RUMOR(S)CENA – INCONTROLUCE RESIDENCY – RONZONE – CLES – (Trento) – Mamadou Dioume storico artista della compagnia di Peter Brook, tra i massimi pedagoghi e attori teatrali, guiderà a Ronzone e a Cles in Val di Non (Provincia di Trento) dal 22 al 25 agosto la prima edizione di Incontroluce Residency. Una residenza artistica promossa da Spazio5 arte contemporanea che coinvolge artisti provenienti da diverse discipline espressive. Il tema del lavoro si concentra sul tema dell’Antenato dei Sogni e della Memoria. La residenza d’arte è arricchita attraverso uno stage che si svolgerà dal 23 al 25 agosto su selezione a chiunque intenda svolgere un lavoro di ricerca personale o approfondire la propria indagine artistica. I partecipanti lavoreranno insieme a Mamadou Dioume e con gli artisti in residenza presso la Casa Sociale Caltron.
Punto di partenza del progetto residenziale è il film “Incontroluce” realizzato del regista Manuel Canelles, che si ispira al percorso di narrazione autobiografica di Lucia Andergassen, nata in Val di Non negli anni ’60 quando in età adulta sente il bisogno di ricomporre il flusso di ricordi smarriti nel tempo attivando una relazione anche con i discendenti di una madre non biologica, emigrati negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso. Ed è la stessa Lucia a ospitare il progetto a Ronzone a testimonianza del valore dell’identità e del percorso autobiografico. Il progetto è impostato come un’edizione zero per un format di residenza artistica multidisciplinare, un tentativo dal basso senza alcuna forma di contributo e finanziamento pubblico per riqualificare il bisogno degli artisti di connettere pensieri, stabilendo un patto di lavoro comune, un nuovo sistema di lavoro creativo, al di fuori delle logiche del sistema. La residenza prevede l’elaborazione di una performance finale e la realizzazione di un catalogo che comprenda attraverso fotografie, elaborati, testi, il processo creativo e le varie fasi dello studio. Oltre a Manuel Canelles, tra gli artisti coinvolti partecipa anche la performer Silvia Morandi, i musicisti Silvio Gabardi e Anika Dobreff, l’artista Nazario Zambaldi e la videomaker Eva Loprieno.
«In questo senso il format di una residenza artistica – afferma il regista Manuel Canelles- permette di raccontare una distanza ricongiunta dove lo spazio non è visto come luogo divisorio ma come un territorio di riscatto e di speranza. Nello specifico invita l’incontro tra generazioni per conoscere storie di luoghi e persone in un’ottica di partecipazione e condivisione comunitaria. Prosegue l’approccio laboratoriale e invita le persone a ricercare nuove connessioni nell’archivio dei propri ricordi ed acquisire strumenti di integrazione e lettura»
Mamadou Dioume: «vorrei lavorare con gli artisti e con i partecipanti allo stage, sui significati Ho notato dal teaser del film che Manuel Canelles sta realizzando, un forte collegamento tra i suoni, le immagini, le fotografie antiche e gli spazi, come se Lucia Andergassen attingesse a piene mani dalla natura. Per questo motivo voglio suggerire di lavorare sulla narrazione partendo da una storia che a ognuno di noi è stata raccontata (e che ognuno porta con sé perché serve per la vita terrestre) e ci sta influenzando e una in cui sono stato o sono protagonista. Ed è lì che andiamo sui sogni per far scattare qualcosa di sotterraneo e di inconscio».