Teatro, Teatrorecensione — 21/10/2014 at 11:02

Figli di un Dio precario. Il teatro delle Forche porta in scena il (non) lavoro.

di
Share

MASSAFRA (Taranto ) – Il Teatro delle Forche ha casa a Massafra. Una delle residenze della rete pugliese. E’ da anni in questa piccola e carinissima cittadina di provincia edificata su gravine di età imprecisata. Lì nelle gravine si formalizzavano i primi tentativi di rappresentazione all’alba dei tempi. Di origine religiosa, poi Panica, infine orgiastica. Terra di misteri eleusini, terra del dionisiaco, di tarantate e vespri di buono (o cattivo) auspicio.

forche4
Foto di Giuseppe Martella

Oggi è un po’ diverso. Il teatro qui lo si immagina di Pirandello, Shakespeare, Goldoni, De Filippo. Sacralità. Ma il teatro è anche altro. Lo sa chi lo fa per mestiere. E cerca di educare questo pubblico, affezionato alla tradizione, a linguaggi contemporanei; senza automatizzare l’uomo ai nuovi media o alla virtualità tecnologica.E quelli del Teatro delle Forche lo fanno. Lo fanno da tempo. Contestualizzandosi nel territorio. Non facendo arte per incensarsi. Tant’è che il pubblico, a fine rappresentazione di “Come tu mi vuoi” – che non è certo Pirandello né ha nulla di canonico o classico tradizionalmente inteso – giurano che è tutto limpido, tutto intuibile seppure vestito dei velati abiti della sperimentazione, della ricerca, del non immediatamente intellegibile. Quel “vedo non vedo” che alimenta il rapporto d’intesa tra pubblico e attori. Quel palesarsi a poco, per chiavi di lettura molteplici. L’erotismo di cui parla Lehmann per spiegare il post-drammatico.

forchenew
Foto di Vito Montemurro

Come tu mi vuoi” porta in scena una tematica comune, urgente: il lavoro. O meglio, la mancanza e la precarietà. Giancarlo Luce e Ermelinda Nasuto canalizzano un testo assemblato dai racconti di Tommaso Pincio e Christian Raimo. Due autori romani che cercano di dribblare la crisi scrivendo bene. Fisicità e impegno in questa produzione ultima del Teatro delle Forche. Un continuo movimento, una corsa interrotta solo nel finale, quando una pistola spunta in scena e i due protagonisti mirano l’uno contro l’altro: la rabbia sociale sfocia nell’uomo contro uomo. Per un’ora abbondante di inscenato corsa ed esercizi fisici a composizione di scene, grammatica drammaturgica: perché “il mondo sembra fermarsi e la gente corre” dice il regista Giancarlo Luce nel dopo spettacolo. Lo sport analogia di approccio religioso collettivo, oppio dei popoli, uno strumento di evasione nazional popolare. E all’incensare il corpo per non perdersi, per consunzione mentale. Menti consumate dai compromessi, dalle sudditanze, dalle fatiche per redditi non commisurati ai reali meriti.

forche2
Foto di Giuseppe Martella

Uno scontro generazionale, inoltre, tra un diversamente giovane e una ragazza trentenne. Uno spaccato sociale. Dove la biomeccanica la fa da padrone, dando contesto a un tema sdrucciolevole nella retorica, altrimenti. La reiterazione del modus scenico appare altra traccia di poetica, a mantenere un ritmo elevato e gradevole ma eccessivo, a tratti, per l’economia generale dello spettacolo. “Stare sia dentro che fuori dalla scena non è semplice” – confessa ancora il regista –  “essere sia attore che alla regia confonde”. E gli diamo ragione. Fatto sta che lo spettacolo, in cui la forza attorale è midollo per l’efficacia, perde ogni tanto di smalto. Bene il coordinamento fra gli attori, pur essendo individuali per gran parte dell’allestimento, connessi verticalmente tra loro: effetto straniante. La Nasuto a suo agio con una partitura fisica e linguistica non di semplice affronto in cui dimostra talento e crescita in progressivo. Luce conferma la sua esperienza, sincronizzando, voce, corpo, gesto, facilità di espressione, tenuta di scena. Dedicandosi meno alla partitura e maggiormente al ‘darsi’, lo spettacolo rimbomberebbe.

forche1
Foto di Giuseppe Martella


Come tu mi Vuoi
Teatro delle Forche – Teatri Abitati
da due racconti di Tommaso Pincio e Christian Raimo
regia Giancarlo Luce
con Giancarlo Luce e Ermelinda Nasuto
costumi Mariella Putignano
disegno luci Franz Catacchio
 
Visto al Teatro Comunale di Massafra domenica 12 ottobre ’14 – rassegna Mutazioni d’autunno Teatro delle Forche Massafra (Taranto)
Share

Comments are closed.