PRATO – Dall’opera pucciniana una rilettura originale e fresca di Butterfly. Una platea di quasi trecento bambini della scuola primaria pratese fra i sei e i 10 anni (e quanti occhietti a mandorla!), che hanno applaudito in grande attenzione e silenzio, ad un’ora di spettacolo niente affatto banale, da inventare e proporre rispetto alla complessità semantica dei linguaggi utilizzati dalla Compagnia Kinkaleri fra opera lirica, multimedialità e gioco a specchio di compartecipazione reciproca col pubblico (un bambino viene fatto salire sul palco a interagire con gli attori). Certo il menu è a prima vista complesso da leggere sulla carta-programma di sala, e insieme invitante per via dei molteplici codici artistici coraggiosamente proposti dalla Compagnia, proprio per la contaminazione narrativa già di per sé intrinseca al libretto operistico pucciniano (due culture, l’americana yankee e quella della più pura tradizionale ottocentesca giapponese); ma l’esperienza precedente di successo avuta con la riscrittura per la scena teatrale da Turandot, ha evidentemente rinforzato la consapevolezza di mezzi e strategie di comunicazione artistica del Kinkaleri. I due personaggi pucciniani, la bella e giovane Butterfly, Yanmei Yang che dalle tradizioni giapponesi famigliari fugge per amore di Pinkerton tenente di marina americano cinico macho e fasullo, sono risolte sulla scena attraverso la elegante figura di Cio Cio San(ribattezzata Butterfly dal mefitico marito doppiogiochista), che canta e non in playback le principali arie dell’opera mentre, altalenando con il Narratore/Pinkerton, Marco Mazzoni (dotato di maschera negli scambi di ruolo), compreso quello della fedele domestica di lei, scrive attraverso un gioco di arti visive di proiezioni e azioni fisiche dentro lo spazio scenico del Fabbricone, la storia della triste vicenda. Questo impianto visivo-sonoro è molto apprezzato dai bambini ma è anche di soddisfacente visione per un pubblico adulto poiché lavora di scavo sulle metafore e sugli oggetti scenici essenziali a cominciare dagli origami di carta e non. Certo gli spunti dell’opera pucciniana sono molteplici per una riflessione contemporanea multi generazionale che va dal rapporto maschile-femminile, al confronto-scontro fra diverse culture reso oggi così drammatico sulla scena internazionale (le culture dominanti e quelle succubi fino all’ISIS che tutti minaccia), al mettersi in gioco con lo scabroso tabù, per lo meno occidentale, del sacrificio e della morte. Che così in un finale teatralmente spoglio ma efficace per l’effetto anche visivo su sfondo rosso fuoco, rosso sangue, si uccide per harakiri la dolce madre e sposa, offesa e tradita che credeva nella stagione dell’amore, dei pettirossi e dei ciliegi in fiore.
Butterfly
Progetto e realizzazione di Kinkaleri
Adattamento e regia Massimo Conti, Marco Mazzoni e Gina Monaco
Con Yanmei Yang e Marco Mazzoni
Produzione Kinkaleri/Teatro Metastasio Stabile della Toscana in collaborazione con FTS
Visto a Prato , al Teatro Fabbricone il 10 febbraio 2016