RADICONDOLI (Siena) – Il Festival di Radicondoli, giunto alla 29 esima edizione, in scena dal 24 luglio al 2 agosto, propone un programma artistico che si svolge in una terra ricca di ispirazioni naturali, e composto da spettacoli di teatro, concerti, trekking poetici. Un appuntamento di cultura e natura inserito all’interno dell’area dei comuni interessati dal fenomeno della geotermia, che ha avviato da tempi non sospetti uno sviluppo in amicizia con la Terra e le sue forze. E così si vorrebbe fosse la cultura del futuro, che trova in questo festival un’officina privilegiata, diretto da Massimo Luconi che ha scelto il titolo: “A strappare una stella dal cielo”. Molti degli spettacoli sono stati creati direttamente dai luoghi, quasi ne fossero la voce: i mantra di Emy Berti e i mantras musicali di Mirio Cosottini, il trekking poetico di Laura Marinoni, la musica di Nada e Fausto Mesolella, il cantico di Dino Campana di Federica Fracassi e Fernando Maraghini, la saggezza delle Lettere di Rainer Maria Rilke che risuoneranno con la voce di Franco Branciaroli. Anche gli echi di altri mondi, come l’opera poetica di David Diop e Leopold Sedar Senghor e gli echi antichi dei poemetti di Ritsos di Graziano Piazza e Viola Graziosi e di Elisabetta Pozzi. Tra gli artisti invitati ci sono Arianna Scommegna, Valentina Picello, Roberto Rustioni, Mascia Musy, Fatou Cissè, Renato Carpentieri. Anche quest’anno è previsto l’appuntamento per la critica, con il Premio Nico Garrone, organizzato fin dalla prima edizione da Anna Giannelli.
<<Quest’anno il festival entra ancora di più dentro l’energia della terra, degli elementi naturali in un percorso poetico e sensoriale che aggiunge nuove possibilità espressive e altri momenti di riflessione intorno. L’impegno è quello di superare il concetto e la struttura della rassegna effimera, per affermare un uso diverso dell’avvenimento culturale e ripensare alla cultura come un culto, una pratica che non si riduca al puro uso – spiega il direttore artistico Massimo Luconi – la poesia come chiave di lettura del nostro contemporaneo, la poesia che forse non salverà il mondo, ma può renderlo più sereno, più vicino alla nostra sensibilità, al nostro battito interiore. Il suono armonico per cercare di ascoltare il canto del mondo, il rumore lontano della guerra, le tragedie, le violenze, gli odi: ma anche il silenzio e le voci soffuse della nostra interiorità, nella ricerca di una speranza e di un ordine più naturale delle cose. Sopra di noi il cielo di Radicondoli, che guardiamo con l’eco della voce di Ninetto Davoli in Cosa sono le nuvole di Pier Paolo Pasolini, “Oh straziante, meravigliosa bellezza del creato”>>.
il programma completo è pubblicato su www.radicondoliarte.org