RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Va in scena giovedì 31 ottobre alle 20.30 al Teatro Studio (Teatro Comunale) per la stagione del Teatro Stabile di Bolzano, lo spettacolo Anatomia (di un fascismo) con Ottavia Piccolo, di Stefano Massini, musiche Enrico Fink eseguite dal vivo da I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo: Massimiliano Dragoni hammer dulcimer, percussioni, Luca Roccia Baldini basso, Massimo Ferri chitarre, Gianni Micheli clarinetto basso, Mariel Tahiraj violino, Enrico Fink flauto. Regia Sandra Mangini. Video Raffaella Rivi, disegno luci Paolo “Pollo” Rodighiero, scenografia Federico Pian. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il TSB nell’ambito della serie di iniziative “Giacomo Matteotti. 100 anni dopo” promosse dal Comune di Bolzano
Le quattro e mezza del pomeriggio del 10 giugno 1924. Alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato onorevole Giacomo Matteotti.
Matteotti (anatomia di un fascismo) ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. «Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere.» Matteotti li riconobbe: quelli che dicevano di riportare ordine nel disordine, «perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato»; quelli che, d’un tratto, sfilarono in migliaia dietro al Contessino Italo Balbo e si presero l’Italia intera. Giacomo Matteotti – l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il visionario – prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso.
«Io denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l’eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell’ordine. Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti. Io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi lo svaluta, lo legittima e non lo combatte!»
Ottavia Piccolo prosegue il legame artistico con Stefano Massini, costellato da spettacoli dall’alto impegno civile: da “Donna non rieducabile” dedicato a Politkovskaja a “7 minuti”, da “Occident Express” a “Cosa Nostra spiegata ai bambini”