Danza, Recensioni — 30/11/2022 at 16:30

La carica di energia e positività della Parsons Dance travolge l’Arcimboldi

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RUMOR(S)CENA – MILANO – Alla “giovane” età di 73 anni il coreografo David Parsons è tornato al Teatro Arcimboldi di Milano dal 24 al 27 novembre, per travolgere il pubblico con la carica di positività ed energia della danza acrobatica e comunicativa dei suoi ballerini. Parsons ha combattuto molto durante la pandemia per tenere insieme la compagnia e permettere un allenamento continuativo. “I ballerini sono forti e noi siamo pronti a portavi un po’ di gioia” ha precisato David Parsons che infatti non ha licenziato nessun membro della compagnia durante la pandemia. Anche senza incassi, i danzatori hanno sempre lavorato perché per questo artista la danza è vita, insomma una missione. “In tempi di crisi e di guerre come questo, è importante che ci sia l’arte – spiega il coreografo – Puoi lasciare il mondo reale fuori, venire a teatro e avere l’opportunità di essere ottimista e divertirti. Penso che la danza abbia un ruolo importante e l’arte sia terapeutica per far tornare le persone insieme”. Lo si è visto appunto in occasione delle quattro rappresentazioni milanesi molto attese all’Arcimboldi dopo tanti rinvii e che hanno rafforzato il legame con il pubblico e specialmente con l’Italia con la quale il coreografo ha un legame speciale, sin dal suo primo arrivo nel 1988.

Gli otto fantastici danzatori componenti della compagnia che hanno danzato senza pause per un’ora e un quarto di spettacolo, hanno aperto la serata con la coreografia intitolata “The road” creata nel 2021 su musiche di Yusuf/Cat Stevens e in particolare sulle note di “Peace Train”, di “Trouble” e di altre canzoni iconiche del grande artista. Il titolo “The Road” rimanda alla storia di un viaggio e durante tutto il balletto i danzatori tracciano diagonali e percorsi sul palcoscenico, andando sempre in un’unica direzione ovvero da sinistra a destra, dando continuamente la sensazione di muoversi costantemente su una strada. Una visione in cui tutti noi possiamo ritrovarci perché tutti, in questo pianeta, intraprendono una strada, un percorso di vita.

Particolarmente coinvolgente per la bravura e la tecnica della danzatrice Zoey Anderson, l’assolo intitolato “Balance of Power” su musica a percussione composta ed eseguita da Giancarlo de Trizio. Qui il coreografo pone l’accento sul magico equilibrio che nasce nel rapporto tra musicista e danzatore, perché ogni movimento corrisponde ad un suono, la musica sembra impossessarsi del corpo del ballerino che vibra all’unisono con questa. L’ispirazione nasce dal “Bolero” di Ravel, iniziando molto lentamente per poi finire in un ritmo frenetico. “Balance – spiega Parsons – è l’equilibrio, qualcosa di innato in tutti noi e questo pezzo nasce per ricordare a tutte le persone che devono tenere d’occhio dove si trova il loro equilibrio nel mondo e nella società”.

Altra coreografia vista nel corso delle serate è stata “The Envelope”, creata nel 1984. Sette ballerini vestiti di nero, con cappucci in testa e occhiali neri, intrecciano una stravagante danza sulle musiche di Gioacchino Rossini, nella quale si racconta di una lettera che ritorna stranamente sempre al mittente, nonostante questo cerchi disperatamente di liberarsene. Ecco quindi che i ballerini danno vita a divertenti gag nella quale la danza diventa strumento comico e attoriale, attraverso una gestualità a tratti quasi mimica.

Pezzo forte della serata una storica coreografia di David Parsons, suo cavallo di battaglia creato nel 1982 e che quasi sempre viene riproposta durante le tournée della compagnia. “Caught” è una elettrizzante fusione di danza e tecnologia sulle musiche di Robert Fripp, che richiede al ballerino una straordinaria preparazione atletica. Nella serata vista, l’interprete era la danzatrice Zoey Andersan che si è alternata nelle serate precedenti a Croix Dilenna. Grazie ad un gioco di luci stroboscopiche la coreografia crea l’illusione che la danzatrice sia sempre sospesa in aria, come se sfidasse la forza di gravità. Si viene a creare una perfetta sincronia tra il momento del buio, durante il quale la ballerina prende la forza dal pavimento del palcoscenico per iniziare a saltare e il momento in cui la luce la illumina mentre è in aria. Un suggestivo effetto ottico che dà allo spettatore l’impressione di vederla volare.

Visto al Teatro degli Arcimboldi il 27 novembre 2022

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