Cinema — 20/10/2013 at 14:45

Tutto “Uscio e bottega”, il film diretto da Marco Daffra in prima nazionale il 22 ottobre in Toscana e poi ad Amsterdam, Canada e Chicago

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Così vicini. Senza il “così lontani”. Uscio e bottega a Firenze identificava la vicinanza tra l’abitazione e il laboratorio artigianale, ma anche quella solidarietà popolana e popolare, rionale e di quartiere che si è andata perdendo. E “Uscio e Bottega” è il lungometraggio low cost (100.000 euro il costo totale, in parte pagato da sponsor privati, tra i finanziatori anche la Toscana Film Commission) che il regista Marco Daffra ha spremuto dalle pagine del libro “C’era una volta porta a porta” di Brunetto Salvini che da ottant’anni (oggi ne compie 86) calca le scene ed i palcoscenici del teatro vernacolare fiorentino.

Un cast di innumerevoli cammei con la meglio fiorentinità attoriale. Un elenco infinito tra gli interpreti brillanti, partendo da Leonardo Pieraccioni che ha suggerito il titolo, Carlo Conti che dona una prima voce fuori campo, un lampo di Giorgio Panariello. E poi Katia Beni, la postina alla quale i due gemelli identici, interpretati entrambi da Andrea Agresti, fanno continui scherzi di identità, Cristiano Militello nelle vesti di un cardinale, il grande e compianto Carlo Monni (il 23 ottobre giorno che sarebbe stato quello del suo settantesimo compleanno verrà posta la targa alla fermata del tram delle Cascine con il nome dell’attore di Campi Bisenzio) nella parte del Papa (molto vicino all’attuale Francesco), Andrea Kaemmerle, del Teatro di Bientina e Utopia del Buongusto, è il Signor Panchina opinionista di calcio, Bustric un alto prelato, Niki Giustini e Novello Novelli, Adriano Miliani, Daniela Morozzi, Graziano Salvadori, Fulvio Ferrati, la giornalista Francesca Tofanari, Sergio Forconi, Walter Santillo, Gaetano Gennai, fino alle apparizioni di Eugenio Giani, Narciso Parigi (che regala la ballata liet motiv di tutto il film) e Giancarlo Antognoni nella parte di se stessi.

Una Firenze da cartolina con scorci meravigliosi e scenari mozzafiato, tanto che, prima della fine del 2013, la pellicola sarà nelle sale ad Amsterdam, Calgari in Canada e Chicago. Ci sono i lungarni e l’immancabile Ponte Vecchio, gli Uffizi e l’Arno con i suoi riflessi, la notte di San Giovanni e i “fochi”, San Niccolò, i canottieri e via de’ Neri, il David e il Biancone, fino al cotto dell’Impruneta. I proverbi ed i modi di dire fiorentini si sprecano (“diamine”).

Il tutto ruota attorno ad una trasmissione televisiva, simil “Porta a Porta”, che appunto si chiama “Uscio e Bottega” dove un mellifluo e viscido conduttore che si strofina le mani, come Andreotti, per le disgrazie ed i terremoti, filodestrorso, guerrafondaio e bigotto, (interpretato da Antonio Petrocelli il protagonista del famoso sketch con Francesco Nuti sugli insaccati ed i partiti politici in “Caruso Pascoski”) alla quale viene invitato Lapo – Brunetto Salvini che scompagina i piani del format con le sue domande irriverenti ai poteri forti della Chiesa, dell’Esercito e della Politica ospiti in studio. Domande talmente sentite e “giuste” che il Papa Monni lo convoca nel suo studio per una risata di cuore ed un abbraccio fraterno.

Nel mezzo le zingarate di quattro compagni di merende che molto, troppo, ricordano i più celebri “Amici miei” con scherzi annessi. Una Firenze che non esiste più. Il film sarà il 22 ottobre al cinema Adriano, mentre nelle prossime settimane sarà possibile vedere “Uscio e Bottega” al Grotta di Sesto Fiorentino, al Cabiria di Scandicci, a San Casciano, Figline, Soci, Montefiascone, al nuovo Spazio Alfieri.

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