Danza — 30/12/2024 at 10:53

La “Voce” performativa di Tomàs Pozzi & Ian Garside

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RUMOR(S)CENA – VORNO – (Lucca) – La rassegna delle performance vincitrici del bando indetto dall’Associazione culturale dello Scompiglio per la direzione artistica di Cecilia Bertoni, dentro uno spazio di straordinaria bellezza sulle colline lucchesi che guardano alla Garfagnana, era incentrata sul tema della Voce “in tutte le sue accezioni del termine e nel suo significato più ampio, anche metaforico”. La rassegna ha ospitato, da maggio a dicembre i progetti vincitori ( alcuni non ancora allestiti): Intitled Noise/Jacopo Benassi, Trascendenze Artificiali, Orbita Spellbound Irene Russolillo, Giuliano Scarpinato Teatro ERT, DCollective Daniela Delerci, Office for a Human Theatre, Electroshocktherapy, Dies Irae. Fra lemolte interessanti proposte abbiamo visto il lavoro di Peso Produciones con Tomàs Pozzi & Ian Garside David & Goliat-A work of giganticproportions. 

Il lavoro performativo è di una bravura plastica impressionante. Due pesi due misure. Lui atletico, l’altro pure. Lui alto e molto bello. L’altro piccoletto rispetto all’altro e oversize. Bello pure lui. Perché si tratta di una danza-performativa dove la dimensione relazionale pas à deux, è il tema. L’uno, Ian Garside, si prende carico fisico delle azioni dell’altro. L’altro Tomàs Pozzi, in un funambolismo apparentemente in debolezza fisica, butta giù l’altro. Però poi lo sostiene in un ribaltamento simmetrico, non facilmente prevedibile per lo spettatore. E viceversa ( scatta qui in testa una canzone di Francesco Gabbani), dove la danza è danza di coppia ed in coppia.

Perché, insieme, David e Goliad (non a caso forse la: e fra i due protagonisti è commerciale: &). E così, insieme, sostenendosi, creano una danza, disarmonica ma così autentica e vicina alla vita coi sui alti e bassi, le cadute, le riprese. Non c’è emozione che traspare in questa relazione fisica fra i due corpi-persone né violenta né erotica verso l’Altro in una relazione possibile-impossibile. Solo un simbolico interagire. Fra distanza dei ruoli e degli spazi-quasi palestra uno spazio tatami, come non pensare alle performazioni di Pina Bausch. Ma anche alle arti marziali, dove la debolezza dell’avversario è, giocoforza, la carta vincente per i rovesciamento di forze. Non c’è Voce ( come da voce di Bando) fra i due contendenti: solo azioni fisiche fra due “lottatori”. E forse qui, a parte qualche brusio fra i due, sta la ideazione vincitrice, metaforica fra le altre, del progetto Dello Scompiglio della regista e performanter, la direttrice artistica Cecilia Bertoni

Visto a Dello Scompiglio (Lucca), il 14 dicembre 2024

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