RUMOR(S)CENA – MILANO – Si tratta della ripresa di uno spettacolo con un testo ben scritto e ben recitato, che non si può ascrivere alle categorie della ricerca né dell’avanguardia, e che non ha altre pretese se non divertire il pubblico: obiettivo che raggiunge con successo; scusate se poco. Affidandosi ad attori che provengono principalmente dal cabaret milanese, la Cena dei cretini si sviluppa, difatti, con un fuoco di fila di gag, colpi di teatro, ingressi imprevisti, inseriti in un meccanismo narrativo a orologeria, che ha nulla da invidiare ai vaudeville della bell’époque, di Feydeau, al cui ritmo l’autore, lo sceneggiatore e regista Francis Veber, che pure ambienta la vicenda negli anni Settanta del Novecento, sembra essersi ispirato. Il titolo fa riferimento a una crudele abitudine di un gruppo di amici annoiati e benestanti: invitare settimanalmente a cena un ignaro personaggio scelto per la sua stupidità, di cui farsi beffe nel corso della serata.
Tale cena non avrà luogo, ma la presenza di Francois, il cretino invitato per un primo abboccamento dal brillante editore Pierre, fornisce l’occasione per una serie di tragici ma esilaranti equivoci e incidenti, che metteranno Pierre in serie difficoltà – sia sul piano economico, sia su quello coniugale – spiazzato dai maldestri, imprevedibili, ma sempre disastrosi interventi del “cretino”. Dallo spettacolo, andato in scena con successo a Parigi per tre anni, nel 1998 è stato successivamente tratto un film, scritto e diretto dallo stesso Veber; nel 2000 il testo arriva in Italia, per la regia di Nino Formicola, in scena assieme ad Andrea Brambilla, il compianto Zuzzurro che, con Formicola (Gaspare) – faceva coppia fin dai tempi dello storico locale milanese “Derby Club”.
Ripreso nel 2018, al posto di Brambilla ormai ammalato, subentrò un altro attore di razza, Max Pisu, anch’egli proveniente dal cabaret. L’odierna produzione del MTM, a dieci anni dalla morte di Brambilla, costituisce esplicitamente anche un sentito omaggio alla sua memoria. I due protagonisti, sono affiancati da Alessandra Schiavoni, brillante interprete storica, nel doppio ruolo della moglie frustrata e dell’amante ninfomane e assatanata, assieme ad altri due attori perfettamente affiatati del gruppo storico di “Quelli di Grock”: Claudio Intropido e Pietro De Pascalis. In scena sembrano tutti divertirsi un mondo, come contagiati, pur senza uscire dal ruolo, dalla surreale comicità delle situazioni, che si riversa a getto continuo sul pubblico.
Ma il registro comico non esaurisce il senso dello spettacolo, perché, come in ogni autentico testo umoristico, vi è implicita anche una dimensione etica, una satira sociale, una critica verso comportamenti di prevaricazione nei confronti di un soggetto debole il quale, nella fattispecie, oltre a punire – inconsciamente – il prevaricatore, rivelerà anche una sua maldestra nobiltà d’animo.
Visto a Milano al teatro Leonardo il 20 settembre 2023