Siamo una comunità di lavoratrici e lavoratori professionisti dello spettacolo, in tutte le sue declinazioni, che si riconoscono nella cultura etica del lavoro, nei suoi oneri e onori, nei suoi doveri e nei suoi diritti. Riconoscendoci negli articoli 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana e chiamati in causa dalle dichiarazioni del Ministro Dario Franceschini, il quale ha manifestato interesse ad aprire un dialogo sui criteri di erogazione dei fondi emergenziali. Sentiamo il dovere di porre alla Vostra attenzione riflessioni e proposte, che si riferiscono al momento contingente e doloroso, ma anche e soprattutto al futuro del sistema culturale del nostro Paese. Questo sistema, che già poggiava su corpose criticità, necessita di un intervento urgente che permetta una virtuosa ripartenza dell’intero Settore Spettacolo. Nei processi di ricostruzione il ruolo della Cultura è fondamentale. Segnaliamo l’emergenza di esserci ritrovati improvvisamente senza lavoro e senza reddito, ma, a differenza di altri, in un Settore già colpevolmente privo di tutele. Inoltre, siamo stati i primi a fermarci e saremo tra gli ultimi a poter ricominciare. Le interruzioni dei contratti sono avvenute senza il rispetto delle leggi sui licenziamenti. Molte imprese si appellano all’emergenza per non onorare i contratti stipulati, con i singoli lavoratori o con le compagnie, relativi a lavori regolarmente svolti prima dell’emergenza sanitaria stessa. Una larga parte di lavoratori è rimasta esclusa dalle tutele del DL18 e DL 23, a conferma del fatto che l’apparato legislativo non è adeguato alle numerose specificità della nostra categoria. Gli emendamenti proposti in difesa delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sono stati bocciati. Misure come il Fis o la Cassa in Deroga, senza possibilità di integrazione, non tengono conto dei rapporti lavorativi regolati da contratti di intermittenza e della situazione di precarietà dei lavoratori dello spettacolo. Non ci sono tutele, né garanzie, per tutti quei lavoratori impegnati in produzioni e progetti con data di inizio posteriore al 17 marzo, e che rimarranno sospesi per un tempo indeterminato. L’interruzione dell’attività di insegnamento (nel pubblico e nel privato) ha eliminato un’importante fonte di reddito per le formatrici e i formatori, oltre ad aver sospeso il percorso di studi di numerosi futuri giovani lavoratori.
Chiediamo di istituire un reddito di sostegno per tutti i lavoratori dello spettacolo esteso fino alla ripresa delle attività, che comprenda anche gli esclusi dall’indennità dell’articolo 38 del DL18, individuando criteri che tengano conto della reale specificità del settore.
b. Voi siate garanti dell’assunzione di responsabilità da parte delle Imprese rispetto agli illeciti intercorsi, chiedendo alle stesse un dialogo diretto con i lavoratori, attivando strumenti come l’Osservatorio Nazionale, già previsto dal CCNL dei Teatri del 2018.
c. Garantire la Trasparenza sui criteri di assegnazione dei finanziamenti straordinari stanziati dall’art.89 del DL18, e di vigilare sulla corretta gestione di essi, affinché ne possa beneficiare tutta la filiera dei lavoratori, nessuno escluso. Chiediamo quindi che il primo parametro nell’assegnazione dei fondi sia l’obbligo di onorare i contratti che, a causa della suddetta emergenza, sono stati interrotti o non sono mai partiti.
d. Impiegare il FUS ordinario per saldare tutte le retribuzioni e i cachet insoluti prima dell’emergenza sanitaria.
e. Regolamentare con urgenza il diritto d’autore e d’immagine per gli spettacoli in streaming, aprendo un tavolo di consultazione e trattativa per il settore insieme al MiBact, aperto ad almeno 2 delegati di ogni coordinamento di settore, ribadendo con forza l’unicità e l’irripetibilità dello Spettacolo dal Vivo affinché questa pratica rimanga eccezione e non diventi norma.
f. Coinvolgere, per la Fase Intermedia, anche professionisti del settore per immaginare, progettare e realizzare studi di fattibilità virtuali e dal vivo e adeguati protocolli di sicurezza, al fine di preservare qualità e dignità del lavoro nei luoghi deputati allo svolgimento delle nostre attività professionali.
g. Per il futuro, garanzie su versamento e cumulo dei contributi (di conseguenza indennità per i periodi di non-occupazione ispirata al modello francese e trattamento pensionistico dignitoso), tutela del Professionismo sulla base della Risoluzione del Parlamento Europeo del 07/06/2007, accesso al lavoro paritario per tutti eliminando ogni disparità di trattamento nei confronti delle donne, tolleranza zero verso ogni tipo di sfruttamento del nostro lavoro. La prestazione artistica è lavoro, e in quanto tale va SEMPRE retribuita adeguatamente.
Uno Stato ha il dovere di garantire ai cittadini di poter godere e usufruire di proposte culturali, per arginare la miseria e un possibile imbarbarimento della società. In quanto lavoratrici e lavoratori, ravvisando nelle organizzazioni sindacali un imprescindibile intermediario nella contrattazione collettiva e nel dialogo con la Politica, vi chiediamo di non venire meno alle Vostre responsabilità di governanti di questo Paese e di dare l’adeguato riconoscimento al nostro Lavoro.
Attrici e Attori Uniti
Lettera inviata al ministro dei Beni attività culturali Dario Franceschini
senatrice Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
Carlo Fontana presidente AGIS,
Filippo Fonsatti presidente FederVivo,
Francesco Rutelli presidente ANICA