RUMOR(S)CENA – PRATO – L’emozione prima della sommossa è il sottotitolo di questa edizione della rassegna Contemporanea ( andati in scena dal 27 settembre al 5 ottobre scorsi )sotto la direzione artistica di Edoardo Donatini, rassegna che ha inaugurato la stagione del Teatro Metastasio di Prato dove è stato riconfermato per tre anni Massimiliano Civica nell’incarico di direttore artistico. In programma “spettacoli selezionati per obbligare a cambiare postura”, scrive nella presentazione del programma Edoardo Donatini, dentro una poetica del prendere sul serio anche la farsa; in una prospettiva di speranza di cambiamenti in questo non facile momento storico nazionale e internazionale, dove anche la crisi del Teatro e delle Arti morde, funestata dal periodo Covid e dalle ennesime mancanze di fondi ministeriali. Le compagnie invitate, italiane e internazionali, hanno presentato i loro lavori nei sei giorni di appuntamenti ed hanno riscontrato un buon successo di pubblico. Abbiamo assistito a due lavori: La luz de un lago, della compagnia catalana El Conde de Torrefiel e La foresta trabocca di Antonio Tagliarini
Il lavoro di El Conde si rivela nella forma complessa di un paesaggio sonoro fondato sulla percezione immersiva dove conferiscono molteplici linguaggi: video, testualità, azioni sceniche, voce, effetti sonori in un plot narrativo- quasi una mise en abyme, che si tiene attraverso una traccia narrativa o meglio una sceneggiatura in quattro momenti spazio- temporali diversi. Il fil rouge che collega queste quattro micro narrazioni è il tema archetipico di eros e thanatos, amore e distruzione, tenerezza e crudeltà. La poetica di fondo sembra essere quella di una meta riflessione della compagnia sul senso del fare Arte nella contemporaneità.
Al centro del lavoro quindi, la narrazione in multicodice delle 4 storie di persone accomunate dalle dinamiche umane dell’incontro: la prima per una giovane coppia a Manchester ad un concerto anni Settanta dei Massive Attack, la seconda per una coppia gay borghese che si frequenta di nascosto in un cinema ad Atene a causa della discriminazione verso gli omosessuali, la terza quella di Philippe, un intellettuale transessuale a Parigi che si incontra con la propria sessualità di nato maschio che, fedele alla propria identità d’infanzia, decide di cambiare sesso. Per finire con una ambientazione a una prima alla Fenice di Venezia nel 2036 in un set di “arte uau” dove un gruppo di attivisti protesta con una azione di imbrattamento con secchi di cacca gettata sugli spettatori, contro l’arte commerciale. Sul palco, mentre scivolano le immagini video in loop di vortici di colori che si intrecciano e vanno a sfumare in un confuso pattern che dà la sensazione del confuso mondo liquido in cui tutti siamo immersi, un terzetto di “tecnici” si muove in sintonia nello spostare quinte, attori microfonati in viva voce recitano, mentre sottotitoli e un importante mix sonoro commenta le immagini e le azioni in scena.
Il lavoro di El Conde col suo portato caleidoscopico di suggestioni cariche di emozioni, è un paesaggio sonoro che nell’apparente confusione di segni che si intersecano e si sciolgono in un pastiche di senso, sembrano testimoniare in palcoscenico quella che è la nostra attuale realtà liquida (secondo la definizione di Zygmunt Bauman) dove: incertezza, velocità frenesia, performance, narcisismo, inconsistenza, virtualità mettono al centro l’individuo per prevalere in una società dove regnano precarietà e incertezza. Con echi del filosofo Mark Fisher con i suoi saggi sul linguaggio della contemporaneità oltre il realismo capitalista
La luz de un lago
Idea e creazione El Conde
Regia, drammaturgia e testo Tanya Beyeler e Pablo Gisbert
Scenografia Ed Conde e Isaac Torres
Materiali e spazio El Conde e la Cuarta Piel
La foresta trabocca
Antonio Tagliarini, performer, danzatore, autore ed attore ha proposto a Contemporanea La foresta trabocca. Già presentato come primo studio al Festival FOG/ Triennale nel 2023 con Un’ andatura un po’ storta ed esuberante il lavoro, condotto in coppia con Gaia Ginevra Giorgi poetessa e performer, si caratterizza per lo studio sulle azioni del performer nello spazio studioK in sinergia con Giorgi, statica, dotata di microfono e mixer in un’immersione sonora plastica ed evocativa. Ispirato alla scrittrice giapponse Maru Ayase, la Foresta di Tagliarini tratteggia col corpo del performer, diverse trasformazioni dell’io narrate attraverso azioni a corpo libero dove dominano inciampi, cadute, riposizionamenti, ricerca di un nuovo equilibrio sempre instabile, sempre ritrovato attraverso una ricerca di nuovi baricentri e forse nuove direzioni. Cos’è infatti questa “foresta” traboccante se non la ricerca umana che dal buio scheggiato di lampi di luce (l’inconscio?) muove verso strade mai percorse prima per poi perdersi di nuovo, per poi riemergere in un altro stato, un’altra dimensione esistenziale risolvendosi in un atto rigenerativo. Questo il senso interattivo che Tagliarini gioca con lo spettatore a cui vengono consegnati all’ingresso dei bigliettini con delle domande.
La mia era: qualcosa che hai lasciato andare. E sul retro c’era scritto: Nel momento che ritieni più opportuno, puoi depositare questa domanda nello spazio scenico. Questa suggestione, la cui risposta era dentro la mente dello spettatore, era il mezzo con cui il performer, aveva modo forse di rispecchiarsi, forse no, ma comunque procedere nella sua ricerca nello spazio al centro del quale Gaia Ginevra Giorgi ad un certo punto comincia a rapportarsi col danzatore che si avvicina e insieme, microfonati tentano un dialogo fatto non di parole ma di suoni
Progetto Antonio Tagliarini
con Antonio Tagliarini e Gaia Ginevra Giorgi (anche in collaborazione artistica)
Cura del suono Emanuele Pontecorvo
Disegno luci e direzione tecnica Elena Vastano
Coproduzione INDEX, Triennale di Milano, Spazio Matta, Casa degli artisti
Visti a Prato, Teatro Metastasio e spazioK Contemporanea, il 4 ottobre 2024