Recensioni — 22/02/2025 at 18:53

Una straordinaria Elisabetta Pozzi in Cassandra o dell’inganno

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RUMOR(S)CENA – GENOVA – Un grande attore, o una grande attrice, si vedono già dal loro ingresso in scena. Possiamo dire che non hanno bisogno di aprire bocca per dimostrare la loro presenza scenica che preannuncia da subito quanto si andrà ad ascoltare. Ecco, Elisabetta Pozzi è una di queste ”grandi attrici”. E lo dimostra ancora una volta in questi giorni al Teatro Duse di Genova, in scena fino a domenica 23 febbraio, interpretando Cassandra o dell’inganno.

Come lei stessa dice in scena la figura di Cassandra l’ha catturata da quando si recò a Micene e vide la grande porta capeggiata dai due leoni (oggi senza teste) attraverso la quale era passata la gemella di Eleno e sorella minore di Ettore, figlia di Ecuba e di Priamo, nonchè sacerdotessa nel tempio di Apollo ,fatta prigioniera da Agamennone dopo la vittoria su Troia. La Pozzi realizza lo spettacolo Cassandra – O del tempo divorato nel 2011 con la collaborazione del giornalista Massimo Fini e del marito compositore Daniele D’Angelo, il quale ha creato una vera e propria partitura che si sviluppa di pari passo alla parola. Dopo diversi adattamenti l’attrice lo riporta in scena ancora, dopo quattordici anni, con un titolo leggermente diverso, appunto Cassandra o dell’inganno, un lavoro che parte come una narrazione e a poco a poco diventa uno spettacolo che coinvolge il pubblico in una vicenda antica che diventa contemporanea senza soluzione di continuità.

La Pozzi usa alcuni brani degli autori che in ogni epoca hanno raccontato la figura mitologica di Cassandra , mescolandoli con il suo intervento sul testo e soprattutto con la sua sensibilità, mettendo in scena una magnifica denuncia della nostra realtà su cui troppi ancora rifiutano di aprire gli occhi. Le parole auliche di Seneca, Eschilo ed Euripide si intrecciano a quelle di Christa Wolf, Jean Baudrillard, Nietzsche, T.S. Eliott, Wislawa Szymborska per  delineare un personaggio di estrema attualità.  La profetessa che predisse, non ascoltata, la caduta della città di Troia nello spettacolo della Pozzi finisce per proiettarsi in avanti, riportando all’oggi i grandi temi della fine della civiltà come emergono dalle riflessioni di scrittori d’oggi che hanno parlato della condizione umana. L’attrice genovese assieme a Massimo Fini ha voluto presentare sul palcoscenico una riflessione  riguardo ciò che ci ha portato a credere che ogni civiltà, in ogni tempo, assimili il proprio nemico, un “Cavallo di Troia” che ne segnerà inevitabilmente la dissoluzione.

Lo spettacolo inizia con il racconto di Cassandra nel momento in cui, come bottino di guerra, attraversa la porta dei leoni di Micene per recarsi al palazzo di Agamennone. Sa già cosa aspetterà sia a lei che al re ucciso dalla moglie Clitennestra nella vasca da bagno la sera stessa dell’arrivo in patria, e sa come sempre che il conoscere la verità non servirà a nulla.  Nonostante sia consapevole della sua impotenza, Cassandra è una figura forte che non si vuole rassegnare combattendo fino alla fine, ed infatti si presenta al pubblico in abiti maschili con ai piedi un paio di anfibi. Sopra questo abbigliamento nel corso della narrazione porrà una tunica lacera, che la riporta all’arcano passato. Tali vesti ci presentano l’attrice in tutto il suo splendore quello che l’ha vista spesso protagonista al teatro di Siracusa nelle vesti della stessa Clitennestra nell’Orestea di Eschilo o di Medea. Elisabetta Pozzi è l’attrice delle tragedie greche in tutta la loro grandezza. In questa produzione Teatro Nazionale di Genova e CTB Centro Teatrale Bresciano oltre a riportare le parole dei grandi tragici del passato ha messo in scena una magnifica denuncia della nostra realtà su cui troppi ancora rifiutano di aprire gli occhi.

Cassandra crediti foto Ilaria Vidaletti

Evocativa la scenografia di Guido Buganza, dominata da grosse cornici bruciate che rappresentano un passato ormai in disfacimento e coinvolgenti le musiche di Daniele D’Angelo, sempre in perfetta simbiosi con il testo in un costante dialogo voce-musica.

Spettacolo da non perdere tanto per la bravura della protagonista quanto perchè atto ad instillare nello spettatore quei messaggi che dovrebbero accompagnarlo anche fuori dalla sala. Cassandra non può parlare ancora una volta invano.

Visto al Teatro Duse di Genova venerdì 21 febbraio 2025

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