Quello che non ho è quel che non mi manca” ( Fabrizio de Andrè)
TERRANUOVA BRACCIOLINI (Arezzo) – “Utopia del buongusto, primo esperimento internazionale di vita godereccia”, composto da 52 serate dove poter cenare ed assistere ad uno spettacolo teatrale, è in programma fino al 29 ottobre nei borghi e nelle campagne toscane di Valdarno, Pisa, Livorno e Lucca: un progetto tanto semplice quanto ambizioso che come intento quello di unire più piaceri, la convivialità in grandi tavolate di paese col vino buono e a chilometro zero. A seguire lo spettacolo teatrale all’aperto e il tutto a prezzi assolutamente popolari. In scena L’Uomo Tigre, capire tutto in una notte, uno spettacolo di e con Andrea Kaemmerle, direttore artistico della rassegna (giunta alla diciannovesima edizione) che vede alternarsi sui palchi artisti come Anna Meacci, Lisetta Luchini, Paolo Migone e lo stesso Kaemmerle, quest’ultimo sia in versione clownesca, sia, come visto nella piazzetta della Cicogna a Terranuova Bracciolini (Arezzo), in versione nature. In questa nuova produzione di Guascone Teatro si riprendono due personaggi di un altro fortunato spettacolo: Lisciami, ovvero Il babbo e Oreste, che si alternano su di un palco allestito in modo minimale con due sedie abiti di scena e una grossa bacinella. L’attore appena entrato in scena ci riporta subito alla mente un altro “toscanaccio”, il compianto Carlo Monni, la stessa parlata popolare, la stessa corporatura robusta, la malinconia nascosta dalla comicità feroce e un po’ volgare, forse anche quella stessa poesia. Il protagonista è un ex musicista di liscio che ha deciso di andarsene in pensione e di passare il suo tempo a pescare, sotterrando l’antica passione artistica, per via dell’età (e anche dell’alcool) comincia a farsi sentire. La moglie ha scoperto la sua tresca decennale con la cantante del gruppo, Samantha, e gli ha imposto l’aut aut. L’uomo costretto a scegliere opta per la famiglia e i figli .
Emerge tutta la nostalgia, la malinconia, la poesia della vita d’artista che non ha mai visto fama e ricchezza ma in fondo, anche se non lo confesserebbe mai forse neppure a se stesso, non le ha mai desiderate. Impagabile però vivere il fascino struggente di tornare a casa alle prime luci dell’alba e fermarsi a guardare il mare ( l’uomo di Marina di Pisa), stanco dopo l’ennesima serata a suonare lontano da casa, dopo aver percorso molti chilometri, e la felicità al pensiero di essere a casa e andarsene a dormire mentre il vicino operaio si alza per andare al lavoro? E fare colazione, novello Holly Golightly di Colazione da Tiffany versione maschile con prosecco e brioche. Il suo problema però è quello che non mai avuto altri vizi oltre al bere, se ne hai sette, otto, di vizi, quelli si organizzano tra di loro, coesistono, ma se ne hai uno solo no, quello si accanisce, anche per quello a un certo punto si deve farla finita con quella vita, anche se ” quando sei ubriaco non sei mica vecchio, sei ubriaco e basta”.
Cambiato abito e parrucca, entra in scena il sanguigno manager romagnolo delle serate di liscio, abbandonato e rimasto senza lavoro, col terrore della solitudine, un uomo che s’identificava col suo lavoro, tolto quello, non ha più niente. ” Il rigurgito dell’uomo col ciuffo biondo e la spider è sempre lì.” Una notte di riflessioni, due uomini che si confrontano, un’umanità di provincia che si mostra al pubblico della provincia. Sono esseri umani veri, consapevoli di se stessi, artisti del sottobosco, fieri e felici di esserlo, e al contempo dolorosi come solo le anime sensibili e autoironiche sanno essere. Forse tanto successo di pubblico è dovuto anche a questo, ci si può immedesimare, o riconoscere in quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Si ride, certo ma in fondo c’è una tenue, soffusa malinconia che ti lascia tornare a casa con, magari, qualche dubbio in più.
Visto nell’ambito della rassegna Utopia del buongusto a La Cicogna, Terranuova Bracciolini (Arezzo) sabato 20 agosto 2016