Il Teatro di Rifredi deve “vivere!”: l’appello al Teatro Nazionale della Toscana della comunità di cittadine-i e artiste-i

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RUMOR(S)CENA – FIRENZE RIFREDI – “Tutto è bene quel che finisce bene” scriveva William Shakespeare: forse la citazione migliore per riassumere quanto accaduto a Firenze negli ultimi mesi tra Comune, Fondazione Teatro Nazionale della Toscana e il Teatro di Rifredi. Una sorta di “Questa sera si recita a soggetto” di pirandelliana memoria. Le premesse non erano delle migliori, considerata la situazione che si presentava per Rifredi a rischio cancellazione della sua stagione artistica-teatrale 2024/2025. Quasi fosse un peso (economico) per il Teatro della Pergola e la sua gestione tra promesse e smentite. Un ping – pong estenuante in cui le sorti di un teatro storico, un presidio di cultura e inclusione sociale, indispensabile per tutta la popolazione del quartiere (e non solo), alla fine si è risolto positivamente.

Nella conferenza stampa di presentazione del cartellone, avvenuta pochi giorni fa, l’assessore alla Cultura del Comune, Giovanni Bettarini, ha precisato che il Teatro Nazionale della Toscana non può esistere senza il Teatro di Rifredi (e Pontedera) all’interno della Fondazione. Anche la sindaca di Firenze, Sara Funaro ha voluto esprimere il suo sostegno politico – amministrativo (in quanto presidente del Cda della Fondazione Teatri): “Lo status del Teatro nazionale della Toscana non è in discussione e le stagioni di Rifredi e Pontedera già programmate si faranno». 

Daniel J. Meyer – Premi Max Y Butaca

Il Teatro di Rifredi inaugura la sua Stagione il 22 novembre in prima nazionale con A.K.A ((Also Known As) di Daniel J. Meyer con Vieri Raddi per la regia di Angelo Savelli. Nuova produzione della Fondazione Teatro nazionale della Toscana. Tutto è bene quel che finisce bene? Forse è troppo presto per affermarlo vista la situazione pregressa che si trascinava da molto tempo. Non si tratta di un pensiero pessimista se pur legittimo, caso mai un tentativo di revisionare quanto accaduto nei mesi precedenti, e forse anche anni, conoscendo bene la storia del Teatro di Rifredi, realtà unica nel suo genere. 

A.K.A. – Vieri Raddi crediti foto Filippo Manzini

Scorrendo le cronache dei quotidiani locali di Firenze fino alla fine del mese di ottobre nessuno poteva promettere e garantire la stagione 2024/25. Il primo cda era stato fissato per il 30 ottobre dopo le elezioni comunali e nell’ultimo cda che era stato calendarizzato alla fine di maggio – primi di giugno di quest’anno, i componenti avevano deliberato unicamente la partenza della stagione del Teatro della Pergola di Firenze e di conseguenza la possibilità di mettere in vendita gli abbonamenti al pubblico. Condizione d’obbligo per avere un minimo di entrate economiche. La sua parte gli spettatori l’hanno sempre fatta, specie quelli di Rifredi vista l’affluenza record che si è sempre potuta notare anche di persona.  Nella Stagione 2023/2024 le alzate di sipario sono state 103 con un incasso lordo di quasi 180mila euro.

A.K.A. – Vieri Raddi crediti foto Filippo Manzini

In questo Teatro c’è anche un altro dato significativo che deve far riflettere: ottomila studenti hanno presenziato a numerose recite ed eventi culturali, segno che il valore aggiunto della programmazione artistica offre anche questo importante servizio alla sua città. Nei mesi scorsi al diffondersi della notizia sulla decisione di rivedere la posizione di Rifredi, all’interno della Fondazione Teatro della Toscana con il rischio della chiusura, ci fu una sollevazione popolare tra cittadini, artisti, associazioni e categorie sindacali. Segno inequivocabile che il timore di veder cancellata la storia di un Teatro come quello di Rifredi, non poteva essere tollerata alla luce di una tradizione consolidata che vedeva sia una nutrita partecipazione del pubblico (e di conseguenza la fidelizzazione), ma anche da parte di chi è salito sul palcoscenico e ha recitato.

Va ricordato che frequentandolo di persona mi sono sempre reso conto della virtuosa gestione sia artistiche e anche finanziaria, sottoponendo spesso la domanda di conoscere il bilancio complessivo e di come veniva gestita la programmazione con l’utilizzo di fondi pubblici, e le risposte ricevute sono sempre state esaustive. Un Teatro con i conti in regola e con la capacità di investire i contributi pubblici, se pur limitati, e fruttarli al fine di offrire al suo pubblico spettacoli di livello internazionale. Le testimonianze di solidarietà ma anche di protesta, nell’apprendere la ventilata decisione di cessare l’attività, dimostra quanto sia fondamentale preservare e conservare un lavoro incessante che Giancarlo Mordini e Angelo Savelli e tutto lo staff abbiano prodotto negli anni.

A.K.A. – Vieri Raddi crediti foto Filippo Manzini

«Ma come è possibile che il Teatro di Rifredi con la sua lunga e felice attività sia chiuso e la sua programmazione sospesa? Sono tempi davvero bui e angosciosi per tutto il nostro settore se questo accade non possiamo che unire le nostre voci a sostegno di Angelo e Giancarlo che così tante energie hanno profuso in tutti questi anni e augurarci che il Teatro di Rifredi possa tornare al più presto in piena attività».

Ecco alcuni degli appelli giunti al teatro da tutta Italia.

Maddalena Crippa e Peter Stein:

«Ma come è possibile che il Teatro di Rifredi con la sua lunga e felice attività sia chiuso e la sua programmazione sospesa? Sono tempi davvero bui e angosciosi per tutto il nostro settore se questo accade non possiamo che unire le nostre voci a sostegno di Angelo e Giancarlo che così tante energie hanno profuso in tutti questi anni e augurarci che il Teatro di Rifredi possa tornare al più presto in piena attività».

Lucia Poli:

È una vergogna e puro autolesionismo da parte delle istituzioni tenere fermo uno spazio come il Teatro di Rifredi che ha dato tanto alla città. Da anni le sue stagioni di prosa, il teatro ragazzi, gli eventi culturali, hanno visto la partecipazione di un pubblico affezionato e numeroso che ha avuto la gioia di ritrovarsi, confrontarsi, crescere insieme. Nel Teatro di Rifredi io sono stata tante volte attrice e tante volte spettatrice, sono diventata amica e complice, non posso credere che la cecità oggi dilaghi contagiosa come un’antica pestilenza! Un abbraccio affettuoso a tutti gli amici e i lavoratori del Teatro di Rifredi!

Emma Dante:

Come una doccia gelata mi giunge la notizia che la programmazione del Teatro di Rifredi è sospesa per problemi della Fondazione Teatro della Toscana. Angelo Savelli e Giancarlo Mordini che, da quarant’anni, gestiscono la programmazione di questo teatro, sono direttori e programmatori competenti, appassionati, colti, raffinati, ma soprattutto curiosi -spesso li ho incontrati in giro per i Festival più importanti d’Europa-, senza considerare fra i tanti, l’ultimo importante riconoscimento dell’Ubu al Teatro di Rifredi e ad Angelo Savelli per l’intenso lavoro di traduzione e promozione della nuova drammaturgia contemporanea. Se non fosse stato per il Teatro di Rifredi, io e la mia compagnia non avremmo mai messo piede a Firenze, dove grazie a loro, oggi c’è un pubblico che ci aspetta. Come noi molte altre compagnie perderebbero un grande punto di riferimento e una casa. Spero che i problemi si risolvano e che, chi ha dimostrato amore e dedizione per il proprio lavoro, raccolga oggi i frutti di tanti anni di fatica. A loro va tutta la mia riconoscenza.

Serra Yilmaz:

Trovo scandalosa e inaccettabile la minaccia che pesa sull’esistenza del Teatro di Rifredi, teatro che ha sempre funzionato benissimo facendo tutto quasi sempre da solo, sempre innovativo, curioso, aperto al mondo! Signori fateci un favore e scegliete la decisione giusta per la vita culturale della nostra città.

Nicola Piovani:

Quando si apre un teatro è una festa civile. Quando si chiude un teatro è un lutto, per tutti. Mi auguro che l’eroico Teatro di Rifredi – eroico come tanti teatri del nostro paese – continui a vivere per mille anni e più.

Mario Gelardi a nome del Nuovo Teatro Sanità (Napoli):

Il Teatro di Rifredi rappresenta una delle colonne portanti della cultura teatrale italiana. Uno sguardo internazionale che ha reso Firenze protagonista nella drammaturgia contemporanea. Angelo Savelli e Giancarlo Mordini sono promotori di un’azione teatrale che ha favorito e generato intere generazioni teatrali, a loro va la riconoscenza di tutti, nessun paese, regione o città, può fare a meno del loro apporto culturale e umano.

Tindaro Granata:

L’attività “umana” svolta da Angelo Savelli al Teatri di Rifredi, è stata linfa vitale per Firenze. Non posso parlare degli artisti che hanno fatto parte delle stagioni del Teatro Di Rifredi in questi anni (potrei essere frainteso e sembrare fazioso) basta leggere alcuni grandi nomi che hanno abitato quel luogo con il loro talento, ma voglio parlare della gente del Rifredi! Che “delitto sociale” non continuare ad alimentare di Teatro quel luogo fatto di gente appassionata, amante della letteratura e delle “Culture”! Sapete chi è la gente di cui parlo? La vostra gente, cari fiorentini, quella gente che prima di essere identificata come pubblico, sono le persone che formano quella speciale famiglia teatrale che si ritrova unita grazie al Teatro di Rifredi. Quante volte sono stato testimone dell’affetto della gente che veniva sceglieva di venire per la gioia di ritrovarsi grazie a teatro! Perché permettere di far morire tutto questo? In un tempo dove tutto va a rovescio, perché seguire l’anomala onda della sciatteria culturale e della dimenticanza di certi valori? Come non riconoscere alle persone che hanno lavorato l’amore e l’affetto e l’azione educativa all’Arte del Teatro svolta in tutti questi anni, con la loro gente?

Anzi, preciso, con la vostra gente, fiorentini e fiorentine! Non scorderò mai quando anni fa Angelo Savelli e Giancarlo Mordini non avendo i fondi necessari per completare quel cartellone, compravano, con i soldi ricevuti da amici per il loro matrimonio, lo spettacolo Geppetto e Geppetto (storia di amore di una famiglia omogenitoriale che sfidava i pregiudizi della gente del tempo). Mi auguro che Angelo Savelli e tutti/e del Teatro di Rifredi continuino a fare quello per cui siamo qui a testimoniare: unire la gente grazie ai sogni e alle speranze. Quei sogni che si realizzano! Quella speranza che ti fa superare ogni bruttura! Ne avete bisogno voi fiorentini e fiorentine tanto quanto ne abbiamo bisogno noi!

Lorenzo Baglioni:

Per me il Teatro di Rifredi è il Teatro che all’inizio dei miei primi passi ha creduto in me, che mi ha permesso di formarmi, di provare, di avere un pubblico, di confrontarmi con professionisti che questo mestiere lo facevano da anni. Il Teatro di Rifredi è un’oasi culturale e artistica, una boccata d’aria fresca per la nostra città, per la nostra arte, per il nostro teatro. Il Teatro di Rifredi è una famiglia, è un gruppo di donne e uomini, di artigiani della messa in scena teatrale, che con una dedizione al lavoro che raramente ho visto hanno reso un “piccolo” teatro fiorentino un centro di sperimentazione e innovazione teatrale con valore internazionale. Il Teatro di Rifredi è tutto questo, il Teatro di Rifredi è molto di più. Quando chiude un teatro è sempre una sconfitta. Se dovesse chiudere un Teatro di tale valore e successo è un’inspiegabile e insopportabile sconfitta. E allora, lunga vita al Teatro di Rifredi.

Un suo record personale lo ha conquistato pure un’affezionata spettatrice del Teatro di Rifredi che frequenta da più di 40 anni. Si chiama Annamaria Tedde, funzionaria del Comune di Firenze in pensione: «Vado sempre a vedere gli spettacoli in questo teatro, ci sono affezionata e L’ultimo Harem l’ho visto ben 16 volte e credo di essermi meritata il “premio fedeltà” proprio per questo, (Serra Yilmaz è l’attrice protagonista al Teatro di Rifredi, e in tournée in tutta Italia, dello spettacolo L’ultimo Harem con la regia di Angelo Savelli che dal 2004 in poi è andato in scena centinaia di volte: 200 repliche di cui 135 solo a Firenze. Un record assoluto, ndr).

Posso confermare che l’eccellente direzione e gestione di Rifredi abbia potuto beneficiare di quella fidelizzazione che si è venuta a creare nel corso degli anni. Ho sempre visto partecipare con entusiasmo le scuole di Firenze agli spettacoli a loro dedicati. Questo Teatro è diventato un luogo di aggregazione per tutto il quartiere e io che ci abito ho sempre percepito la sensazione di essere al sicuro la sera e la notte uscendo dalla sala. Un senso di sicurezza per il continuo via vai di persone che lo frequentano. Io considero ma non solo io, ma tutto il pubblico, un teatro propositivo dove si possono vedere spettacoli di tradizione teatrale ma anche un teatro di “rottura” capace di interrogare e far riflettere. Accanto c’è anche la sede di un Circolo Ricreativo e se non ci fosse il Teatro di Rifredi sarebbe un posto in ombra, defilato anche per la sicurezza personale di noi cittadini. E desidero pure testimoniare che mi ha sempre positivamente sorpreso la gestione economica attiva di chi lo dirige».

Testimonianze di affetto che sono arrivate a centinaia, molte delle quali provenienti da semplici spettatori con messaggi in cui oltre la solidarietà, esprimono forte preoccupazione e timore di non poter più usufruire del loro Teatro. Se ora la situazione appare normalizzata con l’avvio della Stagione, non è scontato che i problemi che risalgono agli anni precedenti da quando il Teatro di Rifredi è stato accorpato nella Fondazione Teatro della Toscana siano estinti. Già nella passata stagione 2023/2024 il Teatro di Rifredi aveva annunciato la Stagione resa pubblica in ritardo rispetto ad una preventiva campagna promozionale che desse il tempo ai media di darne notizia con debito anticipo. Per opera nel mondo dell’informazione è necessario poter ricevere le programmazioni artistiche in tempo per poterle poi diffondere sui propri mezzi di stampa. Ci si era posti delle domande a riguardo per comprendere quale potesse essere stata la causa di questo ritardo e il dubbio che ci fossero delle complicazioni a livello amministrativo da parte della Fondazione a cui faceva capo la responsabilità gestionale di Rifredi.

Teatro di Rifredi – Firenze

Ampio spazio è stato dai quotidiani locali di Firenze in questi mesi dopo l’annuncio della crisi della stessa Fondazione. Il Corriere Fiorentino il 26 settembre scorso scriveva a firma di Luca Gasperoni: “Scosse sul destino della Fondazione teatro della Toscana travolto da un terremoto che mette in dubbio, a meno di uno stanziamento di 9,5 milioni, come sottolineato dal direttore generale Marco Giorgetti, per mantenere lo status di Teatro Nazionale per l’istituzione capofila Teatro La Pergola e i relativi finanziamenti del ministero. A pagare il prezzo più alto potrebbe essere il Teatro di Rifredi, che non ha ancora definito il programma, né ha un direttore artistico”. In un altro passaggio dell’articolo si legge che “(…) e il rinnovo, ancora sospeso, del contratto come coordinatore dell’unità operativa per Giancarlo Mordini, anima del teatro (che per 36 anni ha ricoperto il ruolo di direttore artistico).

Il 27 settembre scorso La Repubblica Firenze pubblica una pagina intera dove il titolo non lascia dubbi su quanto stava accadendo dentro la Fondazione: «Giorgetti» “Sulla Pergola i soci devono decidere: con meno di 9 milioni non resta Teatro Nazionale”». Il giornalista Fulvio Paloscia nell’intervistare il direttore generale Marco Giorgetti scrive: «Non sono io a decidere se la Pergola continuerà ad essere teatro nazionale, ma i soci. Che, nel nome del risparmio potrebbe anche scegliere di far scendere il teatro al gradino inferiore, quello di Teatro di rilevante interesse culturale che significherebbe però la separazione da Pontedera e Rifredi (…)». Appare quasi un ultimatum come è scritto nella domanda successiva: “Sta dando un ultimatum? O nove milioni o morte?”. Giorgetti risponde che si tratta «Casomai di un grido d’allarme già lanciato per iscritto a Sara Funaro presidente della Fondazione, è lei che deve convocare il cda, ma nonostante l’abbia aggiornata sulle vicende della Fondazione, la sindaca non mi ha mai risposto né è mai venuta in teatro (…)».

Teatro alla Pergola di Firenze

Questo accadeva a settembre con il ping e pong della partita che si stava giocando, ma viene da porsi un’ulteriore domanda e riflessione: per far vivere Rifredi e Pontedera è obbligatorio aumentare il capitale? Giorgetti su Repubblica Firenze risponde che «Ad oggi manca all’appello circa un milione (…)».  Ma se Rifredi non ha mostrato in passato segni di sofferenza o perdite economiche che giustificassero il taglio e la cancellazione della sua programmazione, perché era stata ipotizzata una sua chiusura?  A rivolgere un appello ai Soci della Fondazione Teatro della Toscana si erano subito attivati anche l’Associazione Mutuo Soccorso Toscana Centro che conta oltre 2000 soci, la Spi Cgil del Quartiere 5 di cui fa parte Rifredi a cui sono associati 3500 iscritti, numerose associazioni culturali, e comuni cittadini, in cui tutti all’unanimità denunciavano la preoccupazione di veder cessare una realtà culturale che andrebbe ad impoverire il territorio fiorentino ma anche regionale e nazionale.

A pensarlo sono migliaia di abitanti, la voce del popolo che dal basso si rivolge a chi in alto ha il dovere oltre al potere di amministrare un bene pubblico.  Lo sanno bene chi deve prendere in tempi rapidi delle decisioni rispetto al programma che viene richiesto (entro gennaio 2025) dal Ministero della Cultura, riferito al prossimo triennio, in cui dovranno essere rispettati dei parametri molto severi per mantenere la qualifica (e i contributi) di Teatro Nazionale. L’augurio di tutta la comunità fiorentina e di chi dimostra da mesi la sua preoccupazione, è quella di sensibilizzare Teatro della Toscana, Comune e Regione affinché sappiano prendere la decisione più consona per perseguire un percorso e un progetto in cui sia ben chiaro quale è il posto, il compito, la missione culturale del Teatro di Rifredi; e quali le giuste risorse e le giuste regole per far gestire il Teatro di Rifredi e tutto il Teatro della Toscana. Per fare questo occorre la collaborazione e la determinazione di tutti gli attori coinvolti. Non quelli che salgono su un palcoscenico ma ruoli apicali nell’amministrare la Cultura a tutti i livelli politici e amministrativi.

A.K.A. – Vieri Raddi_ crediti Filippo Manzini

Un monologo che parla di identità, di differenza tra ciò che pensiamo di essere e ciò che la società vuole che noi siamo. Al Teatro di Rifredi di Firenze, dal 22 novembre al 1° dicembre (il 26 e 27 novembre in matinée per le scuole), Angelo Savelli dirige in prima nazionale A.K.A. (Also Known As) del giovane drammaturgo argentino/spagnolo Daniel J. Meyer (Premio MAX Awards 2019 e Butaca Awards 2018) con protagonista Vieri Raddi, produzione Teatro della Toscana. Il 22 e 23 novembre Daniel J. Meyer sarà presente a Rifredi e terrà due incontri informali con il pubblico alla fine degli spettacoli.

22 novembre > 1° dicembre | Teatro di Rifredi

(feriale, ore 21; festivo, ore 16:30)

Prima Nazionale

Vieri Raddi in A.K.A. (Also Known As) di Daniel J. Meyer

traduzione Manuela Cherubini, regia Angelo Savelli 

scenografie SKIM  

musiche Jaidem, Lupus Mortis, Vieri Raddi  

registrazioni musicali Davide Zappia  

movimenti coreografici Arianna Benedetti  

coordinamento tecnico Lorenzo Belli  

realizzazione luci Henry Banzi 

realizzazione scene Scenartek  

assistente alla regia Cosma Barbafiera  

sarta Valentina Gualandri  

produzione Teatro della Toscana 

In accordo con Arcadia & Ricono Srl per gentile concessione di De Arteche Agency, SL 

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