ALTRITEATRI — 26/03/2025 at 19:18

Memoria e futuro del presente in Storie di donna

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RUMOR(S)CENA – CASCINE DI BUTI (Pisa) – La nuova produzione del Teatro di Buti, diretto da Dario Marconcini nella troppo breve   stagione di uno spazio che ha storia  internazionale  di cinema e teatro, è Storie di donna con due atti unici: La più forte di August Strindberg e Dondolo di Samuel Beckett.Una stagione questa del Teatro di Buti in provincia di Pisa, esempio di teatro aristocratico all’italiana scrigno di bellezze  purtroppo ancora chiuso per restauro, che ha avuto in cartellone 2024-2025 fra altri  Danio Manfredini, I Sacchi di Sabbia, Muta Imago, Garbuggino-Ventriglia e che  da qualche anno si è spostato nella vicina bella sala del Teatro Vittoria a Cascine di Buti .Il nuovo lavoro è una scelta di micro-testualità, tema caro a Dario Marconcini che di testi pressocché sconosciuti di grandi autori ne ha fatto una  bandiera della sua molteplice feconda ideazione e produzione dove ha prodotto e ospitato figure di internazionalità straordinaria come  il regista Jean Marie Straub.

Proprio nei giorni della festa della donna si presenta la prima di Storie di donna con protagonista Giovanna Daddi, compagna  di Dario (segnaliamo la recentissima uscita del volume sulla storia della coppia Scene da un matrimonio a cura di Carla Pollastrelli e Gianfranco Capitta per Titivillus)  con cui, insieme, hanno creato e condotto lo spazio del Teatro di Buti, In La più forte, Irene Falconcini si confronta in un monologo sferzante come da scrittura di Strindberg, con la sua alter ego rivale a sua volta attrice Giovanna Daddi. Il gioco delle parti  fra le due donne che nella vita sono state e sono attrici, è feroce. L’attrice più anziana però al gioco non ci sta anzi ignora il gioco e le sue sadiche contrapposizioni. Le due si incontrano in un bar dove la più grande d’età  (di spalle al pubblico), se ne sta seduta sfogliando un giornale in silenzio assoluto mentre l’altra sfida e provoca in un monologo aggressivo, e anche volgare mentre l’Altra non  dà mai segni di reazione alcuna. in fondo: chi è e sarà la più forte?

Una micro piece La più forte, che ha ispirato il film Persona di Ingmar Bergman. Continua così la incessante ricerca di Dario Marconcini sugli scrittori nord europei da Pinter a Beckett agli svedesi ai mitteleuropei come Peter Handke. Prima del secondo monologo parte un intermezzo di Leonardo Greco a fare da contrappunto col  successivo. Un giovane Hamlet nel suo delirante monologare con la povera  Ofelia. Del resto qui si parla di  Storie di donna e, di donne. Nel secondo monologo Dondolo, vediamo in scena Giovanna Daddi seduta su una  sedia a dondolo, ed è una ripresa di una scena  beckettiana di lavori precedenti del regista. La donna sta in flusso di coscienza. Si dondola sulla sedia in reminescenze  di memorie narrate fuori campo dalla sua  stessa voce, registrata. Sembra dentro un abisso fra realtà e sogno, fra veglia e memoria. Appena la voce si attenua, a voce viva l’attrice esclama: “ancora” e il nastro riparte. La voce però è roca. Sullo sfondo nero come il vestito della donna, un’immagine di finestre tutte uguali  anonime di condominio fatiscente in atmosfere nordiche. Ci sono richiami all’Ultimo nastro di Krapp. Una esemplare ed  efficace resa all’annichilimento della memoria e della vita che scorre, ineluttabile.

Prima nazionale Storie di donna, regia Dario Marconcini La più forte con Giovanna Daddi e Irene Falconcini, Dondolo con Giovanna Daddi con un intermezzo di Leonardo Greco, allestimento e luci Riccardo Gargiulo  e Cesare Galli, produzione  Associazione Teatro Buti

Visto al Teatro Vittoria di Cascine di Buti il 7 marzo 2025

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