RUMOR(S)CENA- ESTATE TOSCANA 2020 – FESTIVAL – In una giornata di elezioni amministrative in alcune regioni italiane, tra cui la Toscana che vede la Lega ambire il governo della Regione, guidato dalla sinistra dal dopoguerra ad oggi , è interessante fare un bilancio per quanto parziale, del settore Cultura e Spettacolo abbia prodotto in questa estate 2020, che sì ha riaperto gli spazi alla fruizione del pubblico, ma al contempo si è anche dovuto misurare con la temperie pre e intra pandemia mondiale da Covid-19.
Si sono spostati i consueti appuntamenti sia come Festival che come Happening e residenze estive, slittati o confezionati in regime di rigide normative di sicurezza e con un occhio di riguardo al controllo dei luoghi e delle persone nel rispetto delle direttive governative. Tutto questo in attesa dell’autunno e di una speranza (ad oggi abbastanza precaria), di un ritorno ad una sorta di quasi normalità. Scesi dai balconi o semplicemente usciti dalle stanzette dotate di computer e telecamere da dove è continuata almeno in Rete, la militanza degli artisti, operatori, studiosi e di un pubblico sempre curioso e presente, pur con le limitazioni e complicanze organizzative del distanziamento, che ha ridotto del trenta per cento delle presenze degli spettatori, l’estate toscana 2020 può dirsi fiera della capacità di auto-cura e di pensiero sul come reagire e interagire alla calamità piovutaci addosso.
Il vero problema nei mesi futuri sarà l’incognita istituzionale a livello di Governo centrale e regionale, e quello di comprendere e saper gestire le risorse che il comparto, già debole di suo, in quanto da decenni decurtato di finanziamenti come del resto è accaduto con la Sanità e la Scuola. In questa estate anomala in Toscana alcune realtà interessanti e coraggiose saranno ricordate: il Festival A Veglia–TEATRO DEL BARATTO ideato e prodotto da Elena Guerrini alla sua 14esima edizione che si svolge nei territori del Comune di Manciano (Grosseto). Elena Guerrini, attrice e operatrice culturale ( ha fondato e dirige la Compagnia Orti Insorti, ha lavorato con Pippo Del Bono e nel cinema), è di originale spessore e segnalava già in tempi non sospetti la necessità e il senso profondo del fare teatro dentro gli spazi comunitari delle piccole realtà locali. Il richiamo alle radici del territorio si inscrive dentro una location straordinaria: la bellezza della Maremma toscana, fra la costa tirrenica e la Val d’ Orcia Patrimonio Unesco, fra campagne e località termali rinomate, con una formula unica: si accede come pubblico alla visione di performance e spettacoli nei borghi del Comune portandosi da casa la propria seggiola, (“a veglia”, appunto, come nelle corti secondo le usanze dei contadini), godendo di musica e spettacoli in cambio di vino olio formaggi con cui gli artisti vengono ripagati a fine spettacolo.
Fra i vari appuntamenti artistici si segnala la conversazione Quale futuro per lo spettacolo dal vivo ideato da Elina Pellegrini ed Elena Guerrini con interventi sui temi del dono e del baratto. Fra gli interventi l’antropologo Roberto Lazzaroni, Mimma Gallina, Massimo Paganelli. La conversazione è stata occasione per confrontarsi sulle comunità teatrali ai tempi del Covid-19, su come le Istituzioni teatrali, le Compagnie, gli artisti hanno reagito alla emergenza sanitaria di fronte alla chiusura dei Teatri, alla perdita del lavoro, alla necessità di re-inventarsi i pubblici, gli spazi, la visibilità, il ritorno a una diversa normalità che soddisfi i criteri dei D.P.C.M. Dalla ristrutturazione degli spazi interni delle sale in vista della nuova stagione invernale alle chiusure dei piccoli spazi. Dalle proposte open air per gli spazi estivi. Come gli artisti e le istituzioni hanno reagito nella fase della quarantena: trasferimento on line delle iniziative dei singoli, concorsi on line per performance individuali in rete-promozione di artisti attraverso nuove riviste on line, cambiamento di parametri anche retributivi per lavoro in smart-working.
Si è citato il caso esemplare di Armando Punzo a Volterra col Teatro Carcere che si è inventato la lotteria degli spettatori per far accedere il pubblico in forma democratica data la pesante riduzione degli ingressi nella Casa di pena. Oltre al caso del Teatro del Baratto di Elena Guerrini a Manciano che nel tempo e fin dagli esordi ha portato in piazza artisti come Marco Baliani, è stata ricordato Roberto Castello a Porcari( Lucca) con La festa del presente un mercatino di scambio in forma di baratto sulle mura cittadine e il caso di Santa Fiora ( Grosseto) con Canta Fiora, il prestigioso Festival musicale dove si sperimenta lo scambio fra abitanti che ospitano i musicisti. Il Festival che quest’anno non ha potuto avere luogo, lo scorso anno è stato diretto da Roy Paci . A Pisa, invece, nella cornice dello splendore del Parco di San Rossore ha avuto luogo la terza e forse ultima edizione visto che il Comune di Pisa ha tagliato completamente i contributi, Lucciole di Settembre /Altre visioni, contro festival nei boschi di Coltano, ideato e diretto da Alessandro Garzella, regista e ora anche attore. Oltre al lavoro creato con la sua Compagnia Animali celesti fondata dieci anni fa dentro lo spirito del Teatro d’arte civile, il festival ha ospitato Marco Martinelli Teatro delle Albe, Chiara Bersani, Collettivo Pikaia, Michela Lucenti Balletto civile, Michelangelo Ricci Teatro dell’Assedio, Teatro Nucleo-Teatro Julio Cortazar Natasha Czertok, Sara Capanna e Michele Scappa.
Il lavoro, visionario, del regista pisano (è stato fondatore della Città del Teatro di Cascina e direttore artistico per oltre 20 anni) si intitolava AKELDAMA- cinque modi di tradire in versi. Dentro una magica atmosfera naturale di alberi e ombre, un lavoro itinerante in forma di quadri in cui il pubblico volta a volta poteva godere di immagini surreali su temi delle diverse forme del concetto di tradimento. In questa occasione è stata presentata la seconda edizione del progetto L’ATTORE DISSENNATO, percorso formativo sulle pratiche teatrali in contesti della follia e dell’immigrazione. Altro esempio di buone pratiche teatrali e culturali in tempi di Coronavirus Alba e Tramonto Festival diretto da Francesco Chiantese nei territori di Castiglione d’ Orcia (Siena) un festival di spettacoli, eventi, poesia, musica, passeggiate con degustazioni per dialogare col territorio. Un Festival per valorizzare il territorio Patrimonio Unesco Nella nostra tradizione fortemente contadina- ha spiegato il direttore Chiantese, alba e tramonto erano non solo metaforicamente i limiti della propria giornata. Sono stati ospiti fra gli altri Vittorio Continelli, Ugo Giulio Lurini, Talenti Tintinnanti, musica blues e i Cantori del Maggio castiglionese