RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Veramente inaspettato per raffinatezza, eleganza e creatività coreografica la trasposizione in forma danzata della Tosca di Giacomo Puccini, presentata da Emanuel Gat con la sua compagnia “Emanuel Gat Dance” in prima nazionale lo scorso 21 luglio in occasione del Festival Bolzano Danza 2022. La manifestazione, che si avvale della direzione artistica di Emanuele Masi, come è noto propone fino alla fine del mese di luglio, un fitto programma di spettacoli di danza contemporanea, selezionati tra i più interessanti nel panorama della scena internazionale. L’ispirazione del coreografo nasce dalla Tosca di Giacomo Puccini e in particolare dal secondo e terzo atto, che decontestualizza dal suo tempo per trasferirla ai giorni nostri. Il lavoro creato nel 2021, parte da una preziosissima registrazione del 1965 eseguita da tre divi del canto lirico ovvero Maria Callas, Carlo Bergonzi e Tito Gobbi rispettivamente nei ruoli di Tosca, Cavaradossi e Scarpia.
Come ha spiegato il coreografo israeliano a fine spettacolo, la scelta è stata quella di ambientare la sua performance in uno spazio scenico che ricostruisce esattamente due sue sale prove dove ha lavorato insieme ai suoi danzatori, illuminate ai lati da grandi finestroni e sormontate da una imponente struttura metallica che sembra incombere per tutto il tempo sui ballerini, come un tragico presagio.
L’artista si distacca completamente dall’intento narrativo, per concentrarsi sull’espressività dei corpi che attraverso il movimento instaurano un rapporto con la musica e il canto. Sculture danzanti, illuminate da fasci di luce che evidenziano la plasticità dei loro corpi, i ballerini per la prima mezz’ora danzano completamente nudi, “spogliati” dai loro ruoli, interpretando con una serie di assoli, la drammaticità di quanto racconta la storia. Non a caso il coreografo ha intitola lo spettacolo “Act II&III or The Unexpected Return of Heaven and Earth”, intendendo evidenziare un percorso tra il cielo e la terra rappresentato dalla spiritualità della prima parte, nella quale vengono messe a nudo le emozioni e i sentimenti espressi attraverso una gestualità tutta fisica.
Nella seconda parte invece, i personaggi danzano insieme vestiti, abiti lunghi e scuri per le donne e pantaloni per gli uomini, per rappresentare il ritorno alla terra, quindi alle convenzioni sociali necessarie per interagire con gli altri. Le tematiche espresse diventano dunque universali e fanno riferimento a temi come l’amore, il tradimento, la gelosia, la speranza, gli intrighi politici, la persecuzione e la morte. Ecco che la musica di Puccini diventa estremamente attuale attraverso la contemporaneità del movimento danzato. Lo spettatore è coinvolto sia dal punto di vista emotivo che visivo, poiché assiste ad una serie di sequenze coreografiche eseguite contemporaneamente in maniera diversa, in più punti dello spazio scenico, come se dovesse inseguire qualcosa di inafferrabile. Passi a due o a tre si alternano e momenti di gruppo in cui i ballerini si attraggono e si respingono, tracciano morbide linee nello spazio o sembrano lottare uno contro l’altro, alla ricerca di una propria identità, nel tentativo di comunicare.
Molto più cerebrale ed estremo è lo spettacolo presentato da Meg Stuart e dalla sua compagnia Damaged Goods, intitolato “Cascade” durante il quale i sette performer in bilico tra acrobazie, riferimenti allo sport e alla danza, compiono scalate su installazioni scenografiche che rappresentano montagne. Appesi a funi in salita e discesa da una pedana che pare essere quella usata dagli skateboarder, si lanciano su materassi gonfiabili o compiono evoluzioni pericolose cadendo sul palcoscenico o interagendo ogni tanto con il pubblico. Recitano, cantano, danzano, fino ad arrivare a veri momenti di grande tensione, mentre i loro corpi seguono ritmicamente la musica dal vivo scandita dai percussionisti, per denunciare l’emergenza ambientale del nostro pianeta e l’incapacità collettiva di trovare possibili soluzioni.
Visti al Festival Bolzano Danza il 17 e 21 luglio 2022