Danza, Teatro — 17/09/2011 at 15:56

Romeo e Giulietta esorcizzano la crisi e danzano trasgressivi

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Romeo è innamorato di Giulietta? Si, ma chi è Romeo, anzi quanti Romeo ci sono? E Giulietta è una o più ? E il loro amore non è una storia struggente e romantica, dal finale tragico. Assomiglia più a qualcosa di “infernale”, lussurioso, virato sui toni del rosso aggressivo e del nero funereo. Danza erotica, luciferina, dalle coreografie simili quasi ad un sabba, a cui partecipano uomini e donne, in preda a furori orgiastici. È la versione del tutto trasgressiva e anticonformista, lontana anni luce da ogni altra coreografia di repertorio, firmata da Andonis Foniadakis, coreografo di origini greche, autore di uno spettacolo di danza, andato in scena in prima nazionale, al Teatro Sociale di Trento per il Festival Oriente Occidente.

Il suo “Romeo and Juliet” è frutto di una visione del tutto antitetica ad ogni riferimento drammaturgico originario, a partire dal capolavoro di Shakespeare. Non ci sono ruoli definiti, la trama non è conseguenziale alla vicenda scritta e portata a teatro, sul grande schermo, sui palcoscenici dei maggiori teatri lirici mondiali.

Qui si giocano le ambiguità, gli scambi di ruolo, il confondersi voluto ed esasperato fino agli estremi. È danza estrema , quella disegnata da Foniadikis, coraggioso nel assemblare una compagnia di danzatori greci, in tempi di crisi economica (e quindi anche culturale sul piano degli investimenti), che ha colpito la sua patria. Una Grecia che non ha i mezzi per investire sul suo patrimonio artistico. L’Apotosoma Dance Company (ha sede a Lione) è dotata di una grande energia fisica, un atletismo tale da consentire vere e proprie acrobazie, chieste dal coreografo, intento a dare risalto ad una storia dove finzione e realtà si mescolano. C’è quasi un’operazione catartica nel suo lavoro: crudeltà e tristezza, lo scoramento e la preoccupazione per una nazione che sta naufragando.

“Romeo è Giulietta” assomiglia ad una danza dove è possibile scatenare tutte le frustrazioni e le delusioni, il desiderio di cedere al pessimismo. Non c’è traccia di sentimenti amorosi. La sua cifra stilistica è caratterizzata anche dalla mescolanza di stili di movimento: si va dal neoclassico a forme più moderne come il cabaret, il burlesque, fino a reminiscenze molto simili alla lotta greco-romana. E il risultato è una mescolanza di passi e movimenti che avanzano a ritmo frenetico, allucinatorio a tratti. Complici le luci, i costumi, soprattutto le musiche scelte.

Il Prokofiev del celebre balletto “Romeo e Giulietta”, inserti estratti da musiche di Julien Tarride, brani di Jeff Buckley. Il risultato complessivo è una sarabanda dove fai anche un po’ di fatica a seguire lo sviluppo coreografico-drammaturgico, pensato da Foniadakis. Sul proscenio due maliziose sciantose vestite di nero e rosso, giocano a provocare con abili mossettine e ancheggiamenti, si spogliano come due entraneuse da nightclub.

In scena il corpo di ballo crea figure plastiche per simboleggiare lettere dell’alfabeto, una danza sabbatica saluta la morte di Teobaldo. Tutto è giocato sui toni del dark, dell’oscuro, di misteriosi sentimenti e pulsioni che vengono da un inconscio più compulsivo che sentimentale. Una storia che impatta alla fine sul sipario tagliafuoco che scende sul proscenio, dove i danzatori maschi e femmine si trovano prigionieri. Potente metafora visiva. La morte è qualcosa che appartiene a tutti.

Di grande fascino, con qualche riserva sulla tecnica, uscite e incroci a volte fuori tempo, passi pesanti sul palcoscenico, questa versione del dramma di vita e di morte, più famosa al mondo, è indubbiamente originale. Con un grave rischio corso dal coreografo greco. Quello di irretire i fedelissimi appassionati di una storia d’amore tragica e universale, reale o frutto di leggenda, accaduta soli 100 chilometri di distanza. Verona è dietro l’angolo, anche per la Grecia in questo caso. Il pubblico apprezza e festeggia con applausi convinti.

Romeo and Juliet

Coreografie di Andonis Foniadakis

Apotosoma Dance Company

Festival Oriente Occidente

Visto al Teatro Sociale di Trento il 10 settembre 2011

 

 

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