Teatro, Teatrorecensione — 21/10/2013 at 21:32

Ironica e metafisica la Alkestis di Lia Chiappara al Libero di Palermo

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Piazza Marina, Palermo: fumosi e pregnanti profumi di “meuserie” e “panellerie”, a pochi passi e a una manciata di ore dalla street rave discoteca della Vucciria, accompagnano l’entrata alla soglia surreale del Teatro Libero di Beno Mazzone. Un mondo sospeso come solo la magia del teatro d’altri tempi ha saputo illustrare è quello che incontriamo superata la pesante tenda che separa il foyer dalla sala del teatro, definita da colonne incastonate in pareti bianchissime, dove il pubblico volentieri si lascia smarrire in attesa dell’apertura del sipario.

Il mito di Alkestis viene messo in scena attraverso l’attualizzazione del potere, così dei soldati divengono ironici spauracchi di un mito dionisiaco evocato da un copricapo che richiama foglie di vite, intrecciate in elmi verdognoli e in disfacimento. Il complesso scenografico nella sua interezza è mosso da un allestimento in cui a contaminare ogni cosa è un senso di corruzione che assume l’aspetto di fiaba, connotata dai costumi di Dora Argento, che impreziosiscono la verticalità di una tensione metafisica che ribalta su di un tetto un infero e terrigno cimitero. Luca Iervolino/ Mr. Thanatos e Rosario Sparno/ Mr. Apollon sono eccentrici becchini e personaggi della mitologia che recano un saldo appiglio con il mondo classico, seppure contaminato da pose da commedia dell’arte, maschere bianche oppure demoni cadaverici con inserti rossastri e quasi vampiresche sono le parvenze di questi due eccezionali interpreti oltremondani.

Come nella tragedia greca, le azioni non avvengono in scena – dichiara l’autore Manlio Marinelli – ma vengono raccontate da personaggi strani e stralunati, degli autentici anti-eroi, scorie di un’umanità dolorosa e insieme ridicola.” Come d’altro canto grottesca appare la figura di Eracles incarnata da Francesco Gulizzi, che ben rende l’idea di un potere egoista e disgustoso, viziato dalla violenza e dalla tirannia; a cui si contrappone la grazia della decisa e composta Viviana Lombardo/Alkestis.

 Giorgia Coco è l’ottima interprete di una donna popolana, attraversando ogni possibilità del linguaggio, scavando le ragioni di un talento innato per un timbro dialettale che ben sa evidenziare con consapevolezza, sposa le intenzioni della regista Lia Chiappara, sensibile ai problemi del linguaggio e agli insegnamenti di Leo De Berardinis. Nonostante non si accenni nel finale ad alcuna possibilità di salvezza, questo spettacolo nasce per essere rivolto a un pubblico di giovani quindi da formare e trans-formare.

Alkestis è prodotto dallo stesso Libero di Palermo; che ha sempre inteso rivolgersi ai più giovani e ai diversi linguaggi performativi, prediligendo anche quest’anno per la 46esima stagione internazionale anche la danza contemporanea e un’apertura a realtà dell’avanguardia europea. L’impronta ironica e comica dei personaggi interpretati da Matteo Contino ed Enrica Volponi celano una ontologia della Bellezza che traspare dalle primissime note cantate ed eseguite dal vivo dagli attori sulle musiche di Ruggero Mascellino, che narrano dell’eterno duello tra vita e morte.

Visto l’11 ottobre al Teatro Libero di Palermo repliche fino al 31 ottobre

 Alkestis

liberamente ispirato all’omonimo mito

drammaturgia di Manlio Marinelli

regia di Lia Chiappara

con Giorgia Coco, Matteo Contino, Francesco Gulizzi, Luca Iervolino, Viviana Lombardo, Rosario Sparno ed Enrica Volponi

musiche di Ruggero Mascellino

scene Dora Argento

luci Gianfranco Mancuso

 immagini di scena Luca Mazzone

 

 

 

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