Recensioni — 19/12/2019 at 09:40

Settanta volte sette: Ama la verità, ma perdona l’errore

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RUMOR(S)CENA – SETTANTA VOLTE SETTE – TEATRO DEL CERCHIO – PARMA – Chi potrebbe mai perdonare l’assassino di un fratello? Chi può comprendere il pentimento di un peccato tanto grave? Chi addirittura oltre-passare un dolore così forte, fino ad arrivare a prendere solo in considerazione l’idea di trovarsi vis à vis con colui che ha procurato quello strazio ed addirittura tendergli la mano?
L’incrocio di destini portati in scena in “Settanta volte sette” dal Collettivo Controcanto al Teatro del Cerchio di Parma, racconta cosa accade nel poi di un evento tragico e doloroso oltre l’immaginabile, dopo un omicidio. Al di là delle luci dei telegiornali, dei quotidiani; al di là di quel paio di giorni in cui la notizia è fresca. Un racconto quotidiano, reso veritiero dalla recitazione degli attori Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca – anche regista dello spettacolo- e, voce fuori campo, Giorgio Stefanori, che riporta lo spettatore alla realtà e alla necessità di una riflessione, al di là del concetto cristiano, sul perdono.

 

“Settanta volte sette”, spettacolo vincitore del Festival Teatri del sacro 2019, è la trasposizione, in scrittura collettiva, di una delle tante storie che ogni giorno scorrono nei nostri video: una sera come tante, un ragazzo qualsiasi in compagnia di amici in un bar alza il gomito, litiga con un suo coetaneo, uno qualsiasi, e la lite si trasforma in omicidio. Uno vive l’altro muore. Il primo viene arrestato e tradotto in un carcere. Del secondo rimane la rabbia e il dolore di chi resta, del primo la vergogna e l’incredulità di chi gli sta accanto.Un racconto non facile reso in modo non scontato ma grazie alla drammaturgia ha saputo ben dosare, come in movimenti musicali, momenti di leggerezza alla tensione e allo strazio, intervallati da silenzi-pause in cui il dolore, dall’una e dall’altra parte, risuona e dà maggiore significato all’agire e alle parole.

Fluiscono, come il tempo che passa, la sedimentazione del dolore, la voce, bloccata in un eterno presente, nei messaggi vocali, la presa di coscienza dell’errore e la volontà di riscatto, in cambi scena tutti esposti al pubblico, tra buio e luci si accendono per illuminare le vite, i momenti. Quadri, spaccati di vite che il pubblico vive quasi vuojeristicamente, perché gestiti nella regia e nella recitazione con tale naturalezza da apparire, soprattutto quest’ultima, cinematografica, fatta di piccoli movimenti dei volti e gesti minimi. Il gruppo di Controcanto Collettivo non ha rappresentato una storia, ha creato uomini e donne vivi tratti da loro stessi, per dirla a mo’ di Stanislavskij.
Il tempo diventa, così, protagonista: quello che ha valore solo per ciò che si fa mentre lui, inesorabile scorre. Per tutti. Perché sia attori, sia vicenda che pubblico appartengono a quella barca smembrata e rimontata scenograficamente sul palco.

Visto al Teatro del Cerchio di Parma il 26 ottobre 2019

 

 

 

drammaturgia originale: Controcanto Collettivo

ideazione e regia: Clara Sancricca

con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca

voce fuori campo: Giorgio Stefanori

scenografia e costumi: Controcanto Collettivo e Antonia D’Orsi

disegno luci: Cristiano Di Nicola

foto di scena: Simone Galli | Atlas fotografie

in coproduzione con Progetto Goldstein

con il sostegno di Straligut Teatro, Murmuris e ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Verdeco-prente Re.Te. 2017

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