STANZA di ORLANDO
viaggio nella testa di Virginia Woolf
con Maura Pettorruso ,
installazione Maria Paola Di Francesco , luci e fonica Gianluca Bosio, testo e regia Carmen Giordano. Spazio OFF Trento mercoledì 1 giugno/ venerdì 3 e sabato 4 giugno Teatro Argot Roma.
STANZA di ORLANDO è un viaggio nella testa di Virginia Woolf. Una performance che coniuga installazione e parola. Una donna che si guarda allo specchio. E l’uomo che guarda la donna nello specchio. Una mente alla ricerca della verità. Verità di linguaggio. Verità di pensiero. L’abito è il lasciapassare per il mondo esterno: amore, lavoro, ambiente, persone. L’abito agisce sull’anima e la cambia: si può essere molti, restando se stessa. Forse. In questo gioco di specchi l’immagine si deforma e moltiplica gli io narranti. Ed ecco Virginia Woolf che indaga lo scarto tra maschile e femminile attraverso abiti, vita, sogni, digressioni. Maura Pettorruso è l’interprete di un lavoro in bilico tra il maschile e il femminile. In viaggio alla ricerca di un pieno, intero, androgino essere. Alla scoperta di sé, nelle debolezze e nel fascino dell’altro.
MACELLERIA ETTORE__ teatro al kg
Il gruppo nasce nel 2007 come collettivo artistico, da un progetto di Carmen Giordano che ne cura regia e drammaturgia. Maura Pettorruso, Paolo Maria Pilosio e Woody Neri sono interpreti attivi del progetto. Le scenografie, i costumi e i set video sono ideati e realizzati da Maria Paola Di Francesco. Dal 2010 collaborano con Macelleria Ettore la musicista Chiarastella Calconi e la videomaker Katia Bernardi.
È un collettivo di ricerca e pratica teatrale. La drammaturgia è il fulcro della ricerca. Il montaggio è lo strumento per elaborare i pezzi di una storia che ci sfugge o non c’è. La scenografia è un posto e uno spazio mentale. Un luogo poetico. L’attore è un performer. Costretto al confronto con linguaggi differenti. Libero di trasgredire regole, per crearne di nuove. La narrazione procede per accumulazione d’immagini. La regia si articola in visione, smembramento e composizione delle immagini. La regia coincide con il montaggio. Il montaggio definitivo è affidato allo spettatore.
La pratica del gruppo è la sua poetica. Una poetica del fare incessantemente. Qualsiasi cosa si renda necessaria ad accrescere e sviluppare talento e creatività del gruppo e individuali. Partendo da nessi banali, link esterni, inabilità o predisposizioni specifiche, materiale umano e non. Fermarsi e guardare. Indagare la realtà con i propri occhi. E restituirla attraverso parole, video, sonorizzazione, luce, musica e azione. Fare per essere, qui e adesso, in una forma differente. Una forma semplice e misteriosa.