Danza — 24/04/2024 at 17:42

Il trittico di Preljocaj al Teatro Regio di Parma: un’esperienza emozionale per il pubblico

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 RUMOR(S)CENA – PARMA – Al Teatro Regio di Parma il trittico del coreografo francese Angelin Preljocaj, ha chiuso la Stagione Parma Danza 2024, con un pubblico presente molto generoso di applausi e  attratto dallo smalto interpretativo della Compagnia. Epilogo di un cartellone ricco di presenze internazionali, da Paul Taylor Dance Company, Balletto dell’Opera di Tbilisi, FND/AterBalletto, a  Saburo Teshigawara-Rihoko Sato; la Rassegna ha regalato un viaggio emozionale attraverso tre stati d’animo distinti e in connessione tra loro, con la triade dei titoli di Preljocaj in scena: annunciazione, torpore e nozze. Angelin Preljocaj, lungimirante coreografo contemporaneo, dalla forte matrice neo classica, considerato tra i più importanti ed innovativi della “nouvelle danse francaise”, costruisce un linguaggio proprio fatto di sfumature di intenso lirismo e una sempre spiccata sensualità, quasi a voler sottolineare che la natura del corpo danzante pur esprimendo concetti, racconti, non può privarsi del motore istintuale del sentimento dell’amore e dell’eros.

crediti foto Roberto Ricci

Le origini albanesi della famiglia, arrivata in Francia con i suoi genitori come rifugiati politici, influenza la sua ricerca iconoplastica del movimento, attraverso l’indagine nelle tradizioni e la comunanza tra i popoli, a cui si lega la sorella Catherine, scrittrice, in questo percorso di ritorno e riscoperta delle origini e delle radici. Dopo un primo periodo di studi con Merce Cunningham a New York, torna in Francia a Montpellier per lavorare in Compagnia, e dal 1985 dirige la Compagnie Preljocaj, rinominata nel 1996 Ballet Preljocaj-Centre chorégraphique National d’Aix-en-Provence, ricevendo la nomina due anni dopo a Cavaliere della Legione d’Onore. La curiosità e le intuizioni formali di contenuto estetico e culturale lo spingono a sperimentare in luoghi, spazi e corpi desueti, come con il progetto Over Dance visto presso il Teatro Franco Parenti a Milano, costruito con interpreti danzatori e non over 60.

crediti foto Roberto Ricci

Esperimento già condotto anche dalla immensa Pina Bausch in Kontakthof, ripreso trent’anni dopo la sua creazione, con adulti di mezza età. I concetti di attrazione, pulsione, repulsione, passione, paura, tensione, sono chiavi di lettura, che diventano luogo di contatti possibili, in cui esprimere il concetto di a m o r e, con le modalità grammaticali del teatro e della danza. Il trittico proposto al Teatro Regio di Parma si è aperto con Annonciation, creazione del 1995. Un passo a due femminile, ricco di significato simbolico, in cui dialogano, l’Angelo dell’annunciazione e Maria in uno spazio tempo d’azione rivolto in proscenio che scorre lineare in orizzontale, quasi a volerne scandire il moto perpetuo della riflessione sul dogma religioso che impone una verità unilaterale alla sottomissione di un credo che promette al cambiamento senza azione e reazione, processo sine qua non dell’atto stesso creativo.

crediti foto Roberto Ricci

In prima nazionale, la coreografia Torpeur, ideata nel 2023, è un’opera corale che coinvolge tutti i danzatori, con un flusso di ritmo corporeo che sviluppa e intervalla momenti dinamici aerei di movimento a lenti e respirati contatti, in un afflato sensoriale che trascende i confini corporei del singolo per divenire nel torpore, corpo unico danzante. Noces, creazione del 1989, sono le Nozze, di cui lo stesso Preljocaj ricorda dai racconti e negli occhi di quel bambino che evoca la tradizione dei matrimoni combinati nei Balcani, o delle “fuitine” di giovani promesse spose che ancor oggi esistono a molte latitudini, ripercorrendo anche negli abiti l’accenno alla tradizione folkloristica delle donne, e nelle partnership il racconto della seduzione, innamoramento, matrimonio e morte. Una trascrizione e visione lungimirante, del significato simbolico, ma purtroppo troppo spesso reale, della tomba dei sentimenti che sfocia nel femminicidio, narrata con bambole di pezza in abito bianco strapazzate e appese alla bene meglio, mentre i corpi delle danzatrici esanimi giacciono a terra nel finale.

Visto al Teatro Regio di Parma sabato 20 aprile 2024

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