Dentro quella famiglia può accadere di tutto. Una madre poco incline ai suoi doveri affettivi e famigliari quanto invece approfittare dei figli che coltivano e spacciano droga, un padre che sparisce e ricompare con una nuova identità sessuale, e una serie infinita di variabili umani ingarbugliate tra loro. Lo dice anche il sottotitolo di Thanks for Vaselina: “dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari”. Ultima fatica della Compagnia Carrozzeria Orfeo, alle prese con una storia di ordinaria follia che sembra un soap opera, dal sapore cine-televisivo dai ritmi incalzanti e con una dote singolare: fa divertire. Non frequente nel teatro contemporaneo e se pur centrato su tematiche sociali, Thanks for Vaselina, ha il pregio di essere uno spettacolo che attraverso l’ironia, il sarcasmo, la battuta che suscita la risata, permette anche di analizzare i rapporti umani dove i valori, alla base di una società civile, si frantumano carichi di conflitti e tensioni. Basta entrare in un salotto borghese e modesto, un ambiente domestico che minuto dopo minuto, diventa una specie di gabbia dove sono rinchiusi esseri umani perdenti nati. In via di dissoluzione.
Una storia apparente banale si trasforma in una feroce lotta per la sopravvivenza. Dentro due stanzini si coltivano piante di marijuana, due fratelli che credono di fare una fortuna ma non hanno fatto i conti con la sfortuna che gli perseguita. La loro madre è una presenza ingombrante che chiede ossessivamente denaro e una ragazza uscita dai fumetti di Candy Candy, una specie di sposa in rosa improbabile, così ingenua da prestarsi a diventare un fattorino che smista la droga. Il padre un’entità misteriosa che evocato appare per un istante in sembianze femminili e sembra un trans. Sono i personaggi di un romanzo cinico dove agiscono le dinamiche più verosimili quanto assurde. L’abbandono affettivo e la mancanza di amore filiale, traumi non superati, rabbie mal celate e non risolte. Ferite dell’anima e tanta voglia di riscattarsi. Sembrano destinati al fallimento come tanti naufraghi alla deriva senza possibilità di salvezza.
Gabriele Di Luca autore anche della drammaturgia scritta con efficacia e dono di sintesi nei dialoghi da sembrare pallottole che sibilano nell’aria, è anche un bravissimo interprete e co-regista (la regia è firmata da tutto il gruppo), e si muove in scena con assoluta padronanza insieme a Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, Alessandro Tedeschi e Francesca Turrini. tutti efficaci nel tratteggiare con ottime doti da caratteristi il loro ruolo. Sospeso tra il reale e il surreale, spiazzante e onirico, il lavoro di Carrozzeria Orfeo visto ancora in via di studio e preparazione (si compone di tre atti), risulta esilarante, drammatico quanto malinconico. Non da risposte e non cade nella facile morale o peggio ancora in una retorica dei sentimenti. Conduce lo spettatore in un mondo sotterraneo quasi fosse occultato per la sua banalità del male che alberga in tutti noi, consapevoli e incoscienti allo stesso tempo. Vittime e carnefici di se stessi. Un girone dantesco dove ci finisce dentro di tutto. Potrebbero essere i nostri vicini di casa senza sapere nulla di cosa accade dietro la loro porta. Spettacolo tra i più originali visti in questa stagione estiva festivaliera e meritevole di essere seguito nel suo debutto nazionale in programma il 29 e 30 agosto 2013 al Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria.
Nel mese di giugno scorso al Teatro Romano di Spoleto è assegnato il Premio SIAE alla Creatività 2013 a Gabriele Di Luca come migliore autore teatrale.
Drammaturgia: Gabriele Di Luca; Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi; Interpreti: Gabriele Di Luca Massimiliano Setti Beatrice Schiros Alessandro Tedeschi Francesca Turrini; Musiche originali: Massimiliano Setti; Luci: Diego Sacchi; Costumi e scene: Nicole Marsano e Giovanna Ferrara; Disegni e locandina: Giacomo Trivellini; Organizzazione: Luisa Supino.
crediti fotografici di Andrea Casini
Visto al Festival Collinarea di Lari il 25 luglio 2013