RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Il termine di Montagnaterapia (pratica nata agli inizi del secolo scorso negli Stati Uniti) e diffusa verso gli anni ‘30 anche in nord Europa, per arrivare ad essere disciplinata alla fine degli anni ’80. Sta a significare un’attività caratterizzata da una metodologia terapeutica – riabilitativa – e non ultima anche socio educativa – il cui fine è rivolto alla prevenzione secondaria, cura e riabilitazione nei soggetti sofferenti di patologie e disabilità, disturbi psichici. Accompagnare nelle escursioni persone che possano beneficiare in gruppo e incidere sulla loro socializzazione.
Le prime esperienze di questa particolare terapia in Italia risalgano agli anni ’90, dove si vengono a creare forme di collaborazione tra associazioni di appassionati per la montagna e aziende sanitarie. Esperienze significative sono in attivo grazie alla collaborazione tra il Servizio sanitario e il Club Alpino Italiano, come quella in corso da 14 anni tra il CAI di Bolzano, il Centro di Riabilitazione Psichiatrica “Grieserhof” e il Centro di Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria della Provincia di Bolzano. Lo scorso 30 novembre si è svolta una conferenza al Centro per la Cultura Mairania di Merano organizzata dal CAI di Merano in cui sono state spiegate le finalità della montagnaterapia da parte della sezione di Bolzano, dove hanno preso la parola Cesare Cucinato, accompagnatore nazionale, (coordinatore del gruppo), Luca Ferrato operatore socio sanitario specializzato in psichiatria e Marco Ulizzi infermiere psichiatrico.
Curare le malattie del corpo e della mente con la montagna può sembrare un azzardo, un’idea romantica e un po’ visionaria, ma l’esperienza dimostra l’esatto contrario. Gli accompagnatori del CAI Bolzano e del Servizio Psichiatrico di Bolzano hanno illustrato i benefici, le prospettive e le buone pratiche di questo approccio terapeutico-riabilitativo. «Un progetto nato nel 2009 dove l’attività fisica è stata proposta a utenti affetti da patologie psichiatriche che venivano seguiti dai centri di riabilitazione psichiatrica Gelmini di Salorno e Grieserhof del Centro di salute mentale di Bolzano.
il progetto di Montagnaterapia di Bolzano, nato da una collaborazione fra il Servizio Psichiatrico del Comprensorio del capoluogo e la Commissione Escursionismo del CAI. Il progetto si rivolge a persone con problemi di salute mentale residenti sul territorio o seguite da strutture del servizio pubblico. Le finalità sono molteplici: hanno valenza nella parte fisica, psicologica, culturale e favoriscono la socializzazione, lo sviluppo delle abilità cognitive, strumentali ed organizzative. Una palestra emotiva in situazioni concrete e permette di sperimentare la forza del gruppo, apprezzare e interagire con la bellezza della Natura. Il confronto con il superamento dei propri limiti».
A Bolzano i progetti sono due. Il primo è quello di Montagnaterapia – Wander-ful nato nel 2009 grazie all’impegno dei soci accompagnatori Cai Cesare Cucinato, Claudio Rossi e Willy Marchiori. Il secondo si chiama Wasserläufer nato nel 2014 per utenti più giovani per età (fra i 18 e i 40 anni) o per storia di malattia: si tratta spesso di persone all’esordio dei sintomi. La definizione di Montagnaterapia è stata ideata nel 1999 dallo psicologo e psicoterapeuta Giulio Scoppola e nel corso degli anni è diventata un’attività consolidata e praticata a livello nazionale ed internazionale e ha una validità scientifica a dimostrazione di come si può migliorare il benessere fisico e psichico delle persone. L’essere umano per star bene con se stesso e anche con i suoi simili ha necessità di avere un contatto diretto con l’ambiente e con la natura.
La Montagnaterapia permette di curare non solo il corpo e il fisico ma anche la psiche delle persone più fragili. Uno degli obiettivi principali è quello di favorire un processo evolutivo determinato dall’esperienza trasformativa che il cammino in montagna si pratica. La collaborazione tra i servizi socio sanitari e l’attività culturale e sportiva del CAI è quindi fondamentale, grazie ad una sinergia tra le due realtà e con l’intervento dell’equipe integrata.
I valori solidali del CAI sono determinati dall’impegno volontaristico, l’accoglienza e resilienza, la passione per le escursioni in montagna. L’attività riabilitativa si rafforza grazie a questi valori. La valenza terapeutica dimostrata dalle esperienze condotte dal CAI di Bolzano nel corso dei 14 anni di vita è stata dimostrata nel corso della conferenza a Merano, a cui hanno partecipato operatori sanitari, medici e psichiatrici, primari e iscritti alle varie sezioni CAI dell’Alto Adige. In Italia esiste anche la società italiana di montagnaterapia (SIMont).