CASTIGLIONCELLO (Livorno) – Mercoledì 24 giugno 2015, Castello Pasquini apre le sue porte alla 18 esima edizione di Inequlibrio, tra gli appuntamenti estivi di teatro più validi e interessanti da seguire. Anche quest’anno il programma è firmato da Angela Fumarola e da Fabio Masi, ricco di prime nazionali, di artisti capaci di proporre drammturgie e allestimenti innovativi, frutto di lunghe riflessioni e anche, in alcuni casi, autobiografiche. Il teatro si assume sempre più una responsabilità di indagare tematiche urgenti e sociali che derivano da come la vita quotidiana si evolve e influisce sull’esistenza stessa delle persone e di chi, sopratutto, si occupa di rappresentarla a teatro. L’apertura è affidata alla Compagnia Garbuggino Ventriglia che presenta Gabbiani in volo alle 17. A seguire alle 21 Roberto Abbiati e Leonardo Capuano con la nuova produzione FAME. Ma chi è Pasquale ? di e con Roberto Abbiati e Leonardo Capuano, assistenza alla regia Lucia Baldini, Produzione Teatro de gli Incamminati e Armunia, Costumi Patrizia Cangiati, Scenografia realizzate nei laboratori di Armunia
Alle 22.15 la Compagnia Lombardi Tiezzi presenta Inferno 900 Dante e il grande giornalismo del secolo breve, regia Federico Tiezzi, con Sandro Lombardi e David Riondino.
A distanza di quindici anni da Dante Inferno, Federico Tiezzi riunisce di nuovo Sandro Lombardi e David Riondino intorno alla Commedia dantesca. Lo spettacolo mette a confronto i maggiori personaggi dell’Inferno con grandi icone del Novecento o con momenti cruciali della sua storia, costruendo una diversa possibilità di lettura e fruizione del poema fondante della nostra cultura.
Alternando episodi dell’Inferno con brani di celebri firme del giornalismo italiano, si realizza un viaggio non solo attraverso la Commedia, ma anche una discesa nei gorghi dell’anomalo, tremendo secolo appena trascorso.
Accanto ai versi dell’Inferno, il Novecento occidentale trova infatti una sua disarmante coincidenza; e il testo di Dante, usato come lente d’ingrandimento della nostra epoca, rivela una straordinaria e quasi angosciante attualità. Inferno Novecento invita dunque lo spettatore a un percorso in cui la poesia si faccia complementare alla cronaca: il Novecento – per tanti aspetti ancora il nostro tempo – diventa il luogo di una discesa agli inferi, di uno sguardo sulla nostra storia recente e sul nostro presente.
Alle 20.00 e alle 23.00 Claudio Morganti in I Canti. Estratti dai Canti Orfici di Dino Campana. Prima nazionale.
Mentre si leggono i Canti Orfici, il poeta Dino Campana, come fiera, pare volerti sbranare. Ah! poterlo guardare, anche solo un istante, con la coda dell’occhio volgendo un po’ la testa mentre fuggi… ma conviene guardare avanti e correre. Senza strategie, correre, respirare e cantare.
Un certo poeta un giorno disse: “chi scrive una poesia è come se la scrivesse per essere letta da una sola persona”. Dunque “letta” in un rapporto intimo ed estremamente privato. Letta e non “detta”. Altra cosa son le liriche, che andrebbero piuttosto cantate e cantate in pubblico. E la poesia di Campana? Forse la si può intender come lirica, tanto più che si chiaman Canti! Ma i problemi che sorgono nel tentare quest’atto contro natura, si levano maestosi e a tratti insormontabili. Bisogna attraversare quell’inferno e stordirsi per poter sopportare quel peso: il voler fare di poesie (e prose poetiche) un lungo, ostinato canto lirico. Perché l’attore è colui che “dice”. Maleducatamente. E chiede scusa al poeta.