Sto aspettando il mio turno per essere amata e per poter amare, prima di me ce ne son tanti, anche dopo di me … mi piace non mi piace.
MILANO – Tra versi di Lorca, suggestioni visive di Picasso e di Dalì, costruttivismo e cubismo, Rossy de Palma, veste i panni di Gala, e mescola linguaggi diversi svelando un ritratto irregolare, asimmetrico del Novecento. La vita è ribellione, è decorticazione per arrivare all’essenza di sé stessi e accorgersi poi di essere soli. Consapevoli di ciò, nelle difficoltà si inizia a coltivare le risorse che son dentro di noi per reagire e agire in maniera positiva per se stessi: resilienza. Momenti di malinconia, seduzione, caos, dolore, ilarità. Giochi di luci e ombre come in un luogo paradisiaco o in un tempo in cui avviene l’ascensione al cielo Costumi clowneschi, burlesque, vintage. Rossy de Palma è ironica, provocatoria, imbarazzante. Surreale in modo assurdo senza bisogno di essere spiegata… come i suoi oggetti: una televendita di prodotti dall’aragosta di Dalì, alla pietra di Giada per allenare i muscoli vaginali, a un fallo da applicare su una sedia di plastica, unico uomo fedele e muto. Generosa fino allo sfinimento, dona se stessa agli spettatori: sfumature dolci e naif, ma anche aggressive e volgari. Un’opera d’arte vivente. L’unica nota stonata son le giustapposizioni nella creazione artistica, alcune titubanze nei movimenti, e la performance canora (Vita di Ornella Vanoni), ma anche queste imperfezioni sono lei, e l’incontro con se stessa e poi con il pubblico è un momento coinvolgente, romantico e fortificante.
“Resilienza d’amore” Donne, Surrealismo e passione.
Di e con Rossy de Palma con la collaborazione speciale di Pi Piquer.
Disegno Luci cube.bz.
Fonico/video Luca Mazzucco.
In collaborazione con Instituto Cervantes di Milano.
Foto di scena di Virginia Bettoja.
Spettacolo in italiano e spagnolo.
Visto al Piccolo Teatro di Milano