Biennale Cinema 2024, Biennale di Venezia — 19/09/2024 at 14:52

Vermiglio, Leone d’Argento alla 81° Mostra internazionale del Cinema di Venezia

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RUMOR(S)CENA – VENEZIA Maura Delpero, originaria di Bolzano, nella sua carriera di cineasta esordisce come documentarista esplorando il confine tra finzione e realtà. Il suo primo lungometraggio, Maternal, è stato oggetto di numerosi riconoscimenti quali  la menzione speciale al 72 esimo Festival di Locarno, il Kering Women in Motion Young Talent Award al 73 esimo Festival di Cannes. Ha ricevuto anche il Nastro d’Argento nel 2021 e il David di Donatello 2022 come miglior regista esordiente.

A Venezia ha presentato il suo secondo film, Vermiglio, selezionato  per partecipare ai 21 film in Concorso, e risultato vincitore del Leone d’Argento alla 81esima Mostra internazionale del Cinema di Venezia – Gran premio della Giuria.

La regista, con questa sua seconda opera, torna nella terra natale del padre: Vermiglio un piccolo villaggio di montagna della Val di Sole in Trentino. È una dedica in omaggio alla figura paterna: “Una storia collettiva e individuale allo stesso tempo. Poco dopo la sua morte, mio padre mi è apparso in sogno come un bambino di 6 anni. Non lo avevo mai conosciuto così, sembrava molto felice e stava nella casa della sua infanzia” , questa la motivazione che la regista ha spiegato in conferenza stampa a Venezia. Vermiglio ripercorre le quattro stagioni dell’anno – sottolineate anche a tratti dalla colonna sonora vivaldiana oltre che da Chopin – nell’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale.

Attraverso la narrazione di una vita semplice fatta di lavoro, fatica  e privazioni di una famiglia con il suo patriarca, padre, marito e padrone,  interpretato da un superlativo Tommaso Ragno (la sua carriera di attore è iniziata recitando a teatro diretto tra gli altri da Strehler, Ronconi, Martoni ed Emma Dante), unico maestro elementare dell’unica scuola esistente in paese, frequentata di giorno dai bimbi e di sera  dagli adulti. Con lui nei principali ruoli di protagonisti, recitano Martina Scrinzi, Roberta Rovelli, Giuseppe De Domenico, Orietta Notari e Carlotta Gamba.

Nello svolgersi della trama, insieme agli svariati personaggi interpretati sia da attori professionisti e non, che si avvicendano davanti alla macchina da presa, l’occhio della regista si sofferma sulle tre figlie che compongono la numerosa prole del maestro ed alle conseguenze che le vedranno, tutte, coinvolte; quando – inaspettato – accade un  fatto nuovo che assume le sembianze di un giovane soldato siciliano disertore, Pietro, (interpretato da Giuseppe De Domenico),  il quale inevitabilmente si legherà alla famiglia che lo ospita, innamorandosi  della figlia Lucia (Martina Scrinzi, originaria di Villa Lagarina in provincia di Trento).

Anche sulle più alte vette innevate del Trentino, la guerra incombe come una minaccia lontana, ma con un sottofondo costante. Qui la resistenza è quella delle donne, che devono fare i conti tutti i giorni con una dura realtà di sopravvivenza della propria prole. Mentre il mondo cerca di emergere dall’immane tragedia della Seconda guerra mondiale, la famiglia Graziadei dovrà fare i conti con la propria personale battaglia. Tra silenzi, parole sussurrate e sguardi profondi, tutti custodiscono un proprio segreto, ma nessuno sa che Pietro, il disertore, nasconde quello più grande che sbilancerà il tessuto familiare durante l’avvicendarsi delle quattro stagioni che porteranno alla fine della guerra.

Maura Delpero ha realizzato un ritratto molto intimo, e che la riguarda molto da vicino, quello di un contesto contadino semplice e chiuso in se stesso, concentrandosi sulle sue donne, e soprattutto sui cambiamenti e l’evoluzione della condizione femminile, che con la fine della guerra, poco per volta, cresce, in un mondo che sta per voltare pagina per sempre. Torna ad esplorare la maternità dopo Maternal, questa volta acutizzando la sua visione in un ambito familiare che si svolge in un periodo storico molto particolare. Se il suo primo film era ambientato in Argentina, all’interno di una casa per ragazze madri gestita da suore, e senza una sola figura maschile, la seconda opera della regista bolzanina la vede tornare, geograficamente parlando, in patria con una nuova storia ambientata appunto a Vermiglio, il paese della sua famiglia paterna, del suo personale linguaggio familiare.

Il rigore estetico della ricostruzione storica di Maura Delpero, i dialoghi essenziali del film, i personaggi reali scelti direttamente dalla stessa regista uno per uno (così ha raccontato) e che parlano, anche nel film, esclusivamente in dialetto, risultano visivamente accattivanti e mentalmente stimolanti. Ma non sempre riescono a scaldare il cuore nei momenti in cui l’emozione pura dovrebbe fare da protagonista. Non è certamente un film per tutti, anche se parla dei cicli essenziali della vita: e forse, proprio questa, potrebbe essere una potenziale chiave di accesso alla fruizione della sua visione.

Visto in anteprima alla 81esima Mostra internazionale di Arte cinematografica di Venezia

Nei cinema di tutta Italia dal 19 settembre

A Bolzano al Cinema Capitol Multisala (ore 18) e a Trento Supercinema Vittoria (ore 18 e 20.45)

Proiezioni al Cinema Fucine di Ossana (Trento): Giovedì 19 settembre ore 21.15 Venerdì 20 settembre ore 21.15 Sabato 21 settembre ore 17.30 e 21.15 Domenica 22 settembre ore 17.30 e 21.15 🎥 Proiezione al Cinema Alpi Temù: Giovedì 19 settembre ore 18.00 e 21.00 Venerdì 20 settembre ore 21.00 Sabato 21 settembre ore 18.00 e 21.00 Domenica 22 settembre ore 18.00 e 21.00

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