RUMOR(S)CENA – RONCHI DEI LEGIONARI – Lo scoprimento della targa di Leali delle Notizie da parte di Livio Vecchiet, sindaco di Ronchi dei Legionari, e di Andrea Martella, Sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’editoria, ha inaugurato venerdì 16 ottobre 2020 il murales dedicato a Daphne Caruana Galizia. Il 16 ottobre di tre anni fa la giornalista maltese è stata uccisa da un’autobomba perché aveva dimostrato il coraggio di svelare, con le sue inchieste giornalistiche, gli scandali di corruzione in cui era coinvolto il governo maltese. L’arista Massimo Racozzi ha realizzato attraverso un collage di 700 frammenti di articoli di giornale il volto e il corpo di Daphne nella parete della pensilina dei mezzi di trasporto in Via Dante a Ronchi dei Legionari. «Ritengo che per avvicinarsi al mondo dell’informazione sia necessario fare uno sforzo in più e da questo concetto è nata l’idea di realizzare la figura di Daphne con articoli di giornale sull’uccisione di Daphne e sulle vicende di altri giornalisti che sono stati uccisi o minacciati in Europa, in quanto hanno avuto il coraggio di raccontare la verità – spiega Racozzi -. Gli articoli sono scritti nelle diverse lingue europee proprio perché ho voluto mettere in evidenza come la libertà di stampa sia un tema che non ha confini». L’artista ha impiegato quattro giorni per realizzare l’opera e ha ritratto Daphne sorridente per indicare la forza e il coraggio che ha dimostrato la giornalista nel raccontare la verità, nonostante le continue minacce e intimidazioni che aveva ricevuto negli ultimi mesi della sua vita. In basso a sinistra è stata inserita inoltre con i caratteri giornalistici la frase di Daphne: “Di’ la verità anche se la tua voce trema”.
«Tre anni fa hanno cercato di far tacere Daphne – ha affermato Cristina Visintini, vicepresidente di Leali delle Notizie – ma noi intendiamo tenere alta la voce della giornalista maltese e di tutti gli operatori dell’informazione che, come lei, sono stati uccisi e minacciati, continuando a promuovere attività e programmi a favore della libertà di stampa e di espressione». Il murales è stato benedetto da Don Renzo Boscarol, parroco di San Lorenzo e Santo Stefano a Ronchi dei Legionari, e all’inaugurazione del murales erano presenti anche Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione della Stampa Italiana, e Anna Del Freo, membro del direttivo della Federazione della Stampa Europea che ha lanciato da Ronchi la campagna “#DaphneCaruanaGalizia Time to #EndImpunity”, una richiesta di giustizia per tutti i giornalisti che sono stati uccisi e di cui non si conosce ancora il mandante dell’assassinio. «Negli ultimi 5 anni sono stati uccisi ben 28 giornalisti in Europa – ha spiegato Del Freo -. Bisogna cercare di difendere la libertà di stampa ora come non mai, in quanto alcuni Paesi hanno approfittato della situazione pandemica provocata dal Covid-19 per limitarla». La Turchia è sicuramente uno dei paesi che più minacciano la libertà di stampa, oltre all’Ungheria, la Russia, la Polonia e anche la vicina Slovenia. In seguito alla campagna di giustizia per Daphne a Ronchi dei Legionari, Giulietti ha ribadito come il piccolo comune isontino di 12mila abitanti sia la capitale della libertà di stampa europea, nonché luogo della memoria e dell’azione, grazie alla realizzazione della panchina della libertà di stampa e del murales.
L’opera dedicata alla giornalista maltese era già stata precedentemente mostrata alla sorella di Daphne, Corinne Vella, quando si era recata a Ronchi per la consegna della terza edizione del premio. Oggi i familiari della giornalista maltese, assieme gli amici, si sono collegati alla cerimonia con Leali delle Notizie, ringraziando ancora una volta l’associazione per le sue attività in memoria di Daphne e in favore della lotta per la libertà di stampa. «L’attenzione e l’adesione a queste iniziative da parte dell’ amministrazione comunale sottolinea e pone in risalto ancora una volta i valori di questa comunità, di cui i cittadini di Ronchi dei Legionari ne sono gli eredi – dice il sindaco di Ronchi Livio Vecchiet -. La libertà di stampa e di pensiero sono valori che devono essere custoditi e difesi, per fare in modo che la verità e le verità, siano e diventino un bene imprescindibile della nostra società. Tutti abbiamo il dovere di difendere la libertà di stampa, perché rappresenta uno dei modi per sconfiggere e lottare il malcostume, la corruzione, la violenza, che si nascondono troppe volte dietro la lotta al potere, e che troppe volte continuano a manipolare e distorcere il senso ed il valore della nostra democrazia».
Pure il Governo si schiera a fianco degli operatori dell’informazione: Andrea Martella ha infatti ricordato la riattivazione del Centro di coordinamento dell’attività di analisi e scambio di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. «La politica e le istituzioni hanno il dovere di creare le condizioni perché i giornalisti, tutti gli operatori dell’informazione e l’intero settore dell’editoria, possano svolgere al meglio il loro lavoro, la loro funzione, facendo vivere pienamente i principi affermati dall’articolo 21 della Costituzione – afferma Martella -. Questo Governo sta cercando un accordo equo tra le parti per un giusto compenso per i giornalisti, in quanto questa categoria di lavoratori per far bene il proprio mestiere ed essere davvero libera deve veder riconosciuti i propri diritti ed essere retribuita come merita».
Il murales è stato realizzato per Leali delle Notizie anche con il sostegno e la collaborazione del Comune di Ronchi dei Legionari, della Parrocchia Maria Madre della Chiesa, di Ecofiniture – Colori e finiture edili, di Container – Tendaggi per interni, di Chiurlo Tec, del Servizio tecnico e degli operai comunali e dell’amico dell’associazione Renato Chittaro. «La nostra missione in questi anni è quella di essere vicini ad altre realtà come la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Articolo 21 e l’Ordine dei Giornalisti per ribadire la necessità di una stampa e di un’editoria libera – afferma Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie -. La panchina della libertà di stampa e il murales sono due tasselli delle tante attività che continueremo a fare per lottare per la libertà di stampa e di espressione e per chiedere giustizia per tutti quei giornalisti che vengono uccisi o minacciati perché fanno il proprio mestiere».
Leali delle Notizie continua a lottare per la libertà di stampa e ricorda tutti i giornalisti che sono stati uccisi o minacciati perché hanno avuto il coraggio di raccontare la verità.
Massimo Racozzi prima dell’ inaugurazione ci ha rilasciato un’intervista che dimostra come sia importante mantenere la memoria e poterla tramandare. Questa la testimonianza di un padre insieme ai suoi figli davanti al murale: “Guardate quella donna. Dovete sapere chi è. È importante per voi, per il vostro futuro. Quel volto, il volto di Daphne, è composto dai volti di tutti i giornalisti morti ammazzati mentre cercavano la verità”. «Ci siamo incontrati e salutati e mi sono reso conto che lavorare su una storia di una persona che non c’è più era molto delicato e difficile. Il compito di cercare attraverso la tua sensibilità di far rivivere chi era forte e tenace come Daphne. Guardavo i suoi occhi e mi sono reso conto che non riuscivo a realizzare quello che desideravo veramente, continuando a guardarci a vicenda – spiega Massimo Racozzi – e sempre più mi rendevo conto di aver prodotto qualcosa che non era mio. La notte mi ha portato consiglio e il lavoro ha preso una via diversa. La progettazione rivolta ad una redenzione in cui è presente un notevole scarto per via della componente umana e la fisicità dei materiali. Gli articoli erano elementi diversi e avvicinarsi alla notizia è stato un atto fisico e non mentale. Creare il volto assemblando le notizie scelte e usare la forbice su un’immagine funebre. La selezione che ho fatto nel selezionare le pagine dei giornali aveva come scopo quello di restituire ai fruitori stessi la trasmissione dell’impegno e l’importanza del significato dell’opera. Il lavoro di realizzarla possiede sempre un livello egoistico e personale all’inizio ma poi non è più mia e diventa di altri. Devi credere in quello che hai fatto». Tutti lo crediamo dopo averla vista su quella parete bianca asettica ma resa immortale per la minuziosa cura di assemblare piccoli frammenti di carta stampata, con le foto dei giornalisti e della stessa Daphne , rigorosamente in bianco e nero da cui emerge il viso sorridente che Daphne rivolge ai passanti ogni giorno e la sua presenza a Ronchi è diventata universale; come segno distintivo che non si deve mai cedere alla rassegnazione e al dolore ma perseguire la ricerca della verità.