RUMOR(S)CENA – CATANIA – Il teatro Vitaliano Brancati di Catania, per l’odierna stagione di prosa, ha ospitato dal 23 novembre al 2 dicembre, il profondo spettacolo in due atti, “I due papi“ di Anthony McCarten, sceneggiatore, scrittore, drammaturgo, produttore cinematografico ed ex giornalista neozelandese, con la traduzione di Edoardo Erba. E’ un testo, un lavoro, che si sofferma su valori universali e che – attraverso un incontro-scontro davvero epico tra due forti personalità – regala una pagina di teatro davvero sublime.
Nonostante l’impegnativo titolo e le due ore di durata, lo spettacolo è tutt’altro che soporifero, anzi risulta incalzante tra storia, ironia, confessioni e riflessioni tra due uomini tanto diversi tra loro che, con il loro spessore ed il loro forte carattere, intrecciano una forte e duratura amicizia.
Sulla scena di Alessandro Chiti che – con dei pannelli scorrevoli- riproduce i giardini di Castelgandolfo, il balcone con vista su piazza San Pietro e la luminosità della Cappella Sistina, si racconta la vicenda particolare dei due protagonisti, ovvero si ipotizza l’incontro-scontro, dalle mille sorprese e sfumature, tra Benedetto XVI e l’allora cardinale Jorge Bergoglio, nel periodo in cui Joseph Ratzinger stava maturando la sorprendente decisione di rinunciare alla carica di Vescovo di Roma, con l’intenzione di indicare proprio Bergoglio come suo successore, con il nome di Francesco.
Sin da subito la pièce, grazie all’avvincente e intrigante regia “a quadri” di Giancarlo Nicoletti, si focalizza sul particolarissimo incontro-confronto tra i due personaggi fuori dal comune, dove emergono le loro differenze caratteriali, i loro dubbi, le loro preferenze i loro segreti e soprattutto vengono a galla le loro diversissime vedute, le loro posizioni contrastanti sulle questioni morali ed etiche che confondono, preoccupano la Chiesa del XXI secolo quali ad esempio l’uso dei contraccettivi, il crollo delle nascite, il celibato dei preti, il rapporto fede e omosessualità, oppure gli scandali del Vaticano o gli abusi sessuali di sacerdoti su minori.
Dalla diffidenza iniziale tra i due si passa, nella seconda parte dello spettacolo, ad una vera e propria reciproca confessione ed assoluzione, fino a celebrare una intima ed affettuosa amicizia che porta Ratzinger e Bergoglio allo scambio delle sciarpe delle Nazionali di Argentina e Germania come se si giocasse una finale calcistica.
Sulla scena, autentici ed esemplari protagonisti, Giorgio Colangeli che veste i panni dell’autoritario, ironico, Papa Ratzinger, appassionato di Mozart e delle vicende televisive del Commissario Rex, frastornato dal necessario rinnovamento nella Chiesa e con difficoltà a comunicare con le giovani generazioni e Mariano Rigillo che interpreta l’espansivo cardinale Bergoglio, dall’animo semplice, amante del tango e del calcio, della squadra del San Lorenzo, ma che non si riconosce nella struttura-Chiesa del nuovo Millennio. Con i due protagonisti si segnalano l’elegante Anna Teresa Rossini (la suora cui Benedetto XVI confida per prima le sue future intenzioni), la grintosa Ira Fronten (la giovane religiosa che ha accompagnato i vari i momenti della vita sacerdotale di Bergoglio) e Alessandro Giova.
Alla riuscita dello spettacolo contribuiscono poi le luci e i suoni di David Barittoni ed i costumi di Vincenzo Napolitano e Alessandra Menè. Il pubblico, che ha molto gradito ed applaudito, alla fine, lo spettacolo e gli interpreti, ha potuto assistere ad una mitica, ironica, severa contesa, alla nascita di un’amicizia speciale fra due personalità fuori dall’ordinario. Il tutto in una dimensione umana, di condivisione, dove si è discusso – anche animatamente – di potere, di vita, di crisi, di limiti degli uomini e della Chiesa, tutto sempre in modo elegante, bilanciando drammaticità, ironia e simpatia.
Visto il 25 novembre 2023 al Teatro Brancati di Catania