RUMOR(S)CENA – IMOLA – Il balletto Giulietta e Romeo, ispirato liberamente alla celebre tragedia di William Shakespeare, rappresenta una pietra miliare nella produzione coreutica di Fabrizio Monteverde. La prima ideazione di questo balletto risale al 1989, un periodo in cui il coreografo e regista, spinto dalla volontà di rompere con i canoni tradizionali, concepì un’opera che unisse la passione romantica alla forza drammatica dei conflitti familiari e sociali. La sua visione innovativa mirava a reinterpretare il dramma shakespeariano come un percorso di formazione e di lotta interiore, in cui il corpo diventa il mezzo per esprimere il dolore, la speranza e la ribellione.
Nella versione attuale, presentata dal Balletto di Roma, Monteverde ha saputo mantenere intatto lo spirito innovativo originario, arricchendolo con elementi neoclassici che ne esaltano la dimensione estetica e tecnica. La regia e la coreografia, affidate alla mano creativa del coreografo, hanno trasformato la narrazione in un linguaggio visivo intenso. La musica di Sergej Prokof’ev è esaltata e diventa un elemento attivo che, grazie alla danza, si trasforma in emozioni palpabili e visibili.
Il ruolo dei protagonisti è perfettamente integrato nella narrazione collettiva del corpo di ballo. Paolo Barbonaglia, nei panni di Romeo, incarna un giovane uomo dalla forza ribelle e dalla sensibilità profonda. La sua tecnica impeccabile, ogni salto, ogni contatto con il suolo, ogni transizione fluida studiata nei minimi dettagli, riesce a trasmettere al suo movimento la tensione del conflitto interiore di un giovane tormentato dall’amore proibito, facendo emergere sia la potenza dell’impulso passionale che la fragilità emotiva che lo contraddistingue. La sua performance non è semplicemente gesto coreutico, è una poesia fisica, in cui la luce e l’ombra si alternano per dipingere il dramma dell’esistenza.

Azzurra Schena, nel ruolo di Giulietta, offre una contrapposizione altrettanto intensa. La sua interpretazione è caratterizzata da una grazia eterea che, tuttavia, non nasconde la forza interiore della protagonista. Schena trasforma il personaggio in una figura ambivalente, capace di esprimere la dolcezza dell’amore e l’amara consapevolezza del destino segnato. I suoi movimenti, delicati ma decisi, raccontano la storia di una giovane donna che, nonostante le avversità, si aggrappa con determinazione a un ideale di libertà. La sintonia tra i due protagonisti, evidente in ogni contatto e in ogni sguardo, crea un dialogo silenzioso e carico di significato, rendendo la loro storia una rappresentazione vibrante del contrasto tra speranza e tragedia.

Accanto ai protagonisti, il corpo di ballo del Balletto di Roma svolge un ruolo fondamentale nel tessere la trama emotiva e narrativa dell’opera. I coprotagonisti apportano sfumature essenziali alla narrazione. Tra questi, spicca il giovane danzatore che interpreta Mercuzio, il migliore amico di Romeo: la sua performance, caratterizzata da movimenti esplosivi e al contempo misurati, suggerisce l’inevitabile destino di una gioventù travolta dalla passione. L’ancella di Giulietta, con linguaggio gestuale morbido e fluido, contribuisce a delineare la vulnerabilità della protagonista e a sottolineare il contrasto tra il mondo suo interiore e quello sociale. Questi interpreti, pur operando in ruoli secondari, sono imprescindibili per la ricchezza espressiva dell’opera e, assieme al corpo di ballo, creano una dinamica di gruppo che amplifica il pathos e l’intensità drammatica del balletto.
Un elemento di particolare rilievo è rappresentato dal ruolo della madre, presentata in sedia a rotelle, scelta di grande sensibilità e simbolismo. La madre, figura tradizionalmente associata alla protezione e al sostegno, qui diventa l’emblema della resilienza. La sua condizione non rappresenta una limitazione, ma piuttosto un segno distintivo di una forza interiore che va al di là delle barriere fisiche.

La scenografia, ideata dallo stesso Fabrizio Monteverde, è immersa in spazi astratti e onirici, capaci di trasportare lo spettatore in un universo sospeso tra realtà e fantasia. I costumi, realizzati da Santi Rinciari, sono lineari e sobri. Al solo colore, rosso scuro per i Capuleti, nero per i Montecchi, è affidata la distinzione tra le due fazioni familiari. Fondamentale per questa messa in scena è la regia delle luci firmata da Emanuele De Maria: con variazioni di intensità e colori le luci guidano lo sguardo del pubblico verso i momenti chiave della performance, accentuando la tensione drammatica e donando una dimensione quasi pittorica alle scene.
In conclusione la rilettura de Giulietta e Romeo rappresenta un’opera d’arte poliedrica, capace di unire la forza dei classici con la spinta innovativa della danza contemporanea. La storia, rielaborata con passione e audacia, mette in luce la tecnica e l’interpretazione dei danzatori e trasforma ogni elemento del racconto coreutico e musicale in un mezzo attraverso il quale il mito shakespeariano si fa vivo e pulsante.
Visto il 14 febbraio 2025 al Teatro Ebe Stignani Imola