RUMO(S)CENA – FIRENZE RIFREDI – Il carattere non si rivela mai così chiaramente come nel gioco, disse qualcuno. Sarà per questo che, persino in quel gioco di finzioni che si chiama teatro, carattere e unicità emergono sempre. Quasi per un’ineffabile legge del contrappasso, a teatro raramente la mistificazione paga fino in fondo: magari ci vorrà del tempo, forse inizierà con un leggerissimo sospetto mentre si lascia la platea, ma prima o poi si torna increduli e più o meno consciamente, a teatro si rischia di non tornare mai più. La differenza tra fingere e barare è sottile e al contempo abissale, e il rischio di non comprenderla o di rassegnarvisi è da sempre non solo un pericolo, ma uno dei motori propulsivi del teatro: una sfida che si affronta anche con il carattere.
Presentando la nuova stagione del Teatro Di Rifredi, il coordinatore delle attività artistiche, Giancarlo Mordini ha elencato tre punti di forza che contraddistinguono la sua lunga attività: la produzione diretta volta allo sviluppo dell’identità dei percorsi artistici, aldilà del concetto di teatro-contenitore, che sappia costruire un repertorio attraverso un’accurata politica di teniture. La fedeltà agli artisti che condividono un comune sentire rispetto ai contenuti e ad una modalità di lavoro non impositiva e non burocratica.
Il rispetto per il pubblico, al quale è stata sempre proposta una visione della società contemporanea, tratteggiata a volte con l’umorismo a volte con il coraggio di affrontare temi difficili, nella varietà dei linguaggi più congeniali allo scopo. Il tutto fermo restando l’imperativo di trasmettere emozioni, proporre e provocare riflessioni, e soprattutto dare un senso alla scelta di venire a teatro e di ritornarci il prima possibile. Tre punti di forza che sono anche pecisi tratti nel carattere del Teatro di Rifredi. Un carattere che da quest’anno andrà ad arricchire la Fondazione Teatro della Toscana, assieme al suo dinamismo e alla riconosciuta esperienza nella promozione della nuova drammaturgia, nazionale e internazionale.
Alla conferenza stampa era presente Dario Nardella, sindaco di Firenze, Stefano Accorsi, direttore artistico Fondazione Teatro della Toscana, Tommaso Sacchi presidente della Fondazione Teatro della Toscana, Letizia Perini, consigliera delegata della Città Metropolitana di Firenze, Giovanna Malgeri, presidente Sms Di Rifredi, Marco Giorgetti direttore generale Fondazione Teatro della Toscana, Giancarlo Mordini e il regista Angelo Savelli hanno illustrato il cartellone di 20 spettacoli, 9 produzioni e 11 ospitalità, con quattro prime regionali e tre prime nazionali.
La stagione 2022-2023 si inaugura il 12 ottobre con L’amico ritrovato di Fred Uhlman, adattato da Josep Maria Miró, tradotto e diretto da Angelo Savelli, con Federico Calistri, Mauro D’Amico, Roberto Gioffré. Spettacolo fortemente sentito dal teatro di Via Vittorio Emanuele e “cullato” con passione e cura da Angelo Savelli, anche durante il difficile momento della pandemia e delle relative chiusure. Miró, autore del Principio di Archimede torna dunque al Teatro di Rifredi, del quale è uno dei drammaturghi di riferimento quanto a promozione della drammaturgia contemporanea internazionale, insieme a Eric-Emmanuel Schmitt, Nicolas Buysse, Fabrice Murgia, Fabio Zenoni, presenti anche in questa stagione, e Sergio Blanco, Remi De Vos e Abel Melo con i quali continua una proficua collaborazione.
Dopo Misericordia, Emma Dante è nuovamente al Teatro di Rifredi, in prima regionale, con Pupo di zucchero, da Giambattista Basile. Lino Musella presenta il suo Tavola Tavola, Chiodo Chiodo… da Eduardo De Filippo. Scrive in scena e per la scena Angelo Savelli, specializzato in trasposizioni per il teatro di opere letterarie, sia per un largo pubblico, come nel caso di Eric-Emmanuel Schmitt, con protagonista Lucia Poli, e di Giancarlo Pastore, che per quello scolastico, come per I promessi sposi.
La contemporaneità è fatta di nuove drammaturgie, come Vuccirìa Teatro con Immacolata Concezione; La tragica storia del Dottor Faust da Marlowe, regia di Giovanni Ortoleva, in prima regionale; da Rostand, regia di Leonardo Manzan, in prima regionale; La beffa del grasso legniaiuolo da testi quattrocenteschi, regia di Andrea Bruno Savelli, Draculazionismo di Alessandro Riccio in prima nazionale.
Conferma l’identità artistica del Teatro di Rifredi l’attenzione alla contaminazione tra teatro e musica rappresentata da Rimbamband con Manicomic, regia di Gioele Dix e da Primital Brothers con The Primitals, regia di Yllana. La consueta attenzione alle famiglie è confermata dalle Domeniche delle famiglie. Due le prime nazionali, entrambe di Andrea Bruno Savelli: E la favola insegna che… Al Lupo, Al Lupo!, E la favola insegna che… La volpe e l’uva.
E la prossima estate torna Walking Thérapie di Nicolas Buysse, Fabrice Murgia, Fabio Zenoni, con Gregory Eve e Luca Avagliano. Dunque, considerando anche la consueta proposta di spettacoli per le scuole, con sei produzioni pensate per divenire parte integrante dei programmi scolastici, al Teatro di Rifredi ci saranno 129 aperture di sipario, di cui novantadue spettacoli di produzione e trentasette per ospitalità.
A Firenze si muovono tante realtà e non si tratta di una gara, ma il confronto con altri panorami sul territorio nazionale è naturale e anzi, doveroso. Eppure la questione non sta nella grandezza, ma nel carattere. Firenze deve ritrovare, ribadire il suo modo di affrontare il teatro, soprattutto il teatro contemporaneo. Dobbiamo imparare a riconoscere chi il carattere ha sempre dimostrato di averlo e senza dubbio, sul Teatro di Rifredi ci possiamo contare.
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