POPULONIA (Livorno) – Necropoli di San Cerbone. Nostoi è uno degli eventi dell’Anno dell’Archeologia della Regione Toscana, un evento di performing arts con diverse collaborazioni fra cui Fabbrica Europa. Un progetto molto originale che intercetta l’archeologia col teatro e con l’antropologia e molto il tema socio-politico così tristemente attuale delle culture che si affacciano ora e da sempre su quel mare Mediterraneo che ci ha concepiti anche solo ed in quanto cittadini nati in Italia. E’ una partnership fra Italia, Tunisia e la Francia, sostenuta dalla Comunità europea. L’appuntamento è in un luogo di straordinaria bellezza e la regia è di Michael Marmarinos, il golfo di Baratti, ma anche di esoterica suggestione. Si tratta della necropoli etrusca di Populonia. Ma non si va ad una semplice visita ad un sito, come altri, etruschi, diffusi e disseminati fra la Toscana ed il Lazio presso la costa tirrenica, perché qui entra una progettualità che mette in campo competenze molteplici soprattutto teatrali e performative ed insieme storico-artistiche.
Delle guide ci attendono al cancello della necropoli come abituali spettatori-visitatori di uno spazio ricco di ancestrali storie, quali quelle che abitualmente ci aspetterebbero se fossimo in un sito internazionale archeologico a Petra come a Festo o Atene come a Pompei o Selinunte. In realtà muniti di cuffie come d’abitudine, da dotazione in luoghi archeologici e museali, altro ascoltiamo che una consueta “ lezione” da manuale di storia dell’arte antica. Ci si avvia in gruppo dopo aver presenziato alla conferenza stampa italo-tunisina dove oltre a presentare il progetto, i curatori non potevano non accennare a quanto accaduto poche ore prima al Museo del Bardo a Tunisi. Coincidenze? Chissà.
La guida vocale inizia col presentarci il sito verso cui transiteremo e perlustreremo: è Populonia, antica Fufluns, nome del dio dell’ebbrezza. E in effetti la zona è ricca di vigneti e produce ottimi vini anche oggi, area di colline che danno ricchezza ai coltivatori toscani. E Populonia fu città antica della metallurgia. Del resto Colline metallifere cioè dove si estraeva ferro (oggi c’è un recupero delle ex miniere molto interessante anche per il turismo non solo balneare), si chiamano oggi i promontori che delineano quel paesaggio geografico con vista straordinaria che va dal pisano a San Vincenzo nel livornese e giu giu fino al grossetano. Nel passato la città etrusca-porto di Populonia, commerciò con tutti i Paesi del Mediterraneo: greci, romani, punici, sardi, corsi. E di ciò le nostre guide- attori, ci narrano. Ad un tratto infatti si interrompe la voce in cuffia e parte la voce diretta di chi ci porta ad addentrarci nella reale e simbolica realtà del sito, compresa una eventuale visita della tomba.
Il vento ed il mare in lontananza segnano l’orizzonte epifenomenico dell’evento. Poi tornano gli echi nelle cuffie. Ci narrano di Aiace, di Patroclo ed Achille, di nuraghi, insomma di echi del nostro mare Mediterraneo (Mare Nostrum?). Di ciò che sono quelle tombe- ipogei e di cosa ci è stato ritrovato. Saccheggi a parte, tra passato e presente. Nostoi è stato anche a Cartagine Byrsa in questi ultimi giorni di maggio con lo stesso gruppo di attori ed un altro noto regista, questa volta tunisino Kais Rostom, a guidarlo.
Visto a Baratti (Livorno) il 28 marzo 2015
Direttore artistico del progetto Michael Marmarinos
Coordinamento cantiere artistico Marina Bistolfi e Isabella Valoriani
Con 30 Artisti italiani e tunisini