CAMPI BISENZIO – Più o meno coetanei, certamente li accomuna quella ventata d’aria fresca renziana che da qualche tempo sta dilagando a macchia d’olio. Il nuovo sindaco di Campi, Emiliano Fossi, ed il nuovo direttore artistico del Teatro Dante, Andrea Bruno Savelli. Quest’ultimo figlio adottivo dell’autore e regista Angelo, tra i fondatori dei Pupi e Fresedde e del Teatro di Rifredi, assieme a Giancarlo Mordini e Francesco De Biasi. Sono entrambi quarantenni e legati dalla stessa passione viscerale per la Fiorentina, tanto che Savelli è opinionista calciofilo viola su reti televisivi e canali radio locali con qualche apparizione anche a “Quelli che il calcio” ai tempi di Simona Ventura.
Da Alessandro Benvenuti (che non ha preso benissimo la sua non riconferma o, se vogliamo, allontanamento quando a tutti pareva naturale un suo nuovo incarico proprio perché legato a doppio filo al sindaco, allora assessore alla cultura) ad Andrea Bruno Savelli. Sembra un passo ampio per disparità di carriera (anche per questioni meramente anagrafiche), di esperienze, ma è proprio quello che cercava il nuovo corso dell’amministrazione: “Alessandro ha fatto un grande lavoro – spiega Fossi raggiunto telefonicamente – ci ha permesso di ripartire, di rilanciare il Dante dopo tanti anni di chiusura, ha fatto in modo che ritornasse nell’ottica delle persone come un luogo fruibile; detto questo, oggi avevamo bisogno di una figura più presente, che si spenda di più sul territorio, che stia a contatto con tutte le realtà associative campigiane”.
Già perché dopo la scadenza dei due mandati triennali dell’ex Giancattivo, la direzione e le scelte artistiche del Dante era stata affidata ad una gestione partecipata collegiale riunita sotto il nome di “Movimento AnDante” aperto a proposte ed iniziative. Quindi se il programma della stagione ’13-’14 è stato approntato da queste collettivo di più anime e correnti cittadine ed è in atto, Savelli junior (fondatore anche della “Compagnia del Pepe” e della “Scuola nazionale di comicità Massimo Troisi”), che verrà ufficialmente nominato nei prossimi giorni, darà il suo apporto e impulso per la stagione successiva.
Un cartellone che potrà essere messo in piedi con i confermati 380.000 euro che l’amministrazione si è impegnata per quest’anno ma anche per il prossimo ad erogare per il teatro cittadino. Teatro che cambierà nome e verrà intitolato ad un grande attore sottovalutato dai suoi concittadini: in primavera si chiamerà “Teatro Dante Carlo Monni”. Forse a lui avrebbe fatto piacere. E tutto torna, tutto ha un senso, ed il cerchio si chiude perché Savelli era tra gli amici più vicini con Carlo (fu lui insieme al factotum di Monni, Ettore, ad organizzare nel maggio scorso l’atipico scanzonato e commovente funerale tra il sacro ed il comunista al Teatro di Rifredi, ed anche tra i primi all’intitolazione della fermata della tramvia alla Cascine), presente in tutte le ultime produzioni messe in scena insieme a cominciare dal “Decamerone” passando per “S’io fossi foco”, il “Falstaff e gli allegri compari dell’Osteria del Cinghiale” fino a “La beffa del grasso legniaiuolo”, piece vista ed apprezzata, parole sue, dal sindaco Fossi. Testi che assecondavano la boccaccesca e poetica preparazione del Monni, esperto cantore dall’Ottava rima e dintorni. Certo nella carriera di Savelli ci sono state piccole parti in pellicole d’autore come “El Alamein”, anche “Don Matteo” e spettacoli non passati alla storia come “Viola di rabbia e d’amore” oppure “Cecco toccami”.
In qualche modo la scelta di Campi è in continuità sul fronte del teatro brillante e scanzonato, più autoriale quello di Benvenuti, anche se non è da sottovalutare l’attività nel teatro ragazzi di Andrea Bruno; tra i suoi titoli che più hanno replicato, a Rifredi e non solo, “Il Dottor Watt e la signorina Lampadina” sul consumo energetico, “Aci Babà e i quaranta pedoni” su una corretta condotta sulla strada, “Alla ricerca dell’acqua perduta”, sullo spreco idrico, “Il riciclone” sulla raccolta differenziata. Insomma impegno sociale a favore delle fasce più giovani della società. Proprio quelle che Fossi vorrebbe maggiormente coinvolgere con questa nuova spinta: “Ho chiesto che si lavorasse molto con i ragazzi delle scuole, come pubblico ma anche dal punto di vista attoriale (Savelli dovrà anche “parlare” con il Centro Iniziative Teatrali di Manola Nifosì e Sergio Aguirre, storici organizzatori del festival “Luglio Bambino” di Teatro ragazzi, ndr)”.
Un rapporto tra i due basato su stima reciproca, fiducia e amicizia cementata dall’esperienza maturata da settembre fino alla serata dell’Ultimo dell’Anno: “Non eravamo partiti con le scelte definite a tavolino, ma la sua candidatura prima e nomina poi è diventata una cosa naturale in questi mesi. Andrea ha aderito ed è intervenuto al percorso partecipativo, ha dato una grande mano, si è prodigato a titolo gratuito, con freschezza, competenza, passione e tanta voglia di lavorare, qualità ed entusiasmo, e per questo siamo in piena consonanza. A chi pone la critica della poca conoscenza del territorio (quello che si dice sia mancato in questi anni benvenutiani, ndr) rispondo che Savelli in questi mesi ha appianato anche questo gap con una presenza costante”. Intanto il 28 gennaio il Teatro Dante da Spa diventerà una Fondazione.