnificat, in particolare, ha una compiutezza, una maturità e un’elevazione tali da imporsi come testo capolavoro, opera irriducibile persino alla grandissima umanità della sua autrice. Alda Merini è infatti presente come per assenza, sempre in filigrana, in questo mirabile poema che restituisce a Maria tutto lo spessore del suo sì. Merini è Maria (i versi “Io non fui originata, ma balzai prepotente dalle trame del buio per allacciarmi ad ogni confusione” sono gli stessi contenuti ne Il testamento, opera del 1953, come a sottolineare la vicinanza tra la ragazzina che l’autrice era e la ragazza che la Madonna adolescente è) e, al tempo stesso, la sua Maria è l’altissima Madonna capace di spingersi sul baratro delle più vertiginose contraddizioni del mistero mariano: vergine e madre, serva del disegno di Dio ma di quel disegno grande attrice”.
“La Maria che leggiamo in questo Magnificat – aggiunge Bignamini – decide di sbilanciarsi di fronte al mistero della chiamata che riceve: invecchiata tutto a un tratto (come per effetto estremo dalla sua stessa scelta), invocherà, nella solitudine del bilancio di una vita, l’aiuto di Dio, chiedendo conto al Padre della Sua responsabilità per quella proposta incommensurabile. E proprio in questo culmine poetico, in una sorta di vertiginoso flashback, Maria scorgerà nella sua sofferenza il senso di una possibile salvezza”.
Testo di Alda Merini. Adattamento Gabriele Allevi. Con Arianna Scommegna e con Giulia Bertasi alla fisarmonica. Regia Paolo Bignamini. Scene e aiuto regia Francesca Barattini. Disegno luci Fabrizio Visconti. Foto di scena Federico Buscarino. Produzione Teatro de Gli Incamminati –deSidera Teatro, in collaborazione con ScenAperta Altomilanese Teatri e ATIR Teatro Ringhiera
Costo per l’accesso per il singolo ticket a partire da sabato 20 marzo alle ore 21 su