Il cordoglio del Teatro italiano per la scomparsa di Maurizio Scaparro.

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RUMOR(S)CENA – BOLZANO – VENEZIA – ROMA – Maurizio Scaparro ha diretto il Teatro Stabile di Bolzano dal 1969 al 1975 e uno dei ricordi più indelebili vissuti da parte di chi scrive è aver assistito da giovane studente lo spettacolo “La Venexiana” diretto dal regista con Valeria Morriconi. Rimasi folgorato dalla sua straordinaria capacità di affrontare un testo del ‘500 di autore anonimo. Per l’esame di scenografia al Dams di Bologna ripresi le sue note di regia, avvalendomi del ricordo di quanto avevo visto con lo stupore degli occhi.

Marco Bernardi (a sua volta direttore e regista del TSB dal 1980 al 2015) in “Maurizio Scaparro e il suo teatro, a cura di F. Mazzocchi, Bulzoni Roma 2000”: «È evidente l’antinaturalismo nel teatro di Scaparro, dovuto al fatto che, durante gli anni Settanta, si rifuggiva il modulo realistico per lavorare piuttosto sull’astrazione, anche grazie all’influsso del teatro brechtiano (..) Scaparro è fra i pochi maestri che ci siano in Italia, il ritmo che hanno i suoi spettacoli è proverbiale. Stilisticamente, il ritmo è fondamentale, anche se magari lo spettatore non lo avverte a livello consapevole. Maurizio ha un senso del ritmo innato.

La Venexiana

Egli si esprime al meglio quando istituisce un rapporto dialettico con un grande interprete. La sua creatività è più stimolata quando ha di fronte a sé la lotta, il corpo a corpo con una grande interprete, che non quando lavora nella dimensione corale». (pubblicato in “Teatro Stabile di Bolzano. La storia, gli spettacoli” di Massimo Bertoldi con un contributo di Marco Bernardi, Electa edizioni). Scaparro è considerato a ragione l’ultimo dei grandi protagonisti della scena teatrale italiana legata a Giorgio Strehler e alla nascita della moderna regia italiana. Scaparro aveva iniziato la sua attività come critico teatrale per l”Avanti’ e poi, nel 1961, per la rivista ‘Teatro Nuovo’. 

Maurizio Scaparro l’ho incontrato nuovamente da studente al Dams di Bologna per delle lezioni di regia teatrale e più volte in sede di convegni e conferenze. Apprendere dai suoi insegnamenti era un’occasione imperdibile per chi voleva avvicinarsi al teatro con rispetto e umiltà, caratteristiche che sapeva trasmettere con il suo impegno di intellettuale, oltre che regista. Quando fu nominato direttore del Teatro Stabile di Bolzano, – scrive Massimo Bertoldi sul volume che contiene tutta la storia di questo ente teatrale – «(…) Scaparro parte da un assunto da lui considerato una sorta di privilegio: a differenza degli altri stabili italiani – contestati dall’onda del Sessantotto per gestioni di taglio politico e per costosi spettacoli con titoli di cassetta – quello di Bolzano, perché periferico, mantiene la sua primaria funzione pubblica. Per il suo rilancio è necessario “realizzare un progressivo autentico rinnovamento del costume teatrale, un allargamento della base pubblica” (M. Scaparro, in “Socialismo”, 12 dicembre 1969).

Maurizio Scaparro

Il recupero della funzione politica del teatro, inteso come osservatore critico della società e luogo di aggregazione aperto al dibattito civile e culturale, segna una drastica rottura con le linee guida dei suoi precedessori .. ». La sua direzione avrà una forte connotazione di impegno politico dimostrata dalla scelta di mettere in scena testi che si caratterizzavano per affrontare tematiche alquanto ardue e impegnative, scegliendo, ad esempio: «Il suicida di Nikolaj Erdman, dramma del 1928 censurato dal regime stalinista e costato al suo autore un lungo esilio nei gulag siberiano, è emblematico per il teatro politico secondo Scaparro (…).  (in Teatro Stabile di Bolzano di Massimo Bertoldi).

1971 Giorni di lotta con Di Vittorio regia di Maurizio Scaparro

La sua era una missione e lo dichiarò anche scrivendo “Libertà a rischio: una garanzia per il teatro a gestione pubblica”, in “Il Cristallo. Rassegna di varia umanità, anno II, n.2, novembre 1970, p.18: «Dobbiamo renderci conto tutti che al di là degli spettatori riusciti bene o male, esiste una necessità di superare gli superare gli ostacoli dati dalla grottesca imitazione di un teatro di consumo che è già morto, e anche verificare se si può sfuggire alla condanna che sembra ineluttabile di dovere in quanto teatro a gestione pubblica (e cioè dipendente per molti fondamentali aspetti del potere pubblico locale e centrale) rinunciare alla autonomia produttiva, alla ricerca libera, al rapporto dialettico (..) La sfiducia nei teatri a gestione pubblica corrisponde molto spesso alla sfiducia nel potere politico. E allora dove è possibile, e io spero, credo che Bolzano sia uno di quei posti, si deve con i fatti rafforzare i vincoli tra le città che ci esprime, la regione che ci accoglie, e l’organismo che all’interno e all’esterno di questa comunità opera una ricerca teatrale, ovviamente allargata a interessi non legati ai confini daziari, e collegata ai problemi più vasti della vita sociale di ognuno, della sua libertà e del suo impegno civile».

1973 -74 Il Passatore Piero Casadei Bologna regia di Maurizio Scaparro

IL TEATRO STABILE DI BOLZANO PIANGE MAURIZIO SCAPARRO, GIGANTE DEL TEATRO E SUO STORICO DIRETTORE

Il Teatro Stabile di Bolzano esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Scaparro, grande uomo di teatro, memoria e artefice della prosa italiana, inventore di spettacoli importanti del Novecento, direttore e luminoso regista del Teatro Stabile di Bolzano dal 1969 al 1975. Cultori e amanti storici del teatro di Bolzano ricordano con ammirazione il suo operato alla direzione dello Stabile che si contraddistinse per le scelte culturali innovative a livello locale e nazionale. Scaparro – che a settembre 2022 ha compiuto 90 anni – fu un convinto sostenitore del teatro come servizio pubblico, nella duplice valenza di osservatorio critico della società e di luogo di aggregazione sociale aperto al dibattito culturale.

A Bolzano Scaparro propose un repertorio in cui gli autori classici e contemporanei partecipavano alla lettura critica della società e si circondò di artisti capaci di scrivere pagine fondamentali nella storia del teatro italiano, come lo scenografo Roberto Francia, gli attori Pino Micol, Mario Scaccia, Laura Adani, Giustino Durano, Gianna Giachetti, Anna Miserocchi, Patrizia Milani, Marina Zanchi e Fernando Pannullo.

Ultima grande personalità di quel gruppo di cui fu capostipite Strehler col Piccolo di Milano, che fece nascere il teatro pubblico e la moderna regia in Italia del secondo Dopoguerra, Scaparro ha firmato spettacoli memorabili, come L’Amleto di Shakespeare prodotto dallo Stabile di Bolzano il Cyrano de Bergerac  di Rostand e il Don Chisciotte di Cervantes  interpretati da Pino Micol, o Memorie di Adriano di Yourcenar con Giorgio Albertazzi.

Amleto foto studio Pedrotti regia di Maurizio Scaparro

«Maurizio Scaparro è stato, dopo Strehler e con il coetaneo Luca Ronconi, uno dei padri del teatro italiano degli ultimi trent’anni del Novecento» afferma Marco Bernardi, suo allievo negli anni Settanta e caro amico, succedutogli alla direzione dello Stabile bolzanino «Ha creduto con forza e passione in un teatro pubblico inteso come servizio, in un’idea di teatro che privilegiasse la parola, l’umanità, la dimensione politica e sociale tanto cara a chi aveva vissuto quegli anni con impegno civile prima ancora che artistico. Era un regista che privilegiava la chiarezza del testo, il ritmo, la recitazione asciutta, pulita ma non naturalistica. Amava la festa e la dimensione popolare del teatro di strada: memorabile il suo Carnevale del Teatro del 1980 alla Biennale di Venezia. Erano previste alcune migliaia di persone ma ne arrivarono duecentomila che invasero il labirinto veneziano con un’energia straordinaria carica di gioia. Sono felice di essere stato suo allievo per sette anni, amico e collaboratore per cinquanta. Lo ricordo come un maestro intelligente, generoso e dalla simpatia travolgente!»

1969 – 1970 Chicchignola Mario Scaccia regia di Maurizio Scaparro

Figura centrale del teatro italiano, dopo il Teatro Stabile di Bolzano diresse a più riprese il Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia. Artista acuto e profondo e comunicatore coinvolgente e carismatico, è stato l’ideatore del Carnevale del Teatro a Venezia, manifestazione diventata un punto di riferimento nazionale e internazionale. Lavorò al fianco di Giorgio Strehler come directeur adjoint del Théâtre de l’Europe, ricoprì l’incarico di direttore del Teatro di Roma, divenne commissario straordinario dell’Ente Teatrale Italiano, direttore dell’Olimpico di Vicenza, direttore del Teatro Eliseo di Roma, senza dimenticare a Parigi la direzione del ”Théâtre des Italiens”. Tra le regie più recenti ricordiamo quella degli spettacoli Excelsior e Le mille e una notte con Massimo Ranieri, Turandot per il Festival Puccini a Torre del Lago, La coscienza di Zeno con Giuseppe Pambieri. È di pochi mesi fa il suo ritorno alla regia con Il re muore di Eugène Ionesco.

RUMOR(S)CENA – VENEZIA – La Biennale di Venezia esprime profondo cordoglio per la scomparsa del grande regista teatrale Maurizio Scaparro.
Fra i Maestri della regia del secondo novecento, ma insieme visionario organizzatore di eventi che hanno rappresentato un indimenticabile capitolo della storia della Biennale di Venezia.
E’ con la sua prima direzione della Biennale Teatro tra il 1979 e l’82 che Maurizio Scaparro re-inventa il Carnevale del Teatro invadendo campi e campielli di Venezia e legando, da allora, indissolubilmente, il suo nome a quell’esperienza. Anche nella sua seconda direzione, dal 2006 al 2009, Scaparro replica la magia di un Carnevale che ha saputo rendere unico e irripetibile. Proprio lo scorso anno la Biennale aveva omaggiato i 90 anni di Maurizio Scaparro con la mostra “Il Carnevale squarcia la nebbia”- fotografie, video, manifesti, documenti, oggetti e articoli d’epoca, provenienti dall’Archivio Storico – e con una giornata di testimonianze sulla sua opera. Autore di spettacoli che sono rimasti celebri nell’ambito della sua ricca produzione, dal Don Chisciotte con Pino Micol a Memorie di Adriano con Giorgio Albertazzi, così Maurizio Scaparro viene ricordato da Roberto Cicutto, Presidente della Biennale: “Agli inizi della mia carriera di produttore, ho seguito la realizzazione della versione televisiva e cinematografica del Don Chisciotte di Maurizio Scaparro. Un’esperienza che oltre ad essere anticipatrice della multimedialità, mi ha insegnato come il rispetto umano per i collaboratori e per gli artisti fosse per lui un elemento essenziale del processo creativo. Gliene sarò sempre grato”.

Il Presidente, il Direttore Generale, i Direttori del Settore Teatro, il Consiglio d’Amministrazione a nome della Biennale tutta esprimono il loro più profondo cordoglio e si uniscono al dolore della famiglia.
Venezia, 17 febbraio 2023



Ritratto del maestro, Archivio Scaparro, Istituto per il Teatro e il Melodramma. Un ricordo del maestro  Maurizio Scaparro

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma apprende con dolore la notizia della scomparsa del maestro Maurizio Scaparro, che ci lascia proprio nei giorni di Carnevale, una festa alla quale negli anni Ottanta seppe dare nuova vita. Il maestro ha donato all’Istituto per il Teatro e il Melodramma il suo ricco e prezioso archivio documentale nel 2017. All’interno dell’Archivio (consultabile alla pagina dedicata degli archivi digitali) sono conservati documenti eterogenei relativi alla preparazione e alla messa in scena di tutti gli spettacoli e gli eventi curati da Scaparro dagli anni Sessanta del Novecento sino ai primi anni Duemila.  L’Istituto per il Teatro e Melodramma ha lavorato nel 2011 con il maestro Scaparro all’allestimento di una grande mostra dal titolo Viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo, promossa nel contesto delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Oggi l’Istituto ringrazia il maestro per l’amicizia e la fiducia dimostrata nel nostro lavoro.
Come lui stesso ci scrisse di recente: “Che la cultura trionfi sempre”, caro maestro!




RUMOR(S)CENA – ROMA – «Domenica 19 febbraio sarà allestita al Teatro Argentina di Roma la camera ardente per la scomparsa del grande maestro del teatro italiano e internazionale, Maurizio Scaparro, artista imprescindibile del nostro tempo. L’apertura al pubblico è prevista dalle ore 9.00 alle 14.00, con accesso libero a tutta la cittadinanza. Il Teatro di Roma accoglie con affetto e commozione l’indimenticabile protagonista della scena, scomparso oggi all’età di 90 anni, offrendo al suo pubblico e a tutti i cittadini l’occasione di tributare un ultimo saluto all’uomo e all’artista straordinario per umanità, sensibilità e creatività, capace di coltivare ironia e arte. Regista e organizzatore teatrale, Maurizio Scaparro ha intrecciato la sua lunga carriera con la storia del teatro contemporaneo, segnandone gli orizzonti culturali attraverso la sua inesauribile progettualità e le sue prolifiche regie teatrali, liriche e cinematografiche. La sua esperienza al Teatro di Roma lo rende protagonista come direttore dal 1983 al 1990, un lungo viaggio artistico e creativo alla guida dello Stabile della città inaugurando un programma triennale dedicato all’Europa, all’Italia e a Roma e proseguendo con un approfondimento della regia moderna e del linguaggio teatrale di quegli anni. Il Teatro di Roma ricorda il lavoro, le opere e l’utopia teatrale con cui ha sempre coltivando il coraggio intellettuale di aprire al palcoscenico le grandi idee sulla condizione umana, per esaltarne i sentimenti, la vivacità e il lato più tenero della vita.»

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