LUGANO (Canton Ticino Svizzera) – Una rigorosa selezione di sette spettacoli made in Switzerland assai diversi tra loro e un’installazione, Twilight, prodotta da Trickster-p; laboratori, riflessioni, incontri con artisti e con giovani compagnie in parallelo; atmosfera informale ma molto professionale, tutto tradotto, spesso in quattro lingue, su testi e sopratitoli, per un pubblico davvero interessato. E’ stato questo in sintesi il febbrile quarto “Incontro del Teatro svizzero” svoltosi in Canton Ticino – Lugano, Bellinzona, Chiasso collegati da navette (da giovedì 25 a domenica 28 maggio 2017). Del Festival, diretto da Kathrin Loetscher, centro propulsore è stato il polifunzionale LAC di Lugano, che ha la direzione artistica di Michel Gagnon, mentre Carmelo Rifici dirige LuganoInScena. La particolarità di questa edizione rispetto alle precedenti è che invece di svolgersi in una sola città, il Festival ha coinvolto tre città del Canton Ticino.
Veniamo agli spettacoli, tre in particolare, partendo da quello conclusivo e molto atteso, Empire, con cui Milo Rau chiude la sua trilogia sulla vecchia nuova Europa. Con la tecnica precipua delle sue regie, Rau combina la presenza fisica, reale di attori sul palco con foto e video che scorrono sullo sfondo, che ingrandiscono i volti in primo piano o montano documentari, feroci immagini di guerra e distruzione in questo caso in Siria, dato che due dei quattro protagonisti, Ramo Ali e Rami Khalaf, sono un siriano e un curdo che parlano nella loro lingua. Il quartetto include anche il greco Akillas Karazissis e l’ebrea rumena Maia Morgenstern, tutti in fuga dai loro Paesi, tutti salvati in vari modi e occasioni dal teatro.
Piccoli sembrano in scena mentre, davanti a una telecamera tenuta a turno da uno di loro, raccontano distaccati talora con lieve ironia le atrocità della vita, la perdita delle persone amate, la violenza. Nel momento però in cui incontrano il teatro (che li ha portati poi in tv o, come per la Morgenstern, a film di Mel Gibson e di Anghelopulos) si ampliano fino a toccare i personaggi tragici antichi, Medea o Agamennone. Ma lo spettacolo finisce con la frase severa: “La tragedia comincia adesso”.
Tutt’altro tema, tecnica, tipo di attori propone Alpenstock di Rémi de Vos. E’ una satira feroce con ritmi e gags alla Feydeau sulla pulizia igienica e etnica esaltata con rigore maniacale da un marito svizzero nei tradizionali calzoni di cuoio, ribaltata con allegria animalesca dalla moglie che si unisce in modo esilarante e seriale a un seduttivo emigrato dell’Est Europa. Il gioco registico di Sandra Amodio replica fulminei incontri erotici e colpi mortali con la piccozza in una giostra senza fine, tempi perfetti, ironia nei confronti della violenza di genere e culturale.
Preceduta da “Blanche/Katrina” con l’analogia tra lo Stan di Un tram che si chiama Desiderio e l’uragano; dall’amaro angoscioso “Zersplittert” sullo spersonalizzante mondo del lavoro e dall’infantile comicità di “Before I speak…”, si è fatta molto applaudire, venerdì 26 maggio al Cinema Teatro Chiasso, Laura Marinoni, l’indomabile Medea – portata tra noi dal testo dello scrittore Ariel Dorfman (l’autore di “La morte e la fanciulla”) dentro un luogo astratto, una folle Terra di mezzo da cui si può uscire ma dove si ritorna sempre – di Purgatorio, diretto da Carmelo Rifici. Nel dialogo serrato come un interrogatorio poliziesco con il coprotagonista Danilo Negrelli si sono condensate tensione, gioco di ruoli mai definito e definitivo tra vittima e carnefice, linfa tragica, nevrosi contemporanea.
Il prossimo Incontro del Teatro svizzero si terrà a Zurigo nel mese di maggio del 2018.
Visti agli Incontri del Teatro Svizzero di Lugano Bellinzona e Chiasso il 26 , 27 e 28 maggio 2017