RUMOR(S)CENA – PARMA – Getta il suo scandaglio nell’essenza del Tragico il lavoro fatto da Lenz Fondazione sull’Orestea di Eschilo e ne scevera il magmatico groviglio di passioni, violenza, crimine e catarsi. Agamennone, Coefore, Eumenidi, le tre tragedie che compongono l’unica trilogia a noi giunta di tutta la produzione greca del V secolo a.C., prendono forma diversa nei tre momenti pensati da Francesco Pititto e Maria Federica Maestri: #1 Nidi, #2 Latte, #3 Pupilla. Pititto cura drammaturgia e riscrittura distillando dal testo eschileo momenti e concetti cardine su cui costruisce la sua personale lettura. Maria Federica Maestri è artefice di regia, installazioni e costumi. In scena sei interpreti: accanto a tre attrici storiche della compagnia, Valentina Barbarini, Sandra Soncini, Lara Bonvini, agiscono tre attrici sensibili: Carlotta Spaggiari, Barbara Voghera, Monica Barone, capaci di mettere le loro diverse abilità al servizio di una comunicazione che infrange stereotipi e certezze.
Il percorso del mito antico che va dall’ambito tossico del ghenos – la famiglia -, alla giustizia pacificante della polis – la comunità politico-sociale – procede per flash e lampi con un andamento narrativo frantumato in una miriade di suggestioni decifrabili nella loro densità semantica solo da un pubblico informato. La vicenda si consuma nello spazio delimitato da un velatino grigio che immerge l’azione in un’atmosfera rarefatta e antirealistica, avvolgendo in una sorta di nebbia metafisica i personaggi, e offrendo una superficie su cui prendono forma scritte esegetiche, mentre le musiche di Lillevan, stridenti e metalliche, lavorano in dissonanza tra mondo classico e tecnologia contemporanea. Rami e un letto bianco compongono la prima installazione, quella di #1 Nidi, un luogo protetto abitato da Clitennestra e Cassandra, la cui profanazione scatena l’evento tragico.
In #2 Latte, si aggiunge una tavola sulla quale viene versato il latte – simbolo della maternità sofferta che è al centro del conflitto tra Oreste e Clitennestra – un liquido bianco trasformato nel nero dell’odio domestico. E poi la tana di Oreste, una culla con alte sbarre all’interno della quale l’omicida cercherà scampo dalle Erinni persecutrici. Anonimo e spoglio il luogo dell’ultimo atto, #3 Pupilla, che sembra aprirsi alla speranza di un nuovo destino dopo tanto dolore. Danno tutte se stesse le interpreti con forte espressività e impegno anche fisico: Sandra Soncini, Clitennestra, mater dolorosa e feroce; Carlotta Spaggiari, Cassandra, delirante animale ferito e poi carismatico Apollo; Barbara Voghera, un Oreste segnato da fragilità e spietatezza; Valentina Barbarini, dolente fantasma di Ifigenia, Coro e infine Erinni; Lara Bonvini, Elettra, subdola istigatrice, ed Erinni; Monica Barone, un’Atena senza voce, ma autorevole.
Visto al Lenz Teatro di Parma il 13 novembre 2021