RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – È tornata a Bologna sul palco del Comunale Nouveau, per il debutto nella Stagione di Danza 2023, una delle compagnie americane più rinomate: la Martha Graham Dance Company di New York fondata nel 1926 dalla danzatrice e coreografa da cui prende il nome. Ospite straordinaria dello spettacolo l’étoile Eleonora Abbagnato, che ha danzato per la prima volta con la compagnia newyorkese. Il programma proposto ha presentato quattro coreografie Errand into the Maze, Canticle for innocent comedians, Lamentation e Cave, quest’ultima di Hofesh Shechter. La compagine newyorkese, valorizza i capolavori della coreografa statunitense Martha Graham, accanto ai quali commissiona ad artisti contemporanei nuovi lavori.
Errand into the Maze, iconica coreografia del 1947, ha aperto la serata. Quest’opera presenta la lettura che Martha Graham diede del mito di Teseo, guardato dalla prospettiva di Arianna. Si tratta di un passo a due interpretato da So Young An e Alessio Crognale-Roberts, la cui eleganza è posta in evidenza dai costumi lineari di Maria Garcia e valorizzata dalle luci di Lauren Libretti. La scenografia è spoglia, essenziale. Al centro solo i corpi, la loro carica simbolica, perfetta scelta in alternativa alle scene originali di Isamu Noguchi distrutta dall’uragano Sandy. Arianna, in lunga veste bianca, si addentra fino al cuore del labirinto e là affronta il Minotauro, i tratti del viso annullati da una calza, con un semplice bastone sulle spalle retto dalle braccia che diventano corna. Il palco è spoglio, solo un nastro bianco a simboleggiare il labirinto. Arianna, splendente, incontra il Minotauro e con la sua danza racconta la lotta contro questa forma indecifrabile e la sconfigge alla fine con la forza e la precisione del suo movimento elegante e pulito. Il simbolismo del movimento di questo passo a due è chiaro e permette una lettura completa del lessico creato dalla coreografa, protagonista assoluto. Questa coreografia, potente oggi quanto fu rivoluzionaria alla sua prima apparizione sulle scene, è una pietra miliare della modern dance.
Chiude la prima parte della serata Canticle for innocent comedians otto camei creati nel 1952. Descritti dalla Graham come <<danza di gioia, in lode del mondo mentre ruota>>, che si ispirò al poema di Ben Belitt, sono la celebrazione degli elementi naturali: Sun, Earth, Wind, Water, Fire, Moon, Stars, chiusi dalla celebrazione del Ballo Finale (Death). Andati perduti tutti tranne Moon, sono stati riproposti nel 2022 dalla direttrice artistica Janett Eilber con la coreografia di Sonya Tayeh come prima coreografa, che ha seguito la sintassi Graham. Ognuno degli otto schizzi spicca la forza vitalistica, la direzione dei corpi verso l’alto a mani e braccia aperte e la radicazione delle gambe a terra: corpi legati alla terra e aspiranti a spazi siderali. Le musiche, a pianoforte solo, di Jason Moran e i variopinti costumi di Karen Young, che si ispirano alle forme voluminose che Martha Graham disegnava, enfatizzano in tutti i quadri, otto prove virtuosistiche, l’elemento della gioia vitale rafforzato dalle sospensioni del movimento dei ballerini dell’Ensemble, che escono e rientrano in gruppi variamente composti (passi a due, trio e assolo). Delle otto l’unica coreografia originale, sopravvissuta grazie a un filmato dell’epoca, il passo a due Moon, è stata interpretato efficacemente da Eleonora Abbagnato, ex étoile dell’ Opéra di Parigi, in un’atmosfera di delicata luminosità crepuscolare, assieme allo storico danzatore della compagnia Lloyd Knight.
La seconda parte della serata inizia con Lamentation, assolo interpretato da Eleonora Abbagnato. Si tratta di una brevissima quanto intensa coreografia originale di Martha Graham coreografata nel 1930 come intermezzo. Il modernismo della coreografa si mostra ancora oggi pregno della sua forza originale: la danzatrice avvolta in un costume costituita da un elastico tubo avvolgente viola, muove al suo interno le mani e le gambe, in una narrazione di dolore estremo, quello di una donna in lutto. Il corpo muovendosi in questo vincolo crea forme scultoree di grande effetto. La danzatrice è quasi sempre seduta su una panca, accompagnata dalle musiche dal Neun Klavierstucke di Zoltan Kodàly. L’illuminazione è quella originale della stessa Graham adattata. Solo apparentemente la staticità, pur nell’estrema concentrazione della forza del dolore, caratterizza questo intermezzo, dove non possono esserci sbavature neppur minime, ragion per cui è sempre stato affidato a interpreti selezionati. È un ritratto del dolore, un assolo di pochi minuti molto complesso. dalla musicalità molto precisa.
Completa e chiude il programma Cave, balletto che ha debuttato al New York City Center nel 2022 e che è stato presentato in prima italiana. a Bologna. È la nuova creazione commissionata dalla Martha Graham Dance Company al coreografo israeliano, residente a Londra, Hofesh Shechter da un’idea della star del balletto Daniil Simkin, artista aperto alla contemporaneità. È una coreografia viscerale per l’Ensemble al completo, su musiche tratte da Fiori, del gruppo di musica elettronica Âme e dello stesso Shechter, costumi di Caleb Krieg e illuminazione di Yi-Chung Chen. Con questa coreografia Shechter ha adattato alla compagnia l’idea una creazione che sprigiona una grande energia vitale collettiva, potente e coinvolgente e ha portato sul palco in modo teatrale il ballo techno. Come dichiarato dal coreografo, questa opera <<esalta il bisogno di movimento degli individui dopo l’isolamento e l’immobilità della pandemia che hanno scatenato un profondo desiderio di gioia e di danza>>.
La composizione inizia musicalmente con i soli bassi ovattati su cui si disegna un movimento improvvisato e stilizzato dei singoli, un movimento rallentato fatto di sequenze continuamente variate da sottogruppi dell’Ensemble e poi dall’intero gruppo di danzatori. La musica si fa sempre più forte e coreografia evolve di pari passo fino a culminare in nuove sospensioni del movimento e inversioni di direzione, che sfociano nel finale energetico e frenetico, in cui compaiono anche brevi assoli in stile afro.
Questo programma ha messo in mostra la visione evoluta della compagnia americana e reso omaggio all’eredità della sua fondatrice, ma non solo, ha ribadito come questa eredità si riesca a fondere senza iato con composizioni nuove e contemporanee. Oltre a queste premesse, più che sufficienti per attirare il pubblico, la partecipazione straordinaria dell’étoile Eleonora Abbagnato è stata sicuramente un forte elemento di richiamo.
Visto il 4 novembre 2023 al Comunale Nouveau di Bologna