RUMOR(S)CENA – ROMA FRINGE FESTIVAL – ROMA – In occasione del Roma Fringe Festival 2019 che in questa edizione aveva come tema L’Indipendenza, è andato in scena al Teatro La Pelanda dell’ex-Mattatoio, Il Signor Dopodomani L’indicibile sproloquio di un condannato a vivere. Nonostante la presenza in sala di un pubblico ristretto lo spettacolo è stato apprezzato ed applaudito. Il testo di Domenico Loddo, prodotto dall’Associazione dei 3 Mestieri di Messina con la regia di Roberto Zorn Bonaventura, è un monologo avvincente a carattere allegro e melanconico al tempo stesso. Non si parla di attore ma di performer: Stefano Cutrupi indossa i panni di un uomo in frack protagonista del suo stesso dolore che traduce in parole, movimenti scenici e cazoni. Si coglieva un problema dell’acustica vincolante: lo spazio scenico di 260 metri quadri è stato allestito con un registratore a nastro sulla destra e uno stereo per cassette a sinistra.
Un uomo vestito in abito elegante inizia il suo sproloquio mandando in REC il registratore e in PLAY lo stereo con una vecchia cassetta. È lo show della sua vita con dentro tutte le canzoni che gli ricordano lei, il rumore del mare, la voce dell’amata e di quella storia “durata una eternità di soli tre anni”. In un conflitto tra istinto e ragione, odio e amore, il Signor Dopodomani vestito di apparente gentilezza mostra tutta la sua ingratitudine nei confronti della donna che l’ha lasciato con una registrazione vocale in cassetta. È un personaggio inizialmente rigido e impacciato che si presenta al pubblico con calma fisica ed alterità verbale. L’attore, inizialmente, usa toni altisonanti e squilibrati vomitando le parole del testo come un difficile scioglilingua. Il Signor Dopodomani si mostra come quello che pensa di essere per trasformasi poi in ciò che sente di essere ed infine in ciò che è. Due verbi all’infinito che convergono in una coniugazione al presente. Tutto si srotola all’interno di riflessioni sui massimi sistemi dell’universo e sull’assurdità matematica per cui tre moltiplicato per zero fa sparire il tre così come sono spariti i tre anni di relazione con Ada. Man mano che scardina la legge gravitazionale di Newton squarciando il velo di Maya di Schopenauer per abbracciare il pensiero di Chopin che si allontana fisicamente dall’amata per scrutarla e iniziare a guardarsi dentro, la scena cambia prospettiva verso un crescendo performativo efficace. Da questo momento in poi lo spettacolo scorre con più intensità sia nell’interpretazione dell’attore sia del testo scenico inizialmente lento. L’attore vive con più sicurezza le emozioni del personaggio fino ad una impeccabile interpretazione canora di C’è tempo di Ivano Fossati. Il testo della canzone prima parlato poi cantato giunge come un pugnale nel cuore degli spettatori che si sentono chiamati in causa all’evento teatrale. Quelle parole sembrano scrutare non solo il Signor Dopodomani ma anche ogni singolo spettatore che come lui ricerca una soluzione al dolore. La ricerca del protagonista diventa ricerca di una ragion d’essere nel mondo: “viviamo non per ottenere qualcosa ma per perdere le cose a poco a poco”.
Per giungere poi alla rassegnazione per cui l’amore finisce così come la vita concepita come un fatto inspiegabile. Le parole cambiano senso divengono schiette e volgari, si liberano del loro peso semantico verso un gestus quasi definitivo. L’ombra del Signor Dopodomani è sempre presente sulla scena con l’aiuto delle luci che disvelano in maniera netta una maschera come di cera, l’identità quasi impotente di un uomo perduto verso un’apoteosi sacrificale del proprio “io”, quell’io che alla fine sceglierà di conoscere.
Visto al Teatro La Pelanda il 12 gennaio 2019
Il Signor Dopodomani. L’indicibile sproloquio di un condannato a vivere.
di Domenico Loddo
con Stefano Cutrupi
regia di Roberto Zoen Bonaventura
aiuto regia Marcantonio Pinizzotto
voce di Ada Cristiana Nicolò
costumi Aurora Melito
elementi scenici Carlo Omodei
foto di scena Giuseppe Contarini
locandina Riccardo Bonaventura
produzione Teatro dei 3 Mestieri.
Visto il 12 gennaio 2019 alle ore 22.00 al Teatro La Pelanda ex-Mattatoio di Roma