È il più longevo festival di teatro di ricerca in Italia. Si svolge nelle piazze della città che lo ospita da ben 42 edizioni, accoglie artisti da tutto il mondo, crea per due settimane un clima di festa e di partecipazione collettiva. Si espande per le strade e nei suoi luoghi storici deputati a mettere in scena opere teatrali di assoluta contemporaneità. Giorno e notte. È Santarcangelo 12, che da quest’estate riparte dalle “Vite Comuni nella lenta dell’arte”, con la nuova direzione di Silvia Bottiroli, a cui si affiancano Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci. L’intento è quello di promuovere «la voglia di farsi “aria pubblica” e “invitare i cittadini a mettersi in scena”, rilanciando l’idea di teatro in piazza come cuore pulsante di una comunità.» Dal 13 al 22 un programma molto nutrito di proposte: teatro, cinema, performance video, installazioni, incontri e dibattiti, laboratori di critica riservati ai giovani. L’edizione 2012 rappresenta il “primo atto” di un discorso complessivo che si concluderà nel 2014.
(Rodolfo Sacchettini, Silvia Bottiroli, Cristina Ventrucci)
«Santarcangelo è un festival che non si pone come vetrina ma luogo di esperienza artistica, nell’aprire dialoghi internazionali sia con figure storiche, che con artisti alla loro prima creazione, nell’immaginare progetti fuori formato rispetto al teatro, che sconfinano con semplicità nell’arte, nella scrittura, nel disegno e nel cinema – spiega la direttrice artistica Silvia Bottiroli– l’intento è quello di coinvolgere anche bambini, anziani, cittadini e stranieri in creazioni di artisti capaci di creare un cortocircuito tra la scena e la vita, lontano da ogni forma televisiva e da ogni narcisismo, a ricordarci come l’arte sia un luogo di distillazione del reale, uno spazio dove è possibile esercitare uno sguardo più profondo.
Una delle domande che muovono il programma di questa edizione riguarda il rapporto tra le arti della scena e la rappresentazione della vita quotidiana, delle emozioni e relazioni che consideriamo ordinarie, delle forme del vivere comune e del vivere in comune (affettivo, familiare, politico) – prosegue ancora Silvia Bottiroli – una questione che interroga l’umano come ambito e la vulnerabilità come qualità dell’essere in relazione a sé, agli altri e alla storia. Infatti, è proprio nell’ottica di una fragilità che il teatro può costruire attorno a ciascuna presenza un luogo, uno spazio di ascolto e risonanza, una possibilità per artisti e pubblico di condividere un’esperienza nel tempo e nello spazio straordinari di un festival.»
Le nuove produzioni intendono percorrere la frontiera tra realtà e finzione, trovando nuove forme narrative nel coinvolgimento di tutti, chiamati in causa dalla scena per moltiplicare i segni e le storie. Due i lavori in residenza, coproduzioni del festival e realizzati insieme ai suoi abitanti: Ads (Santarcangelo) di Richard Maxwell e Sogni di Virgilio Sieni. Il regista e drammaturgo Maxwell (13 al 21 luglio) realizzerà una creazione per trenta persone. Ads (advertisement: “annuncio pubblicitario”) parte dalla domanda su come possa l’uomo riprendersi il proprio spazio in un mondo consumato da crisi d’identità e dominato dalla pubblicità. Un ritratto video-teatrale (Teatrino della Collegiata).
Ads Richard Maxwell
Virgilio Sieni (19 – 22 luglio) coinvolgerà Santarcangelo in Sogni, dove prosegue la sua ricerca sull’arte del gesto condotta con i non professionisti, interessato a rintracciare elementi di bellezza nella forza che una persona comune riesce a esprimere compiendo un’azione semplice. La materia del sogno è il tema messo in scena con anziani e bambini intenti a evocare dimensioni fantastiche. A Villa Torlonia a San Mauro Pascoli, va in scena Solo Goldberg Improvisation (18 luglio) considerato il suo manifesto artistico.
Il collettivo Strasse (13 – 22 luglio) con la performance Drive in#3 (Santarcangelo di Romagna) attraversa il paesaggio con sguardo cinematografico accompagnando lo spettatore in una drammaturgia di apparizioni; e la formazione Barokthegreat (20 -21 luglio) con Indigenous sprigiona un universo dalla temperatura primitiva, un mondo dal ritmo ostinato e balenante, frutto dell’incontro scenico di danzatori e musicisti.
Matija Ferlin Sad Sam/almost 6 (Ora sono/Quasi 6)
Dalla Germania arrivano le She She Pop (20, 21, 22 luglio), un collettivo di artiste-performer con Schubladen (Cassetti), esplorando questioni della vita comune e della memoria personale, e riflessioni di più ampia portata, sino a ricostruire una biografia collettiva degli ultimi quarant’anni di storia europea.
Il “duo” svizzero Martin Schick e l’argentina Laura Kalauz (19, 20, 21 luglio) in CMMN SNS PRJCT (Progetto di senso comune) coinvolge gli spettatori in una sorta di parabola delle relazioni umane e di come esse vengano influenzate dalla logica del profitto economico. Damir Todorović e Valentina Carnelutti (13, 14, 15 luglio) creano con As It Is un gioco nel quale si manipola l’identità privata dell’attore disorientando lo spettatore per dimostrare come la “verità” passi da un piano di realtà a un altro, e come la sua natura muti in contesti diversi. Il performer croato Matija Ferlin (13, 14, 15 luglio) presenta Sad Sam / almost 6 (Ora sono / Quasi 6), un lavoro sull’infanzia e sulla sua fine, sulla forza dell’immaginario e di un linguaggio capace di creare le cose nominandole.
Gyula Molnàr, (18 al 21 luglio) con Piccoli suicidi porta gli oggetti a narrare se stessi: spettacolo cardine del teatro di figura, è un piccolo capolavoro nella tradizione europea di questo genere teatrale rivolto a un pubblico di adulti e bambini. Donghee Koo (13 al 22 luglio), artista sud coreano che, giocando sul limite tra realtà e finzione, crea una gara di pianto attraverso la quale percorrere l’osmosi fatale tra la vita e l’opera. Il gruppo Kinkaleri con Fake For Gun No You (13 e 14 luglio), inscritto nel progetto di ricerca All! si interroga sul piano coreografico per la creazione di nuovi linguaggi in relazione a William Burroughs.
Mara Cassiani e l’illustratrice Mara Cerri con You And Me And Everywhere (19 al 22 luglio) ispirato al libro Via Curiel 8 della Cerri; le due artiste intraprendono un suggestivo percorso ibrido tra l’immaginario il disegno animato e la scena teatrale. Segue la proiezione del cortometraggio di animazione Via Curiel 8 di Mara Cerri e Magda Guidi.
Sara Masotti e Simone Marzocchi (20, 21, 22 luglio) conosciuti come Filomela, immersi nelle grotte tufacee di Santarcangelo, indagano in Petra genetrix le possibilità espressive della gamma fonetica vocale che si discosta dai suoni normalmente utilizzati nelle lingue umane. Il Teatro Valdoca (Sferisterio 16 -22 luglio). Un accampamento poetico che prepara – in forma di laboratorio per giovani attori, musicisti e danzatori – un affresco corale, la forma dell’happening, luogo di pensiero e azione acceso dalla creazione artistica, in omaggio a John Cage nel centenario della nascita. Le case dei sogni di John Cage culminerà in una “parata” il 22 luglio, seguita da una festa, aperta a tutti nello spazio della scena per un’esplosione di gioia collettiva. Un progetto speciale a cura di Menoventi dal titolo Tabarin citadin. Con la collaborazione di numerosi artisti, liberamente ispirata al clima dadaista di inizio secolo.
César Brie (15 luglio), con una versione inedita del suo ultimo lavoro Karamazov, con il gruppo di attori del percorso di formazione dell’Ert. L’Accademia degli Artefatti (19 luglio) con Nascita di una Nazione di Mark Ravenhill, uno sguardo spietato sul teatro e sulle città, in forte relazione con gli spettatori. Codice Ivan (14 luglio) con GMGS_What the Hell Is Happiness?, che si confronta con il motore del fare quotidiano e con la sua ricerca spesso ossessiva della felicità.
Il musicista Francesco Giomi (20 luglio) di Tempo Reale con un omaggio a John Cage, intitolato Cage/Fontana reMix – Un paese di musica immaginaria e realizzato con venti musicisti chiamati a raccolta intorno a un’idea di paesaggio musicale. Zapruder filmmakersgroup (21 luglio), che con I topi lasciano la nave. Yes Sir, I Can Boogie , maratona di ballo, recuperando una tipica tradizione emiliano-romagnola e trasfigurandola attraverso dispositivi elettronici in un mondo sonoro straniante.
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“Cinema in piazza Grande”: omaggio a Tonino Guerra che viene ricordato anche per la mostra Nel mondo di Tonino Guerra, curata da lui stesso poco prima di morire e in un ascolto di poesie all’Arena Cappuccini (12 luglio), Ginger e Fred di Federico Fellini, un programma di corti di animazione (di Mari Kanstad Johnsen, Reinis Pēterson, Mara Cerri, Magda Guidi, Ericailcane, Simone Massi, Signe Baumane, Donato Sansone, Vladimirs Ļeščovs, e i documentari di città di ZimmerFrei
L’uomo della sabbia Menoventi
I Menoventi (13, 14, 16 luglio) con L’uomo della sabbia, che gioca con le coordinate di spazio e tempo in modo profondo e grottesco, sulla soglia sempre labile che separa il reale e la rappresentazione. Grattati e vinci, terzo e ultimo episodio della “Trilogia dell’inesistente” del gruppo riminese Quotidiana.com (dal 14 al 17 luglio), il cui lavoro drammaturgico recupera moduli e ritmi del vivere ordinario, portandoli a una sorta di estreme conseguenze. Il gruppo nanou (15 e 16 luglio) con Sport, un atto poetico che coglie l’intimità dell’atleta nella sua solitudine durante i preparativi per l’esecuzione ginnica. La ricerca sonora al centro di Mirto Baliani e Marco Parollo in Fuocofatuo (13, 14, 15 luglio): un concerto in cui i suoni prodotti dagli oggetti di uso domestico trasfigurano dal rumore a un crescendo musicale.
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Il programma completo del Festival è pubblicato su www.santarcangelofestival.com
Santarcangelo dei teatri
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