Danza, la gatta sul palco che scotta — 16/03/2023 at 10:29

Angelin Preljocaj e la danza del crepuscolo

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RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – Otto interpreti tra i 67 e gli 80 anni animano la coreografia di Birthday Party all’Arena del Sole di Bologna. Dal buio si staglia la fila dei danzatori. Otto statuine quasi raggelate nelle loro posizioni che avanzano lentamente in orizzontale, come geroglifici in bianco e nero, scavando nello spazio. É l’attacco essenziale, l’osso di seppia, di Birthday Party di Angelin Preljocaj, coreografia rimasta orfana di Un jour nouveau di Rachid Ouramdane all’Arena del Sole. Il 12 marzo, infatti, l’attesa “prima” del dittico è rimasta acefala per uno sciopero aereo che ha lasciato a Parigi i protagonisti del primo brano e, probabilmente, il senso più completo di questa produzione dedicata alla danza nella terza età, anche se Preljocaj è intervenuto alla fine della serata per spiegare meglio la mappa del progetto. Tutto è nato da una produzione a più teste (da Aterballetto a Ert, dal Ballet Preljocaj al teatro Chaillot diretto da Ouramdane) e da una call per performer tra i 65 e gli 80 anni di età – oltre 400 le risposte – da cui sono stati scelti gli otto interpreti di Birthday Party.

Esplorare le potenzialità espressive e poetiche di un corpo anziano, per la verità, non è un fatto del tutto inedito a teatro. Kazuo Ohno, per dire, ci ha basato tutta la sua estetica, mentre danzatrici come Alicia Alonso e la stessa Carla Fracci hanno esteso la loro attività ben oltre i 70 anni. Semmai è l’approccio a essere diverso: mettere la persona e non il personaggio al centro dell’indagine coreografica. Sostituire il formato dello spettacolo con un divenire teatrale, un farsi in scena. Molte performance contemporanee sono agite da corpi danzanti che non ti aspetteresti e che irrompono sotto i riflettori con un lessico ribelle del movimento, estraneo a quello codificato. E’ preferire la verità del corpo imperfetto rispetto all’artificio del corpo virtuosistico. L’altra bellezza.

Funziona? Nel caso di Birthday Party in modo intermittente. Angelin – celebrato coreografo per compagnie internazionali – dice di aver preferito i non professionisti per non sostare sulle abilità dei danzatori esperti, per quanto anziani. Però, i momenti più costruiti sono dati proprio da chi qualche nozione ce l’ha, come Thierry Parmentier o l’attore che nelle gambe si porta la memoria del Katakhali. Né Preljocaj può rinunciare del tutto a elementi drammaturgici, per quanto scarnificati, come quando ritrovi residui mnestici di uno dei suoi spettacoli più incisivi, Le Parc: i misteriosi “giardinieri” dell’amore che sembrano riemergere qui nel quadro dei protagonisti mascherati da bizzarri astronauti con le tute bianche. Del resto è il desiderio d’amore che continua a solleticare i corpi nei tardi pomeriggi da vecchi fauni. A spingerli in abbracci e vicinanze (l’insistenza sui baci omosessuali – tre coppie su quattro – somiglia però a una pubblicità all inclusive piuttosto che a una verità dei rapporti).

Birthday Party – Angelin Preljocaj foto di Christophe Bernard

A festa finita, ovvero a Birthday Party concluso, si portano a casa più spunti di riflessione che emozioni. Per dare corpo a un teatro di corpi non basta un progetto, ci vuole un’ispirazione profonda. Una vocazione, magari, come quella di Virgilio Sieni con i suoi Cenacoli o le serate in piazza dove orchestra masse di gente comune, persino passata per caso e attratta dai gesti e dai ritmi, dal respiro e dalla coralità. Creata sul momento. Verità colte nell’attimo danzante che fugge subito via.

Visto all’Arena del Sole di Bologna il 12 marzo 2023

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