«È il tratto pittorico il segno distintivo di una performance che indaga il mistero Giorgione. Tempèstas in origine significò momento del giorno, solo in seguito divenne condizione, stato atmosferico e infine, in modo speciale, un tempo burrascoso e rovinoso, Ne la Tempesta, nel Fregio e in altri dipinti di Giorgione l’attimo fulmineo viene congelato nella rappresentazione naturale del lampo, dell’atmosfera e della luce di un Veneto che non ritornerà, catturato dallo sguardo che fissa la stagione e le fasi del ciclo di vita vegetale, sconvolto dal vento, saturato dalle buie nubi incombenti». Sono le parole che introducono la scheda di presentazione di Tempesta, del gruppo degli Anagoor di Castelfranco Veneto, spettacolo che va in scena mercoledì 29 febbraio alle 20.30 nel Teatro Studio del Comunale di Bolzano. Terzo appuntamento della rassegna “Altri Percorsi / Nuovi Linguaggi” proposta dal Teatro Stabile di Bolzano. “Tempesta” fa del teatro un’arte visiva e delle arti visive teatro. Non si parla di Shakespeare, ma del quadro più enigmatico di Giorgione, grande pittore rinascimentale, genius loci di Castelfranco Veneto, cittadina che ha dato i natali anche al giovane gruppo teatrale. Un fulmine squarcia il cielo plumbeo in una delle tele più controverse e dibattute dell’arte occidentale: a dipingerla uno degli artisti più misteriosi della storia, la cui breve vita (morì nel 1510 a Venezia, a soli 42 anni) segnò un’apparizione repentina ma folgorante nel panorama pittorico dell’epoca. A Giorgione nativo di Castelfranco è stata dedicata una mostra a Casa Giorgione, in occasione del quinto centenario della sua morte.
Dalla pittura intrisa di profonde radici classiche e filosofiche che ha ispirato le emblematiche composizioni del loro concittadino, dense di simbologie, gli “Anagoor” prendono spunto per una messa in scena muta, ma molto eloquente, che si snoda attraverso suggestioni visive e acustiche. Immagini, frammenti, idee, si compongono in magnifici tableaux vivant che coniugano iconografie passate e contemporanee, alla ricerca dello squarcio luminoso del lampo che permetta di intravedere l’impalpabile collegamento tra il Veneto di oggi e la densa tradizione culturale umanistica di cui Giorgione era rappresentante. Un’urgenza, quella della compagnia composta da Eloisa Bressan, Anna e Pierantonio Bragagnolo, Moreno Callegari, Paola Dallan, Simone Derai e Marco Menegoni, di conoscere ed esorcizzare il banale, per affondare nelle proprie radici culturali e riappropriarsene.
Diretti da Simone Derai, Anna e Pierantonio Bragagnolo vestono i panni dei personaggi del dipinto, in una spoliazione e vestizione continua, dalla Venere alle figure in armatura, passando per le iscrizioni del “fregio delle arti liberali”, conservato nella casa del pittore a Castelfranco. Un impianto scenico minimale, dà vita ad un’elaborata architettura di simmetrie e asimmetrie, di specularità e impercettibili sfasature tra le immagini che scorrono su due diversi schermi, e poi tra i video e i corpi vivi sulla scena, tra corpo e corpo, tra maschile e femminile. Atmosfere sospese, cariche di segrete aspettative, formano la sottile ma ferrea nervatura dello spettacolo, in un ritmico rimando tra azione scenica e proiezione, tra sonorità elettroniche ed echi di musica antica. Lo spettacolo ha ricevuto la segnalazione speciale dal Premio Scenario 2009, riconoscimento under 35 che valorizza i nuovi progetti teatrali per “la preziosa indicazione di una scena dove appare possibile coniugare radicamento e modernità”.
biglietti: Teatro Comunale (piazza Verdi 40; tel 0471 053800) , Teatro Cristallo (tel 0471 067822)
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