Va in scena venerdì 27 (ore 21) al Teatro Akropolis di Genova lo spettacolo Trattato dei Manichini della Compagnia Teatropersona, nell’ambito della rassegna Testimonianze ricerca azioni. La regia è di Alessandro Serra. Con Valentina Salerno, Chiara Michelini, Alessandra Cristiani, Silvia Malandra. Una produzione Teatropersona, coproduzione laLut/Festival Voci di Fonte, Jack and Joe Theatre. Con il sostegno di Armunia / Kilowatt Festival. Teatropersona conduce una ricerca fondata sulla centralità dell’attore e la composizione dell’immagine, frutto del confronto con i maestri del teatro del ‘900 e dello studio di discipline non teatrali come le arti marziali. Trattato dei manichini è il romanzo delle nostre infanzie raccontato da una bambina di nove anni, ma senza parole. La visitazione all’infanzia non è un fatto personale, riguarda tutti noi. Il ritorno atemporale all’infanzia è un sogno che non si può raccontare, un nulla a cui nessuno crederà, ma un nulla visibile, contemplabile, confezionato con le immagini della realtà. Questa creazione, privilegio di tutti gli spiriti, obbedisce ai dettami del Trattato dei Manichini di Bruno Schulz. Effigi di donne consacrate all’esposizione in vetrina, per preservare la vita di chi, pagando, potrà indossarne le vesti. Manichini accatastati alla rinfusa, nudi, svergognati, come bambini che sciamano al sole, eppure, gratificati.
Spettacolo Vincitore di Nuove Creatività – Eti – Ente Teatrale Italiano e Premio di scrittura di scena Lia Lapini
Effigie di donna consacrata a fare acquisti esposizione finestra, per preservare la vita di chiunque, ad un prezzo, sarà in grado di indossare i suoi capi.Theatre dove vengono accatastati manichini fino alla rinfusa, nudo, impassibile, come i bambini che affollavano sotto il sole, ma immobile. La nudità di impudenza. Corpi gratificati, in uno stato di grazia. Per trovare la chiave d’accesso all’infanzia, nella memoria onirica, se necessario, e in conformità alle regole anamorfiche del sogno. Drammaturgia è l’incidente esterno, al di fuori del sogno, che si scontra con e devia attività onirica, un evento fisico: qualcuno ci carezzevole come dormiamo, le gambe avvolte nel foglio che si trasforma in chissà quale mostro orribile che ci attacca e ci trascina sotto, o l’anello della sveglia che diventa la campana rientranza. c’è drammaturgia. Le informazioni contestuali non facilita la comprensione della manifestazione, ma accentua piuttosto disorientamento dello spettatore, come si è portati con gli occhi spalancati attraverso la foresta dei propri primi anni di vita, solo per essere abbandonato e lasciato in attesa di incontrare l’occhio io infantile per gli occhi: chi sarà il primo a balzare sulla e divorare l’altro?
Il modello delle azioni è oscuro e inspiegabile per come come sono i giochi dei bambini, sedotti come sono dalle conclusioni luttuosi, falene simpatie attratti dalla luce. Notte costituisce la fiamma scura che seduce, fino a quando una figura crepuscolare disegna il sipario, concedendo in tal modo uno sguardo alla luna, lo splendore della Madre nostra che sottrae dalla vita stessa. E ‘allora che il Servo, come in una favola, appare “just in time” e, togliendo il velo, ci mostra che da qualche parte c’è un bambino terrorizzato che vuole semplicemente essere abbracciato. Questo ritorno atemporale agli importi infanzia a un sogno che non può essere raccontata, minuzie in cui nessuno crede. Eppure questa minuzia è visibile, un mettere insieme delle immagini della realtà, e può essere contemplata. La sostanza non sta nel modello, ma nel dramma di impulsi contrastanti, come quando rompe un guscio aperto. Per catturare queste creature fioriscono. La crisalide: uovo – larva – farfalla:. non quattro immagini separate, ma la stessa cosa, con ogni elemento seguendo una linea temporale diversa come quando si è investito con un’immagine che cerca lo sguardo ancora fosse nessuna storia su di noi, impegnato come è nella rievocazione simultanea del suo ciclo di vita. La visita di infanzia non è una questione personale, riguarda tutti noi.Occhi aprendo alla vista spaventosa di un unico e dolorosa iniziazione alla vita: un grido insondabile sia di terrore e gioia incontrollabile.
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