RUMOR(S)CENA – PIACENZA – È una visione del mito allargata dal singolo personaggio al Coro, quella che permea la messa in scena di Edipo curata da Marco Baliani per la sezione teatro del progetto Bottega XNL, ideato e diretto da Paola Pedrazzini, del Centro per le arti contemporanee XNL Piacenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Nello spazio archeologico di Veleia (Piacenza), denso di arcaiche suggestioni, sede del Festival di Teatro Antico, Baliani ha guidato, nel corso di alta formazione, un gruppo di giovani attori, diplomati alle scuole di teatro, caricandoli della responsabilità di rappresentare la città tutta e di condividere un ruolo portante alla pari del protagonista.
La sua è una lettura politica, dove il peso di un delitto antico nel tempo e irrisolto pesa sulla società e la ammorba col suo carico di mistero e di segreti inconfessabili. Il “sistema” occulta un infanticidio consumatosi nelle stanze del potere e poi divenuto genesi di una serie di crimini che si riverberano sui cittadini. La peste, “una peste invisibile che corrode l’anima”, appare così metafora di un male che mina le fondamenta stesse del vivere civile: se il regno si fonda su un delitto, è il principio stesso di giustizia a perdere vigore; l’impunità diviene la norma. Edipo non può sottrarsi alla ricerca della verità.
La drammaturgia tracciata da Baliani interviene sul testo di Sofocle con inserti scritti dagli stessi attori per approfondire l’assunto di una comunità squassata da una crisi politica ed etica e per rendere espliciti i temi intrinsechi alla vicenda come viene letta nello spettacolo. Il prologo in particolare introduce un apologo che riportandoci a un episodio di vita quotidiana, protagonista un cane di nome Edipo, lascia spiazzati per la sua distanza con la prospettiva tragica della saga tebana.
All’ottimo impiego dello spazio archeologico – il foro della città romana di Veleia – di non facile fruizione per la sua struttura rettangolare e interamente a vista, Baliani unisce il sapiente gioco di illuminazione a creare chiaro/scuri e zone di luce e di ombra che disegnano nuclei narrativi sempre diversi. Mette così sullo sfondo il racconto di episodi esterni alla tragedia, come l’uccisione della Sfinge o l’assassinio di Laio da parte di Edipo, rendendoli visivamente concreti. Una scelta che si armonizza con l’uso di narrazioni estranee alla tragedia per chiarire aspetti poco noti del mito. I costumi e gli oggetti scena di Emanuela Dall’Aglio, che ci riportano a un mondo arcaico, e le musiche non convenzionali di Mirto Baliani, concorrono alla definizione di uno spettacolo capace di avvicinare al pubblico un mito di abissale profondità.
Generosa la prova dei giovani attori, benché ancora acerbi nel fronteggiare la materia incandescente della tragedia greca.
Visto allo spazio archeologico di Veleia (Piacenza), il 23 giugno 2023