VENEZIA – I Festival estivi si susseguono a ritmo interrotto su tutto il territorio nazionale. Risalendo la penisola si giunge in laguna per parlare di una delle ressegne teatrali più longeve d’Italia: il Festival Internazionale del Teatro della Biennale Teatro di Venezia, 44esima edizione, in scena dal 26 luglio al 14 agosto. Teatro e Premi a chi si è distinto nella sua professione: a Declan Donnellan, viene assegnato il Leone doro alla carriera mentre il Leone d’argento va a Valeria Raimondi ed Enrico Castellani di Babilonia Teatri, per la loro innovazione teatrale con la motivazione: “Capaci di trarre ispirazione nell’autenticità della vita portandola in scena. Il loro Pinocchio, riproposto alla Biennale, dove i protagonisti sono tre Pinocchi contemporanei, ovvero i non-attori dell’Associazione “Gli amici di Luca”, che hanno vissuto esperienze di coma e ne portano i segni nel fisico e nello spirito. Sul palco condividono la propria vicenda in uno spettacolo lucido e tenero, dove la fiaba di Pinocchio, di cui restano soltanto pochi frammenti, diventa una chiave per scavare nella vita di ognuno“. Biennale Teatro si caratterizza, come avviene nella Danza, per l’integrazione che si viene a creare tra gli spettacoli e i laboratori. Registi, attori, drammaturghi non sono solo degli autori e protagonisti degli spettacoli ospitati dalla Biennale, ma diventano anche partecipanti del Festival in qualità di maestri dei giovani artisti selezionati di Biennale College – Teatro.
La direzione è di Àlex Rigola. Il Festival offre anche la possibilità ad alcune compagnie di progettare nuovi allestimenti in residenza, diventando un luogo di confronto tra artisti, studiosi e un pubblico di appassionati. Il programma prevede 10 spettacoli ospitati a cui si aggiungono 17 laboratori, di cui nove proposti al pubblico, oltre ai diciannove incontri in programma con tutti gli artisti partecipanti al Festival.
Àlex Rigola propone un teatro di forte impatto, che “artiglia” la realtà attraverso la riscrittura e la trasfigurazione dei classici, con azioni sceniche che portano la vita reale e i suoi reali protagonisti in scena, o ancora con il pubblico che diventa co-protagonista dello spettacolo sovvertendo le regole del fare teatro. Seguendo la linea degli scorsi anni, in cui abbiamo dedicato la massima attenzione ai laboratori, l’edizione di quest’anno si caratterizza per l’introduzione del Circo e l’estensione della durata del College a tre settimane.Partendo dall’idea originale del Presidente Paolo Baratta, che ha voluto che negli ultimi anni i Settori Danza, Musica e Teatro trasformassero la città di Venezia in un college internazionale delle arti dello spettacolo, la Biennale Teatro svilupperà quest’anno il suo college con un programma di tre settimane con la presentazione degli spettacoli di Roger Bernat (Spagna), Oskaras Koršunovas (Lituania), Romeo Castellucci (Italia), Anne Bogart (Stati Uniti), Jan Klata (Polonia), Christian Jatahy (Brasile), Pascal Rambert (Francia), Babilonia Teatri (Italia) e Fabrice Murgia (Belgio).
Il pubblico potrà assistere anche a micro-spettacoli di 20 minuti circa, opera di questi artisti e frutto dei laboratori della Biennale Teatro, cui si aggiungono quelli realizzati da Stephan Kaegi (Svizzera) e Declan Donnellan (Gran Bretagna). La visione di nuove opere che, nel corso del Festival, le compagnie in residenza hanno realizzato: Toni Servillo, Motus, Angelica Lidell e Babilonia Teatri. Nell’ambito della scrittura scenica, il Festival presenterà i lavori di Martin Crimp, Simmon Stephens e Mark Ravenhill. Eva-Maria Voigtländer introdurrà il lavoro della figura del drammaturgo tedesco, inteso non come autore, ma come lavoro di supporto alla regia degli spettacoli. Novità di questa edizione è l’arte circense con uno spettacolo e un workshop voluto una speciale attenzione per la capacità di adattamento e trasformazione che ha avuto negli ultimi quindici anni. Una nuova generazione di artisti che unisce il circo con altre discipline artistiche con notevole rigore drammaturgico e teatrale. Ospite la compagnia francese Baro d’Evel.
Il programma.
Oskaras Koršunovas che firma il suo Gabbiano, restituendo il dramma cechoviano al suo grado zero, purificato da un secolo di pathos e con una scena scarnificata al massimo: non c’è il lago, non c’è la tenuta estiva, non c’è il teatro, ci sono solo gli attori e gli spettatori, nel ruolo di osservatori di coloro che vivono/recitano sul palcoscenico. Jan Klata, regista e drammaturgo dello Stary Teatr di Cracovia, il teatro di Kantor, Grotowski, Wajda e Lupa, per la prima volta in Italia, porta il suo ultimo spettacolo, premiato in patria con lo Yorick d’oro per la migliore riscrittura shakespeariana del 2015: Re Lear, dramma sul potere e la vecchiaia, che sposta la vicenda sulle sponde del Tevere ai nostri giorni, e immerge lo spettacolo nei suoni di James Leyland Kirby, alias The Caretaker, outsider della scena elettronica digitale, nelle coreografie di Macko Prusak.
Christiane Jatahy trasporta le Tre sorelle di Cechov del teatro europeo in uno spiazzante Brasile di oggi, condensando la vicenda in quella dei cinque personaggi principali e intrecciando la prospettiva teatrale con quella cinematografica (che riprende lo spettacolo live), dando la possibilità al pubblico di scegliere tra le due opzioni. E se andassimo a Mosca? è il titolo dove l’intenzione è quella di simboleggiare l’utopia, il luogo dei nostri desideri, il salto nel vuoto verso qualcosa di totalmente nuovo.
Roger Bernat porta in scena Please, continue (Hamlet), realizzata con Yan Duyvendak. Ridotta la vicenda del “pallido prence” più famoso al mondo a un mero fatto di cronaca nera, dove Amleto è un giovane sbandato che uccide il padre della sua ex fidanzata, lo spettacolo ne mette in scena il processo secondo tutte le regole.
Bastian Bosse, giovane omicida di compagni e professori e poi suicida, e Natascha Kampusch, sfuggita dopo dieci anni di prigionia al suo carnefice e carceriere – ha ispirato Fabrice Murgia autore de Le chagrin d’ogre. Due storie parallele con cui va oltre il dettaglio e la biografia dei singoli per indagare l’universo adolescenziale, il suo immaginario, tutto quel malessere che porta sull’orlo della deriva nel momento cruciale del passaggio all’età adulta.
Clôture de l’amour del drammaturgo, regista e coreografo Pascal Rambert: due monologhi e due sguardi diversi che raccontano la violenza della fine di un amore. Lo spettacolo è una prova d’attore ed è diventato un cult per la messinscena realizzata in tante lingue del mondo. Sul versante antinaturalistico e quasi metafisico si colloca il teatro di Romeo Castellucci con Ethica (Natura e origine della mente), primo di un ciclo di cinque azioni sceniche ispirate all’opera spinoziana. La prima azione era stata concepita nel laboratorio tenuto dal regista per Biennale College – Teatro 2013, ripreso e sviluppato, anche con l’inserzione di un dialogo scritto da Claudia Castellucci, per debuttare in Francia e presentato a Venezia in prima nazionale. Un omaggio a Bob Wilson, maestro dell’astrattismo in scena, dove il gesto è il testo e la luce e il suono hanno un loro vocabolario. lo spettacolo si intitola Bob (1998) riallestito nel 2011 per il settantesimo compleanno del regista texano da Anne Bogart, militante di un teatro d’avanguardia che ha influenzato la maggior parte del teatro americano contemporaneo, promotrice di un importante metodo di recitazione elaborato con il regista giapponese Tadashi Suzuki.
La tribù immaginaria di danzatori, acrobati, attori, cavalli, pappagalli e un corvo: il Baro d’Evel Cirk condurrà il pubblico in un mondo fantastico che fa appello alla parte più profonda dell’uomo. Bestias si svolge sul confine tra ciò che di istintivo e selvaggio c’è in ognuno e sull’intelligenza e le emozioni di cui gli animali sono capaci, sui legami sottili, rispettosi e teneri che si creano fra gli uni e gli altri. Guidata da Camille Decourtye (cantante e acrobata) e Blaï Mateu Trias (clown), la compagnia s’inscrive nella pluridisciplinarietà del nuovo circo. Collaborano l’illustratore Bonnefrite, la compagnia di danza catalana Mal Pelo di Maria Muñoz e Pep Ramis, il musicista Nicolas Lafourest.
Roger Bernat, Pascal Rambert, Stefan Kaegi, Jan Klata, Fabrice Murgia condurranno ognuno laboratori “verso la creazione”; Declan Donnellan, Oskaras Koršunovas, Anne Bogart, Willem Dafoe i laboratori destinati al lavoro sull’attore e la recitazione; la compagnia Baro d’Evel introdurrà ai linguaggi del circo; Romeo Castellucci e Christiane Jatahy i laboratori destinati alla regia; Martin Crimp, Simon Stephens, Mark Ravenhill i laboratori di drammaturgia; Eva-Maria Voigtländer introdurrà la figura tedesca del dramturg. Quattro compagnie in residenza per elaborare la prima fase di nuove opere presentate al pubblico. Le compagnie di Toni Servillo con i Teatri Uniti, Enrico Casagrande e Daniela Francesconi dei Motus, di Angelica Liddell con Atra Bilis Teatro, Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, fondatori di Babilonia Teatri a Venezia con ZeroFavole.