Chi fa teatro, Cinema, Culture, Recensioni Film — 20/01/2025 at 11:04

Tonino Conte nello splendido documentario “Qui ci vorrebbe un regista”

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – Quando si pensa a Tonino Conte, si pensa ad un uomo forte, vulcanico, visionario e irriverente. Una persona senza dubbio affascinante che ha segnato un’epoca e una città, cambiando per sempre il modo di fare teatro in Italia. Al cinquantesimo anniversario della fondazione e il novantesimo della nascita di Tonino, il suo storico fondatore, il Teatro della Tosse di Genova il 18 gennaio scorso, in Sala Trionfo, ha voluto invitare il pubblico genovese per l’anteprima del documentario Qui ci vorrebbe un regista, prodotto da Rai Cultura e realizzato da Felice Cappa, che sarà poi visibile su Rai 5 il 25 gennaio alle 22:30 circa  (e poi disponibile su RaiPlay).

Emanuele Conte

Erano presenti non solo gli attori della compagnia, ma tanti amici, giornalisti e critici, che hanno conosciuto Tonino e che non hanno certo dimenticato il suo valore e il suo operato. “Siamo tutti emozionati per questa anteprima davanti ad un pubblico vivo, cosa differente di quanto il film sarà trasmesso in tv” ha detto Amedeo Romeo, direttore della Tosse dal 2015. Ed aveva pienamente ragione perchè in Sala Trionfo si palpava chiaramente quel sentimento di fratellanza che univa i presenti nel ricordo di un ”amico”. Un grande amico, un grande uomo di teatro com’è stato Tonino. Un personaggio delineato alla perfezione da Felice Cappa, giornalista regista, autore teatrale e collaboratore della Rai, che ha anche curato l’Enciclopedia dello spettacolo del Novecento (Baldini & Castoldi). Cappa ha restituito la figura di Tonino Conte nella sua completezza, presentando a chi lo conosceva, ma soprattutto a chi di Tonino sapeva poco, un quadro completo del grande regista, drammaturgo, scrittore e poeta napoletano che ha amato Genova come fosse la sua cittàdi origine.

Tonino Conte Lele Luzzati Aldo Trionfo

Le immagini del documentario partono con una testimonianza di Renzo Piano che Tonino lo conosceva bene e che stimava sinceramente, poi il fil rouge lo ha condotto lo stesso Tonino attraverso il burattino che lo raffigura (splendida creazione dei fratelli Colla). E’ quel bellissimo (e forse troppo dolce rispetto al vero Tonino) alter ego che ci ha condotto per i vicoli di Genova, i muri dei Forti, le viste panoramiche del porto, ma soprattutto all’interno della vita di Conte ripercorrendo la sua parabola esistenziale e artistica,  legata a doppio filo alla città di Genova, al rapporto d’amicizia e collaborazione con lo scenografo Emanuele Luzzati e con tanti altri protagonisti della vita culturale della città della Lanterna.

la marionetta Tonino Conte

Tante le immagini di repertorio dei principali spettacoli realizzati da Conte a partire dagli anni ’60 corredate dalle testimonianze di coloro che lo hanno accompagnato in un viaggio teatrale “sui generis” lungo una vita. Da Enrico Campanati a Lisa Galantini, Diego Fabbri e naturalmente il figlio Emanuele. Il documentario scorre la grande avventura nel teatro di Tonino Conte cominciata nel 1957 in uno scantinato di via XX Settembre, proprio sotto la Borsa Valori, dove si esercitava il teatro off e si metteva in scena la drammaturgia del tempo. Uno spazio che diventò mitico sotto il nome di La borsa di Arlecchino a cui diede vita e spirito Aldo Trionfo, Emanuele Luzzati, e Myria Selva. Lì si incontrarono tanti artisti tra cui Paolo Poli, Carmelo Bene, Fabrizio De André e dove il ventenne Tonino Conte mosse i suoi primi passi nel teatro. 

Tonino Conte

Da quel momento la vita di Tonino cambiò, capì subito che doveva e voleva fare il regista e il suo pensiero andava ben oltre gli stetti confini del teatro tradizionale, ma anche oltre gli stretti confini dell’edificio teatrale. Tonino volle portare il teatro  fuori, all’aperto, alla gente per strada, e ci riuscì con grande successo.  Come racconta nel documentario la compagna di una vita Maria de Barbieri, Tonino riuscì a raccogliere i suoi spettatori al Forte Sperone, chiamati a una forma di teatro itinerante. Ma anche nel borgo di Apricale, e ancora ai capannoni Ansaldo e alla Diga Foranea di Genova. In occasione del lancio nel 2008 in un’intervista il regista disse: «Portare il teatro in campagna è tornare alle origini, perché all’inizio il teatro si faceva sui prati, tra persone dello stesso ambiente. Persino in Grecia, la gente si sedeva sul declivio di morbide colline e assisteva a commedie e tragedie prima ancora che si pensasse alla gradinata di pietra. Tornare alle origini di un teatro fatto senza scene, né costumi, né trucco».

Questo era Tonino Conte e noi invitiamo caldamente chi non era presente all’anteprima di Genova a non perdersi lo splendido lavoro di Felice Cappa visibile tra pochi giorni su Rai 5 .

Visto al Teatro della Tosse di Genova il 18 gennaio 2025

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