BOLOGNA – Ogni idea, concetto, desiderio, immaginazione, nasce dall’attività della mente chiamato pensiero. Un processo ideativo che porta a creare e sviluppare progetti il cui pensiero originario è scaturito da una serie di interrogativi necessari per dare forma ad uno degli eventi (non solo) teatrali, più importanti ed originali che siano mai stati realizzati in Italia: “Futuri Maestri” del Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena (in provincia di Bologna). Alla base di un lavoro durato due anni e pensato come progressivo finalizzato alla rappresentazione teatrale andata in scena all’Arena del Sole di Bologna, la Compagnia del Teatro dell’Argine e lo staff composto da registi, drammaturghi, attori e attrici, (“maestri” e “ospiti”, artisti, tecnici,) si è posta un interrogativo fondamentale per la genesi e lo sviluppo di una creazione artistica a cui hanno partecipato mille studenti di ogni ordine e grado. «Ci stiamo interrogando su come fare arte con la città. Su come creare dei percorsi di bellezza partecipata. Su come far convivere (…) teatro, cittadinanza, poesia, spettatori, chi spettatore non è o non è ancora, in un unico, grande, organico processo creativo. Su come produrre uno spettacolo scritto con l’aiuto di tutti e che potenzialmente possa essere interpretato da tutti. Su come il teatro, un teatro possa diventare il luogo dell’incontro, dell’ascolto, della conoscenza reciproca non solo tra persone, tra membri della stessa comunità, tra cittadini e cittadine. È così che è nato “Le Parole e la Città (…). Con lo stesso impegno, lo stesso sguardo, abbiamo lavorato a “Futuri Maestri” » – così si leggeva sul catalogo distribuito in teatro.
Un vero e proprio manifesto programmatico dove le parole inclusione e partecipazione rappresentano il leit motiv di tutta la creazione per la scena. Mille e più di mille “Futuri Maestri” dove è accaduto qualcosa di straordinario: la partecipazione di classi intere di scuole primarie, secondarie, licei, scuole dell’infanzia, provenienti da tutta la regione Emilia Romagna. Una preparazione in aula tramite i laboratori propedeutici, incontri con i registi, partecipazione a teatro e visione di spettacoli. Un avvicinamento progressivo iniziato nel 2015 e concluso nel mese di giugno 2017, dove è stato chiesto a migliaia di allievi di discutere, pensare e rispondere su quesiti esistenziali sulla loro vita e su quali ideali, proposte, suggerimenti provenienti dalle loro riflessioni. Termini come “Amore, guerra, lavoro, crisi, migrazione” sono stati utilizzati per suscitare le discussioni (anche per iscritto tramite domande) e suddividere il tutto tra “cosa li indigna (al momento della proposta la declinazione era al presente, ndr) e cosa li attrae, cosa li spaventa e cosa li emoziona e per cosa sono disposti al sacrificio”.
Pensieri soggettivi e riflessioni guidate fino ad arrivare alla stesura del copione chiamato anche “lettera d’amore, il loro atto d’accusa”. Copione o drammaturgia scritta da decine e decine di mani, tra chi lo fa per professione e chi (come i giovani) si affacciavano per la prima volta sulla scena e non solo quella teatrale. L’importanza primaria di “Futuri Maestri” (definita anche “l’utopia del cambiamento”) sta in un valore sociale prima ancora che artistico e teatrale; un’utopia nata da una volontà di dare ai giovani un’opportunità di farsi protagonisti, di diventarlo sul serio per una serie di fattori che cercherò di spiegare tramite la valorizzazione di concetti quali aggregazione, coesione, condivisione e parità. A partire da un dialogo serrato, continuo, capace di ascoltare prima di fare; Un “sogno” un “ideale” trasformatosi in una corale dimostrazione di quanto sia possibile rendere concretamente ad una scelta etica ed artistica portata avanti negli anni dal Teatro dell’Argine.
Lavoro con le nuove generazioni capace di metabolizzare i loro desideri ma anche le incertezze, paure, fino a farle divenire delle occasioni di gioia, stupore, piacere nel fare, formazione e divertimento. E senza cadere nel rischio di incorrere in una retorica fin troppo facile da far emergere in una progettualità dove i temi etici e socio culturali si incrociano. Nicola Bonazzi,Andrea Paolucci, Vincenzo Picone,Mattia De Luca (drammaturghi e registi insieme a Paolo Fronticelli e Giacomo Armaroli) si sono prodigati fin dall’esordio del progetto di instillare nei giovani protagonisti la capacità di riflettere con la sensibilità a loro appartenente, senza alterarne la spontaneità del pensiero che sa guardare alle criticità esistenziali con quella propositività a cui noi adulti dovremmo sempre confrontarci. Senza dimenticare però che il loro presente è segnato da inquietudini a cui tutti dobbiamo trovare delle risposte-soluzioni. Il teatro così come condotto in “Futuri Maestri” (un allestimento capace di movimentare centinaia di giovani ad ogni replica) diventa esempio proficuo di una formazione pensata con lungimiranza e mirata a far emergere quanto scrivono gli autori dello spettacolo: « (…) abbiamo deciso di prendere a prestito quattro parole (crisi, migrazione, lavoro, conflitto), più una universale per i ragazzi (e per loro fondamentale), quella dell’amore. Cinque parole per confrontarsi e su cui riflettere, cinque filtri tematici a partire dai quali sovvertire e sconquassare (termine apparentemente d’urto, ma essenziale in una società anestetizzata qual’è la nostra attuale, ndr) un tempo che i nostri giovani attori (oltre ad essere stati attori va detto anche il ruolo impartito loro a scuola e nella stessa società in cui sono inseriti, testimoni di una modalità di diffusione della cultura, ndr), sentono spesso come difficile e incerto, ma da cui, anche, si sentono inevitabilmente interpellati, e che perciò mette in gioco le loro scelte, le loro speranze, la forza della loro determinazione e del loro coraggio. Non a caso è l’utopia del cambiamento ad aver guidato il filo del copione..».
L’utopia a teatro?
Il Teatro dell’Argine nasce con questo principio -ideale se si va ad analizzare a ritroso la sua genesi: la Compagnia nata ben 23 anni fa ha scelto di dedicarsi alla formazione teatrale con i più piccoli, dall’età dell’infanzia al periodo adolescenziale. La scelta drammaturgica è ricaduta su spettacoli del repertorio teatrale ove potesse emergere quell’utopia ( in forma allegorica) o come gli autori scrivono anche “distopie” (significa la descrizione di una società immaginaria, al contrario di un’utopia, come rappresentazione di un mondo fittizio e proiettato nel futuro con le sue tendenze sociali, politiche percepite nel nostro presente attuale e passibili di una trasformazione sempre più negativa. Il riferimento è ai testi di “Mistero Buffo” di Majakovskij (riferito all’Inferno), la “Città dell’Oro” in “Ascesa e caduta della città di Mahagonny” di Brecht; “Numanzia del trattamento” mai tradotto in film “Porno – teo – kolossal” di Pier Paolo Pasolini, o ancora, la “Nubicuculia” che fa parte della commedia “Gli uccelli” di Aristofane (e altri ancora). Da questi titoli i giovani protagonisti sono stati sollecitati ad immaginarsi quali possono essere oggi quei luoghi descritti dagli autori drammaturghi e registi che hanno scritto nel corso dei secoli; dando una loro personale descrizione di come li collocano anche in base agli abitanti attuali. “Chi li abita?” e “Che rapporto intrattengono con le parole che abbiamo scelto di indagare?”.
Domande in grado di aprire un orizzonte ampio di altri interrogativi per arrivare a delle proposte concrete e divenute la sintassi drammaturgica di “Futuri Maestri”. Un’architettura scenica coreografica e recitativa dove l’inclusione delle idee si è manifestata con coesione e una sorprendente vivacità, frutto del lavoro corale di tutti. Come sia stato possibile realizzarlo forse sfugge anche agli stessi ideatori, se pur coscienti del lavoro immane e faticoso di inglobare un tassello dietro l’altro. Un “tassello” così lo chiamano gli autori «…riempito di un contenuto imprevisto, eppure, nell’orizzonte favoloso e grottesco dello spettacolo, del tutto pertinente e giustificato: la città di partenza è la città di una crisi da risolvere; l’inferno è quella dei dannati della terra (i migranti); la città dell’oro è quella di un lavoro come chimera irraggiungibile; la città militarizzata è la città di una politica sentita come conflitto e mai come conflitto e mai come dialogo; la città degli uccelli è quella dell’amore. Ogni città è diventata la tappa di una trama che incrocia l’idea del viaggio e del percorso iniziatico.. ».
Il discorso prosegue nel testo consegnato ai media, ma è sufficiente per capire come questo “viaggio iniziatico” si è palesato alla fine sul palcoscenico del Teatro Arena del Sole, riempendolo ogni sera. Un vero esempio di teatro partecipato e non solo perché e’ stato possibile salire in scena, quanto, anche, diventando portavoci e rappresentanti di più soggetti, persone, categorie, riunendo negli attori non “attori”, le identità multiple, grazie alle loro voci, diffondendo ogni strato sociale, singolo o gruppo sociale. Identità analizzate e riconosciute e con il valore aggiunto della possibilità da parte degli adolescenti di sentirsi appartenere nel rappresentare anche i loro coetanei.
Un risultato che va ben oltre al significato artistico quanto sociologico e capace di germinare nelle loro vite anche per il futuro. Certamente resta un prodotto creato per la Scena, il Teatro, ma chi dice che non abbia anche forgiato nelle loro menti una sensibilità più duratura, rispetto a temi etici, sociali, e perché no anche politici? Merito della partecipazione dei 9 “Maestri”, tra cui Alessandra Morelli delegata per l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Ignazio De Francisci, magistrato e Procuratore generale di Bologna, Alessandro Frigola, cardiochirurgo e direttore del reparto di Cardiochirurgia delle patologie congenite nell’adulto e nel bambino dell’IRCCS Policlinico San Donato Milanese (Milano), Yusra Mardini, atleta nuotatrice Team Refuges e Ambasciatrice di buona volontà dell’UNHCR. Gli incontri propedeutici sono stati fondamentali per la riuscita del progetto, con l’incontri-conferenze, tra i quali Michela Murgia alla quale è stato chiesto di spiegare quali delle sue opere sono state ispirate dalle cinque parole che compongono le “fondamenta”: amore, guerra,lavoro, crisi, migrazione. Roberto Saviano ha dedicato ai giovani interpreti un suo scritto – lettera, oltre ad aver risposto alle loro domande. Lo spettacolo “Un amore esemplare” di Daniel Pennac. Mostre e incontri legati dallo stesso filo conduttore.
“Futuri Maestri” mi fu spiegato già due anni fa da Andrea Paolucci, fin dalla sua genesi e con la richiesta di sottoporre ai giovani futuri attori, delle domande quesiti per iniziare a riflettere su argomenti di più vasta portata. Un incentivo a capire anche per chi scrive, quanto sia importante stimolare, affiancare, sostenere la crescita delle nuove generazioni. Nel mese di giugno scorso tutto questo si è materializzato in una rappresentazione corale, e se vogliamo prendere a prestito pure un termine come monumentale, sia per le forze umane messe in campo, sia per l’energia fisica, vocale, sensoriale, non verbale, tecnica e creativa, a cui abbiamo assistito nella festosa ultima replica dove al termine della rappresentazione, la festa di chiusura è stato un momento emozionante per tutti.
Partecipanti e ospiti, ragazzi e ragazze, registi e artisti. Una micro società radunatasi nel chiostro antico dell’Arena del Sole. Un futuro già partito verso destinazioni che il Teatro dell’Argine ha tracciato dove la rotta scelta porterà ancora verso nuovi traguardi. Vedere sulla scena entrare con precisione registica le centinaia di ragazzi e ragazze colorati racchiude come in un quadro di un pittore rimasto impresso nella memoria collettiva del pubblico. Noi !
“Futuri Maestri” è in finale al Premio Rete Critica nella categoria Migliore progetto/organizzazione.
un progetto del Teatro dell’Argine
partner Emilia Romagna Teatro Fondazione in occasione del quarantennale della sua attività, Teatro Arena del Sole, Teatro Comunale di Bologna, Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Mediateca di San Lazzaro di Savena
collaborazioni Altre Velocità, Biografilm Festival, CDH – Centro Documentazione Handicap, Cooperativa Accaparlante, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, ITC Teatro di San Lazzaro, librerie.coop, Mediamorphosis, Teatro Comunale Laura Betti, ATER circuito regionale dell’Emilia Romagna, Teatro delle Temperie, La Baracca – Teatro Testoni Ragazzi
enti Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana di Bologna, Comune di Bologna,
Comune di San Lazzaro di Savena,
Università di Bologna – Dip.to di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” – Scuola di Psicologie e Scienze della Formazione
con il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna,
Gruppo Unipol, Coop Alleanza 3.0, Alce Nero
coordinamento comunicazione Profili
e con il patrocinio di Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagnaal progetto è stata conferita la medaglia del Presidente della Repubblica