Chi fa teatro, Interviste — 27/07/2013 at 15:44

Intervista a Dario Muratore sul graphic novel teatrale “Walking NoTav”

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L’inedito “Walking No Tav”, presente al Roma Fringe Festival 2013, sorprende e incuriosisce per l’inedita freschezza e la modalità mediatica in cui riesce a rendere palpabile una nota trascritta su di una comune moleskine. Un’agenda per appunti diviene una bacchetta magica che risveglia coscienza comune e creatività attraverso i giovani talentuosi Dario Muratore e Petra Trombini. Il progetto nasce da DUE.O, ovvero da Muratore e dalla Trombini con la collaborazione del Teatro Garibaldi Aperto, della Compagnia Quartiatri e di Santa Briganti.

Come nasce l’idea di mettere in scena un allestimento attraverso la messa in scena di un romanzo animato con proiezioni grafiche degne del più sano postmodernismo?

Il progetto nasce da un’esperienza realmente vissuta e poi tracciata nero su bianco per divenire testo e racconto. La narrazione della cronaca, però, ha il limite della realtà. Da questo limite nasce l’idea di una messa in scena grafica che evoca un viaggio onirico, noir, fumettistico che conduce l’osservatore all’interno della storia creando un cortocircuito tra il reale e l’immaginazione, assurgendo il personaggio protagonista a eroe, a tratti, epico.  

Quale è stato l’apporto drammaturgico della Trombini al lavoro e che genere di supporto sonoro troviamo?

L’incontro con Petra Trombini è avvenuto quasi del tutto naturalmente. Mentre io dispiegavo parole e racconto lei creava immagini che, alle volte, supportavano il testo e, altre, lo oltrepassavano. Drammaturgicamente la sua presenza ha due aspetti. Il primo è quello di una figura che aiuta il personaggio a compiere il suo percorso di autodeterminazione, di presa di coscienza, osservandolo e accompagnandolo all’interno di un “rito di passaggio”. Altresì rappresenta l’aspetto coraggioso del protagonista, l’altra faccia dell’ingenuità smaccata con cui questo si presenta insieme alla sua felpa bianca. Lei e il suo cappuccio nero sono,invece, l’impegno e la militanza.

Altro incontro importante è quello avvenuto con Angelo Sicurella electro-compositore , che sin dai primi minuti si innesta all’interno del viaggio narrativo creando l’habitat sonoro e insinuando nell’osservatore “quello strano retrogusto di tensione”

Vi siete ispirati a qualche modello per la realizzazione?

Il testo parte da quello che è il filone del teatro di narrazione di Marco Baliani, sfiora Ascanio Celestini nella tematiche  e prova ad andare oltre inserendo azione fisica e un semplice, ma credo efficace, impianto scenico. Per la messa in scena invece abbiamo preso spunto dai modelli di comunicazione di massa e dagli  strumenti comuni e contemporanei. Questo ci interessa e continueremo a farlo.

Che genere di reazioni ha suscitato nel pubblico anche rispetto al tema che viene trattato con l’evidente ironia mediata attraverso una pluralità di linguaggi?

La tematica incuriosisce ma l’approccio dell’osservatore, mi sembrava, restasse distaccato dalla scomodità della tematica politica. Gli altri linguaggi e soprattutto la graphic live, il segno e disegno tracciato sull’Ipad e l’interazione con l’attore suscitano empatia. La mixtura comunicativa conduce l’osservatore all’interno del percorso drammaturgico, sedotto dall’ironia e dal gioco, coinvolto dall’adrenalina, appassionato dal rischio, si ritrova, credo, complice della presa di coscienza del protagonista.

Quali saranno le prossime date dello spettacolo?

Le prossime date saranno il 27 Luglio a Chiaramonte Gulfi (RG) all’interno della manifestazione Ratapun.     L’8 Agosto all’interno del Campeggio NO MUOS e, molto probabilmente, a fine Agosto porteremo il lavoro proprio in Val di Susa. Poi arriverà l’inverno e stiamo a vedere.

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