RUMOR(S)CENA – RIMINI – La compagnia Aterballetto ha regalato una serata che si è distinta per un’esperienza coreutica di altissimo livello attraverso tre opere firmate da rinomati coreografi: Solo Echo di Crystal Pite, Reconciliatio di Angelin Preljocaj e Glory Hall di Diego Tortelli
La serata si è aperta con Solo Echo della canadese Crystal Pite, una coreografia che è una riflessione profonda sull’accettazione e la perdita, un inno al dialogo tra movimento e musica, in cui i due brani di Johannes Brahm, la Sonata per Violoncello e Piano in E Minor, Op. 38: I. Allegro non troppo e la Sonata per Violoncello e Piano in F Major, Op. 99: II. Adagio Affettuoso, hanno offerto un contrasto tra intensità e dolcezza, creando un ricco e stratificato quadro emotivo. I danzatori di Aterballetto hanno incarnato con precisione e fluidità le note vibranti di Brahms, e hanno espresso sia la forza dell’Allegro iniziale che la delicatezza delle sfumature dell’Adagio, creando una tensione continua capace di trasportare lo spettatore in un universo di contrasti armonici e di introspezione. Nei momenti dell’Allegro, i danzatori hanno eseguito movimenti che sembravano scolpiti nel tempo musicale, capaci di trasmutare la tensione ritmica in una forma di espressione visiva. Con l’Adagio, poi, la performance ha assunto una dimensione più lirica e meditativa. La coesione impeccabile dei danzatori, con movimenti sincronizzati ha espresso sia la fragilità, sia la forza dell’essere umano di fronte all’inevitabilità del cambiamento. I costumi dai toni scuri, dal taglio essenziale ma dal design raffinato, hanno contribuito a creare un’atmosfera intima, permettendo al pubblico di concentrarsi sulla purezza del movimento e sull’interazione tra i danzatori, e hanno enfatizzato questo dialogo tra forma e suono, trasformando i danzatori in vere e proprie sculture in movimento.

La seconda coreografia, RECONCILIATIO, di Angelin Preljocaj sulle note della Sonata al Chiaro di Luna di Ludwig van Beethoven, riallestimento per due danzatrici dalla creazione del 2010 Suivront mille ans de calme, è un delicato passo a due femminile ispirato alla lettura dell’Apocalisse. E’ stata una meditazione sulla riconciliazione interiore e sul superamento delle contraddizioni. Il celebre brano, che incarna il potere evocativo del silenzio e della luce lunare, è stato enfatizzato dalla coreografia, sviluppata con un linguaggio gestuale intriso di malinconia, con movimenti che creavano un dialogo corporeo che rifletteva temi di conflitto e riconciliazione. I movimenti, lenti e misurati, hanno creato un’atmosfera sospesa, in cui ogni gesto pareva trasfigurare gli arpeggi del pianoforte in un linguaggio visivo, capace di dare nuova vita e contesto a una melodia tanto conosciuta. Le danzatrici si sono fuse con lo spazio scenico in maniera suggestiva, tracciando linee che ricordavano architetture sospese tra realtà e sogno. La precisione del gesto e la lentezza deliberata dei movimenti hanno enfatizzato quel senso di intimità quasi mistica, mentre i costumi bianchi, sobri e raffinati, in contrasto con la profonda oscurità della scena, hanno contribuito a rafforzare il senso di purezza e intimità della performance, rendendo visibile la tensione tra forza e vulnerabilità.

Ha concluso la serata, GLORY HALL di Diego Tortelli, un’opera che ha offerto uno spaccato audace e contemporaneo, in cui la musica post-rock dei Godspeed You! Black Emperor ha aperto a un territorio performativo di forte impatto visivo. Questa coreografia, accompagnata dall’assistenza di Hélias Tur-Dorvault, ha portato in scena un linguaggio corporeo evocativo di tensioni e contrasti moderni. La coreografia si sviluppa in uno spazio scenico essenziale, dove i danzatori esprimono una vitalità contagiosa attraverso movimenti dinamici e potenti. Per GLORY HALL l’azione coreutica diventa narrazione visiva che si nutre di pause, accelerazioni improvvise e gestualità amplificata, cambi repentini di velocità e momenti di quasi sospensione. La coreografia ha saputo bilanciare momenti di gruppo con assoli intensi, mettendo in risalto sia la coesione dell’ensemble che le qualità individuali dei danzatori. I costumi, tagli geometrici e tessuti innovativi, hanno contribuito a delineare una silhouette che si muoveva con una quasi meccanica precisione, ma in sintonia con le armonie dissonanti della colonna sonora, trasformata in un’opera d’arte visiva.

La serata ha rappresentato un viaggio attraverso diverse espressioni della danza contemporanea. Le tre opere presentate hanno evidenziato non solo la versatilità e l’alta tecnica dei danzatori di Aterballetto, ma anche la capacità dei coreografi di creare mondi emotivi e visivi distinti, ciascuno con una propria identità e forza comunicativa. Queste tre opere, accomunate da un approccio critico ed equilibrato, e l’accurata attenzione ai dettagli hanno reso la serata un laboratorio di idee, in cui ogni coreografia ha risuonato come un’eco, offrendo uno spaccato della continua evoluzione del linguaggio della danza. La compagnia Aterballetto ha saputo, ancora una volta, dimostrare che il vero potere dell’arte risiede nella capacità di reinterpretare il passato e di trasformare ogni elemento.
Visto il 9 febbraio 2025 al Teatro Galli di Rimini