Danza — 16/11/2014 at 14:50

Pixel (Evolution) di Petranura Danza a Scenario Pubblico

di
Share

CATANIA –  È sempre interessante, a margine di un lavoro di danza contemporanea, riflettere su quella che è, o sembra essere, la sua struttura concettuale: diciamo struttura concettuale perché appare abbastanza evidente che la libertà con cui i segni della danza vengono elaborati e comunicati rende improponibile una lettura univoca di qualunque coreografia. E però poi ogni lavoro viene proposto con un titolo ed è quindi da questo che, gioco forza, occorre partire per interpretare quanto accade in scena. Nel caso specifico dello spettacolo “Pixel (Evolution)” di Petranura Danza (coreografi Salvo Romania e Laura Odierna, danzatori lo stesso Romania, Valeria Ferrante, Judith Nagel, Roberto Provenzano, Pau Estrem Tintore), visto nello spazio danza di Scenario Pubblico Catania l’8 e il 9 novembre scorsi, il punto di riferimento concettuale sono i pixel, ovvero gli atomi coloristici (realizzati alla fine degli anni sessanta del secolo scorso) che, tramite strutture triadiche, vanno a comporre le immagini digitali dei nostri schermi: un punto di riferimento concettuale che porta con sé, nella costruzione coreografia di Romania e Odierna, tutta una serie di motivi e associazioni che si rincorrono in un’ora abbondante di danza (dal luccichio dei varietà televisivi alle storie d’amore virtuali, dalla comunicazione compulsiva per mezzo dei telefoni cellulari all’infinità delle forme dei rapporti umani) che, peraltro, appare complessivamente molto fisica ed energetica.

Pixel

Ma, come si diceva, in tutto ciò non va cercato un senso e un significato ma piuttosto una struttura concettuale complessa all’interno della quale lo spettatore è invitato a vivere la sua esperienza estetica. E, se questo è vero, allora della struttura di questo spettacolo non possono non far parte integrante anche le musiche elaborate da Romania e suonate in scena da Salvo Amore (chitarre), Michele Conti (lyra) e Alessandro Borgia (percussioni): un tappeto sonoro davvero potente e intrigante seppur diseguale nelle sue tante digressioni. Ci sono dunque tre elementi (almeno tre, soprattutto tre) che s’intersecano dinamicamente: lo spunto tematico della tecnologia dei pixel, come portatori digitali di luce e forma e quindi di un tipo di esperienza umana che si basa sulla virtualità e sulla mancanza di corporeità, la vitale fisicità della danza, con la costruzione di un linguaggio che sempre più sembra svilupparsi sulla consapevolezza liberante che ogni gesto è un micro-racconto e che sembra far sempre più leva sull’ironia e sull’auto-ironia, la corposità pervasiva e profonda, infine, di una musica che sembra nascere piuttosto dalla terra e dalla storia antica e complessa dei luoghi d’origine di questa compagnia, ovvero il sud est della Sicilia.

pixel 2

Il risultato che ne scaturisce oltrepassa la numerologia che pure i due coreografi suggeriscono ed è forse una fotografia (alquanto sfocata però e dai margini aperti) della condizione, infelice o forse felicissima e densa di sviluppi, dell’uomo contemporaneo e occidentale, attratto irreversibilmente dalla virtualità ludico-erotico-compulsiva degli strumenti di comunicazione, imbrigliato ancora in contesti storico-antropologici portatori quasi automatici di visioni tradizionali e di significati politici e tuttavia ancora capace di trovare una sua dimensione di autenticità proprio nella scoperta auto-ironica della felicità e della libertà dei corpi che danzano.

Pixel (evolution)
Scenario Pubblico Catania 8/9 novembre 2014. Rassegna “Exiles” Scenario Danza 14/15.
Coreografia e Regia di Salvatore Romania e Laura Odierna
Musicisti (live): Salvo Amore, Michele Conti, Alessandro Borgia
Interpreti: Salvatore Romania, Valeria Ferrante, Judith Nagel, Roberto Provenzano, Pau Estrem Tintore.

Share

Comments are closed.